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da sabisse per indimenticabile
Per le strade che non precorrerai, per le stagioni che non vivrai, per il vento che non scompiglierà i tuoi capelli.
Per il tuo nome che nessuno potrà più chiamare, per la tua camera che era il nostro altare di emozioni.
Per i lividi che non vanno via, per la cioccolata al peperoncino, per il fumo di quest'ennesima sifgaretta che arrossa gli occhi.
Senza te non si vive ma si sopravvive.
Senza te non si ride, i sorrisi vengono unicamente simulati.
Non c'è la voglia di vivere ma solo il dovere di farlo.
Non si può parlare di vita ma semplicemente di esistenza.
Senza te non c'è musica ma solo rumore, non c'è pensiero che non sia inevitabilmente un ricordo.
Stè è la mia parentesi che non si chiude.
è la nostalgia che rimane impigliata nell'anima.
17 febbraio 2006
Categoria: Drammatiche
da mariposa
Tesoro...ho letto tutto, le tue due risposte e questa dedica...Sentirti dire che tu la vita la vuoi ancora mi fa piangere di gioia, anche se in realtà io già lo sapevo, l'avevo intuito da tempo che eri saldamente aggrappata a tutte le piccole-grandi cose di ogni giorno...Sei troppo intelligente, troppo matura, troppo forte, troppo consapevole di cosa sia il vero amore, il vero dolore, le vere emozioni, per disprezzarla questa vita. Ti sei arrabbiata con lei, certo. Ti capita ancora qualche volta, come capita a me e a tutti coloro che hanno ricevuto sulla pelle il marchio del dolore indelebile...ma se molti optano la via, a mio parere, più semplice e scontata ed immediata che è quella di smettere di lottare, noi no...noi amavamo ed amiamo tuttora i nostri angeli e l'idea di farli morire una seconda volta ci fa orrore, ci fa impazzire...Il dolore tenta di uccidere e annientare la nostra anima, ma noi sappiamo che, se gli permettiamo di farlo, Stè e Dory se ne andranno un' altra volta...e allora sì che sarà per sempre, allora sarà davvero finito tutto.
In questi giorni pensavo a tutte le canzoni in uscita che Dory non potrà ascoltare, a tutti i film e le pubblicità che non potrà vedere, al giorno in cui usciranno i tabelloni a scuola e io non potrò correre da lei a dirle che la sua "piccola genietta incompresa" è riuscita a passare anche se è una lazzarona...ma poi penso che non ce ne sarà bisogno...perchè quelle canzoni lei le ascolterà con le mie orecchie, le canticchierà con la mia voce; quei film lei li guarderà con i miei occhi e, per quanto riguarda l'esame di maturità che dovrò sostenere a giugno, beh...non ci sarà bisogno di correre da lei per dirle il risultato, perchè quell'esame lei lo sosterrà con me e studierà con me, imparerà con me, attraverso me...Io mi sento lei adesso, o meglio, mi sento me stessa e lei insieme, mi sento ciò che io e lei abbiamo costruito insieme...
Prima che lei morisse tutti mi dicevano che lei sarebbe sempre vissuta in me eccetera...ed io maledivo quelle parole, non ci credevo, non m'importava. Io ero convinta che sarei morta, che senza lei sotto il cielo nulla avrebbe avuto più senso, ero convinta che Dio non esistesse...avevo preso la via più facile, forse la più logica quando ci si trova ancora nella fase di incredulità...Ma ora la sento davvero, in maniera assoluta ed inequivocabile e so che Dio c'è, esiste...So che non sarò MAI sola, come MAI lo sarai tu. E non ho più paura...non ho paura nemmeno che mi accada di nuovo...perchè mi sento invincibile. Ho ancora delle forti crisi ogni tanto, che mi fanno crollare e quasi mi tolgono il respiro...ma poi sento le sue braccia che mi risollevano, perchè lei non vuole, lei vuole ancora riempirsi gli occhi di tutto ciò che la vita ci propone ogni giorno e solo attraverso me lo può fare...e allora sono ben felice di asciugarmi le lacrime con il dorso della mano, andare in cucina a prepararmi un panino col salame e poi sorridere, ridere, andare a comprare un paio di occhiali da sole nuovi o una sciarpa rosa...Sabisse, noi non lasceremo che loro si perdano il bello e il brutto che ancora c'è al mondo...glielo dobbiamo, veramente. E lo dobbiamo anche a noi stesse.
Ah...LA CIOCCOLATA AL PEPERONCINO...mi è balzato il cuore in gola quando ho letto queste parole sulla tua dedica...Io e Dory abbiamo convissuto a lungo con la cioccolata al peperoncino...era diventata un must ormai...
Il fatto che tu abbia deciso di scrivermi le tue percezioni, la tua nuova fiducia, la scoperta di questa tua volontà che in realtà c'è sempre stata ma che era forse rimasta un po' in ombra, mi rendono felice in una maniera che non puoi immaginare. Ti ho molto a cuore, credimi. Ho molto a cuore la tua serenità. Sento il tuo dolore così vero, così lacerante, ma allo stesso tempo così composto e dignitoso come, a parer mio, solo il vero dolore sa essere...Ti sento vicina, sempre. Ed è disarmante quanto tu sappia scaldarmi il cuore attraverso un computer...E' possibile nel mondo trovare una persona che riesca ad emozionarti e a capire in un batter d'occhio ciò che senti? Sì...è possibile. E tu, cara Sabisse, ne sei l'esempio vivente.
Ti voglio bene.
17 febbraio 2006
da SolaJey
Sabisse, le tue parole, sono molto veritiere, è vero che sono caduta, per due volte sono caduta, e per due volte, ho trovato la forza di alzarmi, ma adesso, sono stanca, troppo stanca, ormai la mia anima e il mio corpo sono a pezzi, perchè devo nuovamente rialzarmi, per poi ricadere nuovamente, per poi, morire di nuovo, si, perchè ogni volta che dio mi ha strappato chi amavo, quando sono morti, sono morta anche io con loro, e a questo tipo di dolore, questa sofferenza che ti dilania il cuore, lo spirito, e di acceca la mente, non ti abitui mai, è sempre doloroso, orribilmente doloroso, nel giro di due anni ho perso chi più amavo.
Alle volte penso che sia colpa mia, che ho dato troppo per questi amori, scomparsi, perchè, per un'amicizia, come per un'amore, io da tutta me stessa, e ogni volta che cado, e peggio che esser trafitta da mille lame.
Ho passato la notte sdraiata sul letto, a osservare i soffitto, cercando di convincermi, che non era successo nulla, ma non potevo mentire alla crudele realtà che mi si presentava davanti agli occhi, allora ho iniziato a piangere, in silenzio... quasta mattina, volevo uscire, mi sono affacciata al balcone, ma alla sola vista di quelle coppiette, felici, e innamorate, ho sentito, un senso di repulsione, mi sono chiusa dentro casa mia, non apro nessuna porta, non voglio sentire NULLA. L'unica porta che apro, seppur di rado era quella del frigorifero, ma adesso è vuoto, vuoto come la mia vita, lunedì ci sarà il funerale, non ci andrò.
Sabisse, tu mi hai detto che, pensi al tuo Stefano, come ad un angelo, e preghi affinchè lui stia bene, almeno questo ti da la forza di andare avanti.
Le tue frasi mi hanno fatto riflettere, in questo tempo, quando penso a loro, non mi sono mai domandata dove possano essere adesso, in un posto nuovo, in un nuovo corpo, con una nuova vita, no, non l'ho mai pensato, ricordavo solo i momenti che ho vissuto con loro, e cercavo di allontanarli, dalla mia mente, per non sofffrire, ma era tutto inutile.
Forse il fatto che io non mi ponga la domanda, di dove siano, e perchè, non credendo in dio, non posso pensare, che loro siano in cielo, sottoforma di angeli.
So solo, ed esclusivamente, che il loro corpo, giace privo di vita, in una scatola nera, denominata bara. Ma il loro spirito, no, non so, dove sia.
Grazie di tutto Sabisse
18 febbraio 2006
da sabisse
Tesorino, ciao!
Una tua frase mi ha colpito: "il dolore composto e dignitoso come solo il vero dolore sa essere".
Lo stesso concetto l'ho scritto io, in una risposta ad una ragazza che non ha la nostra stessa calma, forse quasi troppa calma, nell' esprimere ogni cosa.
La compostezza che hai tu nel parlare del tuo dolore è quella che ho anch'io:non ci sono parole forti, maledizioni,imprecazioni contro questa vita o contro il destino.
Perchè noi sappiamo.
Sappiamo che quando il dolore decide di colpirti, di schiaffeggiarti il viso non puoi sottrarti ma, anzi,devi porgere la guancia affinchè la sberla e il dolore che provoca finisca il prima possbile.
Sappiamo anche che ci saranno tanti altri momenti brutti, anche se spero vivamente non siano come questo.
Inoltre, cosa secondo me importantissima, noi non crediamo che il nostro dolore sia più forte e accecante di quello degli altri, non ci vittimizziamo vicendevolmente ma, anzi,cerchiamo di infonderci coraggio.
Aver capito che la croce che portiamo la stanno portando anche altre persone, che in molti soffrono maggiormente (in questo momento penso alla madre di Stè)ci aiuta a non sentirci le uniche al mondo ad aver avuto la pistola puntata contro.
La pistola ha sparato..ma non ci ha ucciso.
Ci ha unicamente tramortite.
Mi sento tanto affine con te e provo un affetto, una devozione sincera.
Ogni volta che ascolto il pezzo che fa : "l'amore conta, conosci un altro modo per fregar la morte" ienvitabilmente penso che io e te abbiamo compreso.
Abbiamo compreso che per non sentire l'assenza di chi non c'è più bisogna amarli più di prima.
Solo in questo modo riusciamo a sentirli ancora di più attaccati alla pelle, ancora più vicini, ancora qui.
18 febbraio 2006
da sabisse
Solajey,
tutta la notte a fissare il soffitto..come ti capisco.
Anch'io ho passato e spesso passo notti insonni, lasciando che i ricordi mi attraversino.
è pazzesco il modo in cui cerco di ricordare ogni dettaglio, ogni parola, perfino quelle che Stefano diceva e che non ascoltavo perchè non mi interessavano molto.Beh, ora mi mancano anche quelle.Morbosamente.
Vorrei sentire perfino le sue mille ca**ate, i discorsi scemi, le battute provocatorie.
è strabiliante come la morte ti porti a desiderare perfino i difetti e i lati della persona che s'è portata via.
Comunque, hai detto di aver passato l'intera notte fissando il soffitto.Almeno tu hai accettato i tuoi pensieri..
Io ieri notte invece mi sono trascinata da un locale ad un altro, da una discoteca all'altra, cercando di coprire l'assenza di Sè con il suono forte della musica.
Ci sono riuscita in alcune ore, ma solo un po'.Quello che ho capito è che devo smettere di bere anche solo un goccio:l'alcool amplifica le mie percezioni, le mie emozioni e mi fa ritrovare ad inseguire il pensiero di Stefano per l'intero effetto.
Stasera non lo so cosa farò.Ho due feste ma non ho voglia di andarci, non riesco a condividerla tutta quell'allegria.
Credo piuttosto che uscirò a cena tranquillamente con le mie migliori amiche, cercando di dimenticare almeno per un po' che al mio fianco c'è una sedia vuota...
18 febbraio 2006
da marco
Cara Sabisse
ero indeciso se risponderti nell'altra dedica ma è tante pagine indietro e poi ci sono già molte risposte...così ho deciso di risponderti qui sotto la tua ultima dedica...così potrai trovarla credo più facilmente...leggendo questa tua ultima dedica che in realtà risale ormai a quasi una settimana fa mi tornavano alla mente le parole del tuo ultimo messaggio che è avvolto nella sua stessa pesante caligine...
una nebbia fitta ed appiccicosa sembra stazionare tutto intorno a te e sopratutto dentro di te e rende il paesaggio circostante talmente monotono, così grigio ed inespressivo pieno di basse paludi e fangosi acquitrini e svilisce le tue forze, spegne le tue energie, ti sottrae e ti risucchia tutta la tua voglia di vivere..ti ritrovi senza più desideri nè aneliti si smette di vivere e si comincia a sopravvivere e la sopravvivenza ha un sapore quasi eroico, di impegno gravoso da onorare, di comandamento solenne a cui nn ci si può sottrarre anche se è talmente faticoso resistere alla tentazione di lasciarsi andare...così ripensavo alle tue ultime parole, e ti vedevo trascinarti da una discoteca all'altra...quell'espressione l'avevi già usata fra l'altro un'altra volta ricordi?quando mi dicevi che ormai più che camminare strascichi barcollante ed arranchi con fatica tra mille dolori e sofferenze...quando mi dicevi di sentirti addirittura perseguitata dagli sguardi dei passanti...inutile dirti che così nn è, che difficilmente qualcuno, specie nella sua frettolosa quasi frenetica corsa preso dai suoi pensieri e dai suoi impegni ha la volontà e la possibilità di osservare con più attenzione anzichè guardare di sfuggita
Nn so se questo tuo disagio interiore s'è un poco, in questi ultimi tempi, attenuato,se tu provi ancora quelle sgradevolissime sensazioni...da quel che mi dicevi l'altra volta purtroppo devo concludere che forse è così...e vorrei tanto poterti mostrare come uscirne xc io ci sono passato e ho superato quegli orridi e sgradevoli stati d'animo.
Purtroppo scappare tentare di nn pensare al proprio malessere ed al proprio disagio nn serve xc è impossibile fuggire da sè stessi
Come già ti dicevo in precedenza tu è da te stessa che fuggi quando ti tuffi nel labirinto dei tuoi impegni o ti aggrappi al telefono come ad un'ancora di salvezza o corri disperatamente sul greto di un argine
Mafuggi in fondo xc vuoi salvare te stessa.
l'altra volta avevo cercato di rispondere alla tua precedente domanda, come mai Stefano ti mancasse come persona e nn come ragazzo e accennavo a due opposte tendenze tra le quali tu oscilli come un pendolo
l'una che ti spinge ad aggrapparti al suo ricordo l'altra che ti sospinge invece lontano da lui.Ti dicevo che secondo me costituiscono il cuore della tua attuale crisi...cercherò di spiegarti xc...coll'andar del tempo sulle tue dediche è calato sempre più impalpabile e scialba la foschia densa del doloroso disagio soffocato e soffocante che tu vivi in questo periodo...il cielo terso e limpido, scintillante di radiosa luce solare
l'universo d'incanto splendente ammantato
sotto il pigolio di stelle sono un ricordo lontano...stai un pò meglio ma sei così lontana dalla tua favola bella che in una splendida dedica avevi descritto...xc assieme al dolore se ne va anche la gioia i sentimenti e le emozioni e così è proprio nell'insensibilità che rischi di cadere...
ma può il sole smettere di splendere?le stelle possono smettere di sorridere agli amanti notturni, la luna cullare i loro dolci baci?può la natura nn rifiorire a primavera?Così tu nn puoi cadere nell'insensibilità e nell'indifferenza.
E allora Sabisse lascia andare Stefano...è giunta l'ora...conquista la tua piena indipendenza da Stefano staccati dalla sua persona così da custodire x sempre l'amore puro che nutri x il tuo ragazzo.
Solo dopo esserti staccata e separata da lui
solo dopo aver conquistato l'indipendenza nei confronti della sua persona potrai ritrovare x sempre il tuo ragazzo accanto a te, inciso con i dolci baci dell'amore nel tuo cuore puro.Chiudi questa parentesi, cosicchè il vostro amore possa finchè avrai vita battere ogni giorno della tua vita nel tuo cuore...caccia via la malinconia e la nostalgia xc nn ti aiuteranno a ricordare ma d'ora in poi sempre più danneranno i tuoi ricordi...solo ricominciando a vivere i tuoi ricordi potranno tornare a splendere pieni del tuo incantevole e luminoso sorriso...in quelle brevi parentesi in cui c'erano solo sorrisi x la tua passata felicità tu potevi ricordare con il cuore colmo di riconoscenza e gratitudine semplicemente xc
tornavi ad assaporare quasi inconsapevolmente il sottile piacere maliardo della vita nel suo momento di massimo fulgore, nel fiore dei suoi anni.
Ascolta il tuo cuore..allontanati da lui xc solo così potrai averlo x sempre al tuo fianco.ecco xc tu hai mille volte ragione quando dici che nn te la senti di vedere i suoi amici.è più che naturale.ed io sono d'accordo, pienamente d'accordo con te.
devi ricominciare a vivere.Come loro.
Quando avrete ricominciato a vivere allora potrete un giorno ritrovarti e passare assieme una meravigliosa serata sull'onda di potenti vibranti emozionanti ricordi.
da parte mia vi auguro con tutto il cuore che il tempo dei sorrisi torni presto x tutti voi e sopratutto x te che mi sei tanto tanto cara Sabisse...
nel frattempo te lo mando io un sorriso...
e un abbraccio forte fortissimo.Un bacio
Marco
22 febbraio 2006
da sabisse
Caro Marco,
questa settimana non ho scritto nulla come puoi vedere.
Non mi è più così indispensabile scrivere sempre e comunque, in ogni attimo.
Non giro più con una penna ovunque vada per sfogare quel nodo che altrimenti mi avrebbe fatta cadere nel pianto.
Ricordo addirittura che a volte, mentre ero in qualche bar, tiravo fuori la penna ed iniziavo a scrivere pensieri sconnessi su tovagliolini di carta che magai chissà, qualcuno dopo di me ha letto credendo che a quel tavolo si fosse seduta una povera pazza arrabbiata col mondo.
Io non ce l'ho col mondo, cerdimi.
Non odio Dio, non odio la vita, non odio me stessa perchè sento che, nonostante tutto, ogni giorno la vita continua ad insegnarmi qualcosa.
A volte purtroppo mi insegna e mi fa capire di poter andare ancora più a fondo ma, in altri momenti, mi insegna a risalire.
In questi ultimi giorni ho capito che la vita non ha realmente smesso di mostrarmi i suoi segreti, ho compreso che tante cose mi sono sempre state accanto in questi ultimi mesi.
Semplicemente avevo smesso di vederle, di crederle in esse perchè come ben sai l'intera mente era concentrata sull'assenza, sulla sofferenza.
Forse aver capito o aver perlomeno iniziato a capire che per me spunterà una nuova alba ed un nuovo domani ha fatto sì che io smettessi di scrivere sempre e con amarezza.
Perchè sto iniziando a vedere un barlume di speranza..
Questa lettera è stata scritta in un momento cieco ma, se vai nella penultima dedica, vi è alla fine una risposta a Mariposa che può aiutarti nel capire come io stia cercando di far sì che questo spiraglio di luce si spalanchi dinnanzi a me.
Purtroppo devo già porre fine alla mia scrittura, spero che queste righe ti possano bastare.
Grazie per il sorriso che ricambio con sincerità e devozione.
Un bacio...
22 febbraio 2006
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