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da anonimo per Enrico
Caro Enrico,
premetto innanzitutto che non ritengo di doverti chiarire i motivi del mio nervosismo: e' mio indiscutibile diritto non volere che mia moglie mantenga un rapporto "particolare" con LA persona con la quale, solo poche settimane, fa mi ha tradito, sia emotivamente che fisicamente!
Ti scrivo invece per spiegarti come stanno le cose, veramente. Credendo a quanto mi scrivi, posso comprendere che da parte tua non ci sia alcun sentimento oltre l'amicizia.
Ma devi capire che per Sabrina le cose non stanno cosi'.
Come sai, attraversa un momento difficile; non e' malata, ma sicuramente e' disturbata, e come sai e' in terapia per superare questo disagio. Questa situazione, ovviamente, le porta forti scompensi. E tu sei, mi spiace dirlo, vittima di questo scompenso (come lo sono io, d'altronde!).
Sabrina ha una continua confusione tra cio' che e' giusto e cio' che e' sbagliato. In tutto. E cio' che prova per te non e' chiaro proprio a lei. Anzi, le e' motivo di ulteriore confusione e la costringe a grandi sforzi per incanalare il rapporto nella direzione "corretta".
Conosco benissimo Sabrina e so leggere le sue emozioni. E il disagio lo "leggo" in lei ogni volta che accade qualcosa che ti riguardi.
Non sono il solo a dire questo. Lo sostiene la stessa psicologa dalla quale e' in cura: tu sei la traslazione del disagio verso la famiglia.
Ti scrivo pertanto per appellarmi a cio' che tu dici essere cosi' forte, e cioe' al tuo volerle tanto bene.
Se le vuoi DAVVERO bene, chiudi ogni comunicazione con lei, perche' nonostante cio' che lei ti dice, il vostro rapporto le crea ulteriore confusione e disturbo.
Basta con gli sms, con le telefonate, con le dediche, anche se sara' lei a cercarti. Tutto questo e' veleno per Sabrina.
E, mi spiace dirtelo, non deve essere una pausa temporanea, ma la fine. Solo cosi' aiuterai davvero, con i fatti, Sabrina.
Grazie e in bocca al lupo per tutta la tua vita!
Patrizio
PS Sabrina ha letto questa lettera prima che io te la mandassi.
10 febbraio 2006 - Milano
Categoria: Lettere
da Enrico
Caro Patrizio,
Ovviamente non volevo, nè ti ho chiesto, di chiarirmi i motivi del tuo nervosismo.
Innanzitutto, almeno da quello che io so, Sabrina ha avuto un "rapporto particolare" con me quando tu e lei vi eravate temporaneamente allontanati. Questo non significa certo che devi esserne contento, ma riduce di molto, anzi svuota del tutto, la presunta colpa dalle aggravanti.
Premetto già che non sarà mia intenzione chiamare Sabrina o contattarla in alcun modo.
Capisco bene che stia vivendo un momento di crisi, e non voglio aggravarla.
In me ha visto qualcosa che non poteva essere: io gliel'ho detto, e sembrava che lei lo avesse accettato. Se così non è, non sarò certo io ad alimentare il fuoco del disagio. Ma quando mi sento dire (DA LEI) che il cancellarmi del tutto dalla sua vita la distrugge sinceramente non riesco a dirle: " Mi dispiace, ma non posso più sentirti."
Sulla natura del nostro "rapporto particolare" non spendo più neanche una parola tanto penso di averlo chiarito a te e a leI fino alla nausea. Non ho, immodestamente, niente di che rimproverarmi, perchè ho messo le cose in chiaro e credo di aver dimostrato a Sabrina di volerle davvero bene. E con te non devo certo scusarmi per cose che NON ho fatto.
Se lei vede in me una fuga verso la sua famiglia io mi faccio volentieri, si fa per dire, da parte. Nessun problema. Sono sicuro che tu saprai starle vicino nel migliore dei modi. Non ho rimpianti.
E mi preme soprattutto che Sabrina stia bene.
Ho cercato, a distanza, solo di starle vicino e di farle capire che non è sola.
Quindi, da parte mia, non ci sarà alcuna confusione o intromissione.
Perdere una persona care è sempre un trauma.
Forse, a distanza, avevo sottovalutato la situazione.
Quindi, se così stanno le cose, non posso e non voglio continuare ad avere contatti con lei.
Una sola cosa, però. So che non ne terrai conto, ma te la dico lo stesso: i disagi, anche i più gravi, passano.
Sabrina sta vivendo in un turbine di decisioni e traumi. Ma, col tempo, anche questi si cicatrizzano. Non svaniscono, ma passano. Se, e solo se, quel momento verrà (mesi, anni) spero che lei, con te accanto, possiate, in tutta tranquillità e serenità, alzare la cornetta del telefono e dirmi che, finalmente, da veleno sono diventato quello che ho sempre voluto essere: un Amico.
Non togliermi la speranza che questo avvenga.
Il tempo riporta tutto alle normali dimensioni; e potrai accorgerti che io sono stato solo una fuga dalla realtà, e niente di più tangibile. Soprattutto, spero lo capisca Sabrina. Inviale i miei più cari saluti, e dille che avrà sempre un Amico in me, anche se ora capisco di dovermi fare da parte.
Quindi faccio a entrambi i migliori auguri di una vita felice, con la speranza che, calmati i disagi, ci si possa vicendevolmente augurare, un giorno, dal vivo tutti gli in bocca al lupo che si vuole.
Ciao a entrambi.
Con la speranza che questo ciao abbia un significato nel tempo.
Grazie di avermi risposto.
Enrico
11 febbraio 2006
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