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da Vale per voi
E' successo tutto così all'improvviso... il mio ragazzo che mi dice "Stasera vengono a giocare dei ragazzi nuovi, sono amici di Eugenio, anche loro giocano di ruolo e da tavolo". All'inizio non li volevo vedere. In media sono una persona molto timida. Ma mi sono fatta forza, per fare un piacere a lui, e quella sera sono andata con loro. Non appena li ho visti, il mio primo desiderio è stato quello di scappare via. Uno di loro, il più normale a prima vista, portava una maglietta gialla limone da ciclista e dei pantaloncini rossi fuoco, sempre da ciclista, tutto completato da apposite scarpine. Fin qua curioso ma non inquietante. Un'altro, più che per la divisa mimetica e gli anfibi, mi colpì per lo sguardo. Lo sguardo di uno che è appena stato internato in un manicomio. E poi il peggiore di tutti. Capelli lunghi raccolti in una coda, pizzetto scuro, tutto quanto vestito di nero, appoggiato a braccia incrociate contro il muro, che mi guardava come se avesse voluto uccidermi lì su due piedi. I suoi occhi erano piccoli, scurissimi e gelidi. Avrei voluto scappare via. Stavo per scappare via, ma Eugenio, l'amico del mio ragazzo, mi ha trascinata in una conversazione psicologicamente assurda sulla caratterizzazione del suo pg. Ed io sono rimasta. Tutto ora mi farebbe dire che ho commesso un errore, che sarei dovuta andarmene sul serio, ma lo so. In fondo al mio cuore so perfettamente che invece essere rimasta ha segnato la mia vita per sempre. " Certe notti sei sveglio, o non sarai sveglio mai". E' così che è andata per me. Da quel momento, per un anno, quelle persone sono state la mia famiglia, i miei compagni di viaggio, i miei sostegni, la mia forza, tutto quello che delle persone possono essere. Ho vissuto per un anno come se fossi drogata di loro. Andavo in astinenza se non li vedevo x troppo tempo, ero felice di andare dovunque, basta che ci fossero anche loro. E quel ragazzo truce appoggiato al muro...è lui che mi manca più di ogni altra cosa. Lo so che tu non mi vuoi più neppure vedere, che stai soffrendo perchè da me volevi qualcosa che non potevo darti...però tu per me sei sempre stato speciale. Nessuno mai era entrato con tanta violenza nella mia anima, nessuno mi aveva fatto sentire come se ormai il mondo intorno a me non avesse più senso, ma fosse diventato qualcosa di differente. Nessuno ha mai significato quello che tu significhi ancora adesso per me. Anche se non ci sentiamo da ottobre. Quello che c'è stato tra noi non riesco ad inquadrarlo in nessun caso, in nessun modo, tranne in uno. E' stato il sogno. MA non il sogno di un amore perfetto, o quello tipo " E' stata una vacanza da sogno" eccetera. Il sogno che ti fa alzare, la mattina, e ti lascia stupito, ti costringe a riflettere, a cercare di capire che cosa sia accaduto, e perchè ora il mondo per gli altri è sempre uguale, ma per te non lo sarà mai più. E' questo che è successo a me. Tutto d'un tratto mi sono svegliata, e mi sono resa conto di avere in testa un paio di occhiali che mi facevano vedere qualunque cosa, anche la più usuale, come diversa. Strana, a volte perfino spaventosa. Si, anche le cose piccole ed innocue potevano sembrarmi spaventose, e le cose spaventose sembrarmi bellissime sfide contorte. Credo di essere l'unica persona al mondo a sapere esattamente cosa si prova durante un trip in acido senza essermi mai calata. Era così che mi sentivo io. Ero drogata pur senza fumare, senza sniffare, senza nulla. Ci sono persone che per sentirsi 5 minuti come mi sono sentita io per un anno leccano le anfetamine... Tutto questo soltanto per essere stata con voi, ma soprattutto con te. Ora tu dici di odiarmi, che nessuno ti aveva mai fatto soffrire tanto come ti ho fatto soffrire io, e vorresti vedere morta la persona che è riuscita a tirarmi fuori in tempo dall'abisso di follia in cui stavo cadendo. In cui in parte ero già caduta. Non certo per colpa tua, solo per colpa mia. Davvero. Soltanto mia. Mi sono buttata a capofitto in quello stano sogno, e ne stavo uscendo pazza. Poi è arrivato un angelo, un angelo col viso di bambino, ed ha sentito quella parte debolissima di me stessa che ancora sussurrava " Non farlo, perderai te stessa". Mi ha preso per mano e, con immensa dolcezza, mi ha condotta fuori. Nel mondo che un anno prima avevo lasciato. Come mi è sembrato vuoto, ne hai idea? Vuoto e senza senso quello che ora i miei occhi vedevano. Ma quello era il mondo. Perchè non hai saputo accettare il mio ritorno alla realtà? I sogni prima o poi devono dissolversi, altrimenti, se diventano parte della realtà per troppo tempo, diventano follia.
Ho paura che ora tu ci sia dentro in pieno, ed ho ancora più paura perchè ormai non c'è nessuno di cui tu ti fidi abbastanza da lasciarti guidare fuori. Avresti voluto che fossi io a farlo, vero? Ma come potevo, dimmi, salvarti, se io stessa ero prigioniera come te del sogno? Come potevo svegliarti se io stessa ero addormentata? Prego soltanto che tu un giorno possa incontrare qualcuno che, di nuovo, infranga quelle mura di terrore, che ora devono essere più alte, spesse e nere che mai, e che possa accettare la bellezza del giardino rinchiuso tra quelle mura. Che tu possa finalmente vedere le cose come sono. Quel giorno, ti prego, pensa anche a me. Chiamami e dimmi semplicemente che sei tu. Finalmente te stesso, non le assurde pare che ti porti dietro da troppo tempo. Per favore, non lasciare che quel muro ti divori. Non lasciare che quella persona dolcissima muoia soffocata dal cinismo e dalla disperazione. Per favore, non lasciare che la paura ti renda vuoto.
27 gennaio 2006
Categoria: Mi manchi
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