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da sabry
Sono a un passo dalla vita, comincio a capire e soprattuto a sentire cosa vuol dire stare bene, mi sento di sfiorare la felicità
Sto cercando di vedere in positivo tutte quelle sensazioni che ho sempre vissuto come blocchi di mattoni pesanti che mi condannavano all'inerzia piu' totale. Ok, ci sono dei conflitti dentro di me ma forse qualcosa si sta muovendo, forse tutto questo malessere se mi impegno si puo' convertire in qualcosa di piu' fertile, che mi porti da qualche parte che abbia un senso finalmente. Chi ha detto che essere in pace con se stessi vuol dire non avere problemi? forse il vuoto e il pieno, il male e il bene, il sogno e la realtà se li guardo con piu' attenzione possono trovare il modo di dialogare e smettere di farsi la guerra fra di loro...Ora è il momento giusto per tenere le briglie della mia vita, ho conosciuto il dolore della violenza e le mie cicatrici ne sono la prova, ma sono anche la prova che niente mi potrà fare soffrire piu' di quello che ho passato, sono cicatrici di forza e non di debolezza.
Chi riconosce il proprio dolore e lo accetta vivendolo necessariamente come un momento di vuoto in cui in cui perde la consapevolezza e il senso di tutto quello che fa, chi ha conosciuto la solitudine e l'angoscia dei labirinti senza via d'uscita dove ti senti minacciato e ogni minima cosa ti fa crollare, tu facile bersaglio che proietti il male che hai subito fuori di te e ti ritorna tutto indietro facendoti stare male fisicamente ed emotivamente...ebbene prima o poi intravedi la possibilità della vera pace..forse bisogna prima passare attraverso lo sconforto e la disperazione per poi arrivare a "coccolare" quella parte di noi che sentiamo bisognosa di essere amata e protetta, prima da noi stessi che dagli altri capire di cosa ha bisogno, quali sono le sue aspettative, i suoi difetti, ma soprattutto i suoi pregi...per poi scoprire che possiamo imbatterci in altri esseri umani che come noi provano le stesse cose, chi piu' chi meno, chi ancora dentro il tunnel, chi ha già trovato la luce e chi l'ha trovata puo' dar conforto a chi ancora è dentro, puo' tendergli una mano fraterna e solidale. Io credo di essere a metà in questo percorso, appena uscita dal tunnel, mi volto indietro e vedo il buio, guardo avanti e intravedo la luce, la speranza in una pienezza che mi faccia sentire inattaccabile dai "nemici" che sono ora solo fantasmi dietro di me, non piu' "dentro" di me...Scaccio i fantasmi paurosi e comincio a riscoprire in quel "dentro di me" un vuoto che si riempie di vita, mi sento rinascere come se dovessi ricominciare la mia vita dall'inizio, aperta, recettiva, fiduciosa come un bambino che si muove nel mondo a tentoni, attraverso i suoi sensi. Era necessario tutto questo per arrivare a ripensare a ritroso a tutta la mia esistenza fino ad oggi, alla strada percorsa e ai nuovi significati che mi si stanno via via prospettando come infinite possibilità positive e ora piu' che mai mi sento estremamente consapevole che esiste la possibilità di stare bene..finalmente!!
Che esiste la possibilità se non proprio della felicità, almeno della serenità
13 dicembre 2005 - Milano
Categoria: Vita
da saryea
io la luce l'avevo trovata... ed è durata per ben otto mesi... poi i cambiamenti mi hanno riportato nel lungo tunnel... mi manca la vecchia persona che ero e soprattutto quella gran serenità di cui parli...
13 dicembre 2005
da Enrico
Sì, quello che dici è vero. Può essere che non ci credi, ma avrebbero potuto scriverlo un sacco di altre persone.
Eppure è una cosa personalissima, tutta tua. Perchè tu sola conosci la tua storia, e tu sola la puoi giudicare.
Ci sono alcuni passaggi in questa dedica che descrivono quello che io sento per me stesso, ancora adesso. Vedi, la mia vita è nettamente migliorata grazie al tuo calore umano, alla tua presenza, alla tua voce; eppure non è così gioiosa come può sembrare a prima vista, perchè le cicatrici rimangono.
Noi abbiamo parlato molto, ma forse non abbastanza, perchè le difficoltà di essere fisicamente lontani le abbiamo sottovalutate.
A parte questo, ora stiamo attraversando la parte più complessa del nostro romanzo: quello della consapevolezza della realtà. Io e te facciamo gli stessi ragionamenti, ma alle volte non vogliamo ammetterlo. Ecco perchè quando tu parli di usare il raziocinio io glisso, ed ecco perchè quando lo faccio io tu credi che voglia allontanarti o staccarmi.
La mia paura è che tu abbia paura di sentirti usata; che tu creda di essere stata per me un'esperienza nuova, che non ho saputo gestire, che ho illuso e poi lasciato, che io ti abbia detto cose per poi ripensarci o roba del genere.
Ma noi non abbiamo più 15 anni, quante volte ce lo siamo detti? Se hai di questi dubbi, togliteli. Tutto quello che ti ho detto l'ho pensato, ma, come ti ho già scritto, con l'Amore non c'è da scherzare.
Come faccio a farti capire che tu per me sei importante? E non è vero che non ti mando più messaggi, che non è come prima o cose così. Solo, noi ci siamo detti cose troppo forti troppo presto. Lo rifarei, perchè entrambi ne avevamo bisogno, ma ora guardiamo in faccia la realtà: almeno tentiamo. Tu sei la persona migliore che abbia conosciuto in vita mia, e sembra che ti conosca da anni. Durante il giorno non penso che a te e quando sei triste, e io lo capisco quando lo sei, lo sono anche io.
Abbiamo due vite incasinate, ma insieme possiamo darci tanto. Ma quando dicevamo tempo al tempo noi stessi non abbiamo seguito i nostri stessi precetti. In poco tempo ci siamo conosciuti e avvolti in un meraviglioso turbine di coccole, gioco, amicizia. Tutto, insomma.
Ma non basta per costruire un futuro come coppia. Se lo facessimo, così senza pensarci, penso che distruggeremmo tutto. E se non ti dico alcune cose è perchè questo non è un film. Non voglio che tu diventi il mio rifugio, la mia fuga dalla realtà. Non sarebbe giusto per te e farebbe torto al bene che provo. Tu sei una persona, non un'esperienza. E come tale voglio trattarti.
E' difficile parlare, soprattutto coi minuti contati, ma non voglio dirti delle cose che poi non posso mantenere. La mia vita è piena di errori, ma li devo pagare io e non gli altri.
Se io adesso dico di amarti e magari fra un mese scopro che mi sbagliavo sarebbe troppo per la mia coscienza.
E ti voglio troppo bene, anche quando tu lo dubiti. Però tu dici che rimanere amici non è possibile. E io non ho intenzione, come hai ventilato, di essere camaleontico e superficiale. Però non ho nenche intenzione di perderti. E allora?
Oggi torno in biblioteca e scrivo la seconda pare mia Splendida Stella.
Non dubitare del mio bene. Non m'importa di nessuno, neanche di me. Solo di te. E se non ci credi, non m'importa. E' così lo stesso.
Sono un impiastro, lo so. Ma se mai ho provato affetto per qualcuno quel qualcuno sei tu. A dopo mia stella bella.
16 dicembre 2005
da Tata
Bellissime parole!Spero non ti dispiaccia se le ho prese come "spunto"per esprimere i miei sentimenti..grazie..
16 gennaio 2006
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