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da mimi per sabry

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da Sabry

Ciao Mimi!... spero che leggerai qs. messaggio e anche se non risponderai so xchè e so che ci sei. Ho deciso di dirti alcune cose di me x farti capire quello che mi è successo: io sono felicemente sposata e ho anche 2 figlie, ma l'anno scorso mi è successo qualcosa che ha fatto scattare dentro di me tutta una serie di comportamenti e di pensieri stravolgenti... mi sono innamorata di una persona mentre ero in una situazione di completa solitudine, ma non a caso di vicinanza con i miei genitori. Non volevo che succedesse, una storia devastante, che ha lasciato degli strascichi di sofferenza che mi hanno segnata nel corpo e nella mente e a poco è valso parlarne con amici perchè nessuno capiva il vero problema, ho sempre parlato per loro un linguaggio incompresibile!... qs è stata solo la goccia di un malessere che mi portavo dentro da anni e che non avevo mai riconosciuto, io sono sempre stata quella che va tutto bene... ho avuto problemi distorti col cibo, anoressia,bulimia, poi ho buttato tutto fuori con violenza, ho detto tutto a mio marito, rischiando di mandare all'aria il mio matrimonio, ho vissuto mesi di sensi di colpa in cui non c'ero con la testa e purtroppo anche le mie bambine hanno accusato sintomi del mio malessere e qs è una cosa che ancora oggi non mi perdonerò mai!!!!!... sono andata da una psicologa, è stato il primo passo per riconoscere che ero malata, ho letto libri x documentarmi (Donne che Amano troppo di Robin Norwood è la mia Bibbia),ho fatto yoga per cercare di rilassare il corpo e la mente, ho dovuto impormi di smettere di sentire quella persona come per un'alcolista avere un bicchiere di vino davanti e buttarlo nel lavandino, allontanarmi da tutte quelle situazioni che per me sono delle tentazioni e anche il cibo continua giorno dopo giorno ad essere una continua lotta e una continua sfida, eliminare i cibi proibiti, quelli che se inizio ad assaggiarli mi tirano dentro in una spirale dove non riesco a dire stop, ma che poi mi fanno stare male dentro xchè sento di aver perso il controllo di me. La "malattia" è sempre dietro l'angolo, ma i piccoli passi quotidiani danno coraggio. Poi ci sono le ricadute, insomma non è facile e a volte mi sento di nuovo senza via d'uscita. A poco a poco mi sto abituando con molta fatica a riconoscere cio' che' sbagliato e cio' che' giusto x me, a coccolare quella bambina spaventata che ero, a d averne quasi tenerezza e spesso piango x questo xchè è davvero straziante riconoscere di non avere avuto una giovinezza spensierata come gli altri e nessuno me la ridara' piu' indietro; eppure ci sono tante persone come me e parlandone ne troverai 1000 che non ti capiscono e 1 coglie al volo xchè ci è passata...
Spero che ti sia arrivato qualcosa,
TI MANDO UN BACIO E TANTO TANTO AFFETTO
TVB
SABRY

24 agosto 2005

da mimi

Sabry, davvero sono commossa, e non è empatia questa, ma la verità, ho le lacrime agli occhi perchè rileggo nel tuo racconto più o meno la mia vita. Forse abbiamo la stessa età, la situazione familiare simile, le condizioni emotive sicuramente coincidenti e quindi ti capisco perfettamente e nello stesso tempo ho paura di arrivare a quel punto di rottura da cui è difficile tornare indietro. Anch'io non ho un buonissimo rapporto con il cibo, ma mi sforzo, ogni giorno di mangiare, a me pù che altro viene l'ansia, agitazione, nervosismo per cui mi is chiude lo stomaco. Ma ripeto, anch'io mi sforzo ogni giorno, anche quando mi capita di stare da sola, ma non sempre mi rieisce, quando c siono i giorni no, m viene tanta paura e vorrei tanto l'aiuto di un medico, di uno psicologo, di un ricovero, per non arrivare al limite, ma poi mi domando, come farà la mia piccola senza di me? Allora mi faccio coraggio, mi aiuto con medicine e tiro avanti.
Mi ha fatto piacere leggerti di nuovo e riconoscerti sempre più simile a mei, speramo di tirarci su a vicenda (scusa la domanda, ma tuo marito ti è di aiuto?) e di uscirne definitivamente.
TVB anch'io. Mimì

25 agosto 2005

da Sabry

Mimi!!
Io mi sono ammalata di anoressia proprio in un momento in cui mi sono sentita "abbandonata", ho aperto gli occhi per la prima volta e ho capito che i miei genitori erano li' vicino a me ma solo come presenza fisica, in realtà non ho mai potuto contare sul loro appoggio, sono cresciuta con un padre autoritario e in un clima di terrorismo psicologico dove le regole erano troppo rigide e cmapate per aria, bisognava solo obbedire senza capire il perchè. Una madre che al contrario non è mai stata capace di essere un punto di riferimento, non ho neanche ricordi di lei e non mi ha passato alcuna norma di comportamento, non so cosa sia giusto o sbagliato, me lo devo inventare ora da me. Quando mi sono sposata i miei genitori si sono trasferiti in un'altra città e qs è stata una prova del loro fallimento come genitori. Non sai quanto avrei voluto mia madre vicina quando sono diventata a mia volta mamma... invece avevo mia suocera ma non ero ancora pronta ad ammettere che lei era migliore della mia mamma, anzi, che lei era l'unica mamma sana cui potevo chiedere aiuto...
No, non ero pronta e ho commesso l'errore di rifiutare il suo aiuto, di chiudermi come un riccio... mi sono rimboccata le maniche e per orgoglio ho fatto tutto da sola. Dentro di me dicevo che la mia famiglia se fosse stata qui mi avrebbe aiutato, ma mi raccontavo delle favole, non volevo ammettere che io una famiglia non l'ho mai avuta!! Mi sono costruita questa rocca dove c'ero solo io e le mie bambine (fra l'altro io ho 2 gemelle, quindi una maternità che mi è piombata addosso senza lasciarmi il tempo di pensare e di respirare in quel momento. Mi sentivo forte perchè, nonostante l'immensa fatica fisica e non solo, riuscivo lo stesso a fare tutto, controllavo la mia vita, soffocavo il mio dolore dentro, stringevo i denti, invece di urlare dalla disperazione!... con il risultato che nessuno ha riconosciuto il mio dolore e io mi sono sentita non capita, ero arrabbiata con il mondo intero e mi sentivo invincibile e superiore perchè riuscivo ad ottenere da sola gli stessi obiettivi che le altre mamme raggiungevano con l'aiuto delle loro famiglie, ma sempre sfogandosi ogni tanto. Eppure io ero quella brava, quella che ce la faceva e che non aveva comunque tempo per fermarsi a parlare delle difficoltaà con gli altri, ma anche quella che a un certo punto è crollata, come vedi xchè io sono stata così brava dal nascondere di aver bisogno di aiuto anche a me stessa. Non l'ho riconosciuto, non l'ho voluto ammettere... e non ho mangiato+
C'e' un libro che s'intitola Fame d'amore che parla proprio di questo... una disperata fame d'amore, fame di rapporti autentici, fame di una vita + piena e+ricca di significato.
Io ho sposato un uomo che probabilmente all'inizio mi ha ricordato mio padre in molti aspetti e io per un po mi sono comportata come mia madre e non c'e' niente di+vero, quando non hai risolto le questioni del passato tendi a ricrearle perche' questa volta vuoi vincere, come un bambino che disegna i mostri che lo spaventano perchè vuole in qualche modo esorcizzarne la paura.
Ma ho imparato a mie spese che non si vince la paura finchè non ho abbandonato quei ruoli che mi hanno perseguitato nell'infanzia, finchè non ho smesso di vedere in lui l'uomo che controlla la mia vita come poteva farlo mio padre in modo quasi sadico. Persone come noi hanno bisogno di comprensione ma anche di protezione, a me è mancata una figura paterna buona e ora inizio a vedere le sue buone intenzioni. Ho covato tanto rancore verso mio marito perchè ho passato i primi anni di vita delle mie bambine sola con loro, mentre lui ha reagito a suo modo, buttandosi nel lavoro e fuggendo dalle responsabilità e ogni volta che mi salutava per andare via io stavo male dentro, si chiudeva la porta e io sarei morta sul divano per lo sconforto di sentirmi sola con qualcosa di così grande...
La sbandata che ho preso l'estate scorsa è stato uno scossone per me, ma anche per lui... avevo somatizzato il senso di colpa, pesavo 40 kili, le mie figlie a settembre 2004 hanno iniziato la scuola con un carico di ansia e di insicurezza che non puoi immaginare... ma ho dovuto dare serenità a me stessa per poterla ridare a loro e ci ho messo un anno e sono qui a sfogarmi con te e non voglio dire di esserne uscita xchè ho paura ancora di ricaderci, ma sto attenta, ascolto me stessa e riconosco i momenti che per me sono pericolosi, cerco di calmarmi e di evitarli, se posso.
Mio marito mi è stato vicino, vicinissimo, forse anche lui si sentiva in colpa e ha ammesso di non essere stato presente... ognuno ha le sue colpe, eppure c'e' voluta l'anoressia per lanciare il campanello d'allarme, x lanciare un grido d'aiuto che a voce non sono mai riuscita a tirare fuori...
Solo ora comincio a camminare con le mie gambe, solo ora che ho rivisto tutta la mia vita...
Secondo me tu hai bisogno di parlare con qualcuno di come ti senti, credimi è l'unico modo x uscire dall'isolamento in cui ti trovi. Cerca anche via Internet, ci sono siti con forum di discussione su qs argomento, cerca gruppi di aiuto con persone che hanno la nostra situazione, magari la tua bimba è piccola e non ti permette molta libertà di movimento, ma se ne hai la possibilità vai al Consultorio della tua zona, ce ne sarà uno sicuramente con persone in grado di ascoltarti. A volte serve anche solo essere ascoltati, qualcuno con cui potersi sfogare...
Io domani porto le bimbe al mare, torno ai primi di settembre.
Un bacio a te e alla tua piccola
anche un abbraccio forte forte.FORZA

25 agosto 2005

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