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Il vaccino contro il cancro del collo dell'utero è arrivato anche in Italia. Lo troveranno in farmacia tutte le donne dai 9 ai 26 anni. Le dodicenni, per disposizione del ministero della Salute, potranno averlo gratuitamente. Il vaccino è in grado di impedire l'infezione del Papillomavirus, che è responsabile del 70 per cento dei casi di tumore del collo dell'utero oltre a diverse lesioni dell'apparato genitale esterno femminile.
"Questa certezza scientifica - ha spiega l'oncologo Umberto Veronesi - spalanca le porte alla prevenzione e offre speranze concrete di sconfiggere un tipo di tumore che fino a poco tempo fa era considerato un big killer".
Poiché il papillomavirus si trasmette per via sessuale, la strategia migliore consiste nel somministrare il vaccino alle ragazze che non hanno ancora avuto rapporti. Così si spiega la scelta delle dodicenni come fascia di età esentata dal prezzo del vaccino. La vaccinazione, che avviene tramite un'iniezione intramuscolare, deve essere ripetuta tre volte nell'arco di un anno, con un costo totale che ancora é piuttosto alto.
"A dodici anni - spiega la commissione nazionale vaccini - in genere non si sono ancora avuti rapporti sessuali e in più le ragazze sono chiamate a fare i richiami delle altre vaccinazioni". Non tutte le Regioni si sono ancora adeguate alla misura che prevede la gratuità per le dodicenni, ma saranno comunque costrette a farlo entro la fine dell'anno.
Nel corso della vita, si stima che il 70 per cento delle donne entri in contatto con il papillomavirus. Il vaccino è acquistabile negli Stati Uniti da giugno del 2006, è stato approvato dall'Unione europea il 20 settembre 2006. Finora la prevenzione era affidata al Pap-test, che permetteva di verificare la presenza di lesioni provocate dal virus. Le donne tra 45 e 54 anni in Italia eseguono regolarmente l'esame in otto casi su dieci. Ma nelle ragazze tra 25 e 29 anni questo tasso scende al 44 per cento. "L'arrivo del vaccino - non deve indurci ad abbassare la guardia. il Pap-test rimane uno strumento insostituibile per la prevenzione del tumore".
In Texas intanto una legge potrebbe presto rendere obbligatoria la vaccinazione per le ragazze dagli 11 anni in poi. Ma le polemiche non mancano, visto che a sostenere la spesa dovrebbero essere le famiglie delle ragazze.
Prevenire é meglio di curare e come collaboratore dell'associazione nazionale per la ricerca sul cancro lo consiglio a tutte le donne.
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