Lampi di suono grigio e inconsistente che circuisce i sensi e li intrappola in pensieri morti da anni.

Riascolto le sirene lontane di uomini potenti, che governano la mia vita come fosse una biglia che rotola su un tavolo levigato.

Prendo il gesso della memoria e incido la ardesia con il bianco a rilasciare le idee compresse.

Non ci sono sicurezze vane ne imperfezioni belle, ci sono pensieri insistenti e parole sicure di non essere dimenticate.

Ascolto le parole di mio padre, ricordare le guerre e le morti, ricordare la misericordia e la notte, quei momenti di paura e vita, di poco e di felicità.

Sono con mia nonna nella sua preghiera a Dio, non per chiedere, ma per ringraziare ogni secondo di vita.

Sono con la mia amica Gaia che mi sfiora il cuore mentre vola in cielo.

Sono con Alessandro che ha lasciato questa terra mentre chi lo ha ucciso è scappato.

Sono con chi mi ha sfiorato gli occhi con la sua vita, con la sua delicatezza.

Piango mentre penso, perchè posso camminare e odorare.

A volte la fortuna è capire che si può ancora scegliere.

Scegliere di stare solo o in compagnia.

In compagnia di me stesso senza morire di fame, di fame come ancora oggi in Afrika!