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da sabry per Fabrizio
E il meglio di voi sia per l'amico vostro.
Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea,
fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.
E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell'amicizia.
Poiché nella rugiada delle piccole cose
il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.
Tratto da "Il Profeta" di Kahlil Gibran
17 febbraio 2006 - Milano
Categoria: Poesie
da Fabrizio
Ciao Sabry, sono stupende queste parole. Adoro queste poesie allo stesso tempo chiare e profonde. Secondo me è qui che sta l'arte della poesia, nello scrivere con parole di rosa sentimenti profondi come oceani. E nel rendere comprensibili questi sentimenti. Tanta letteratura e tanta poesia sono di pura forma, secondo me. Uno sforzo estetico, di scrivere bene. Ma che valore ha l'estetica, se non è espressione di sentimenti? Secondo me nessuno. Pirandello, alla cerimonia della morte di Verga ( se non ricordo male ), disse che c'erano due letterature : quella di parole, che era quella di D'Annunzio, e quella di cose, che era quella di Verga. Credo che il buon Luigi volesse dire che era quella di Verga la letteratura migliore, e se anche non avesse voluto dirlo, è così che la penso io. Ecco, queste parole sono vera poesia. Complimenti per averle scelte! E grazie soprattutto di averle scelte per me, e grazie del loro messaggio, è bello sapere che ho un'amica con cui condividere dolori e gioie. Sai, oggi ho scritto 11 poesie, e per la fine della giornata prevedo di scriverne altre 19. Ho ripreso a scrivere, ma voglio ritirarmi dalla poesia il prima possibile, sta diventando uno sforzo troppo stancante! Prima però voglio portare a termine i progetti che avevo ideato, non voglio che tante idee rimangano incompiute. Mi avevi chiesto una poesia sulla musica...e ti avevo detto che probabilmente non ce l'avrei fatta...oggi ce l'ho fatta, ma è una poesia molto scarna, come molte delle poesie che sto scrivendo...spero ti piacerà lo stesso, e che ti faccia fare un bellissimo viaggio! Ti voglio tanto bene Sabry
PS : di filosofia possiamo parlarne quando vuoi, è la mia passione numero 1!
MUSICA
Cantano la polvere dell'autunno
i magici tasti del pianoforte
e si affacciano appena dietro porte
della mia malinconia.
18 febbraio 2006
da Sabry
Fabrizio, bellissima la tua poesia sulla musica. L'ho salvata come sms nel telefonino, così me la porto anche a Parigi!
Spero che non fosse la 30esima poesia della tua giornata.. :-)
..altrimenti mi sentirei responsabile della tua stanchezza. Bello pero' prendersi un esaurimento da poeta, no?
Mi mancherai, te lo dico con il cuore..quando torno la prima cosa che faro', dopo aver sbaciucchiato le mie coccoline, sarà chiederti come stai e scriverti.
Spero che questo viaggio mi aiuti a distrarmi e a ritrovare un po' di forza per affrontare di nuovo la vita vera al mio ritorno..
Lascio incompiuto un progetto di suonare al piano, in coppia con un violino, l'Ave Maria di Gounod/Bach e l'altro progetto è quello di parlare di filosofia con TE!..tranquillo, per un po' evitero' di spremerti come un limone con le poesie. Ma tu continua, senza sforzi eccessivi, quando hai voglia, perchè credo che sia molto importante esprimere le nostre incontenibili emozioni in questo modo. Tu scrivendo poesie, io suonando col piano, è un modo per incanalare i sentimenti in una direzione che dia loro una forma compiuta, anzichè lasciarle andare libere..che spesso ci portano alle altre emozioni violente e negative e ci allontanano dalla vita e dalle nostre risorse..
Sei una persona piena di risorse, devi solo farle uscire fuori da te, regalamele, io le apprezzo tantissimo.
Ti lascio, ti saluto con un abbraccione fortissimo, ti ringrazio della tua presenza, sei molto importante per me.
Per salutarti come meriti ecco i versi di Holderlin, poeta che amo moltissimo e bon voyage a me
"...Poichè è un enigma questo cuore umano. Spesso s'accende in noi un desiderio splendido, irresistibile, d'andare e di vagare senza fine, e spesso perfino un cerchio breve e circoscritto, un amico, una piccola capanna, la donna amata, pare che ci bastino ad appagare tutti i desideri. Ma l'ora del distacco ci divida, come le piace, i cuori che si amano. Certo la santa roccia dell'amicizia non avrà timore del tempo pigro e delle lontanze. Amato, noi ci conosciamo. Addio."
Invece io ti dico arrivederci Fabrizio, a presto.
ti voglio bene
Sabry
18 febbraio 2006
da Fabrizio
Allora Sabry, oggi dovrebbe essere il giorno del tuo rientro...ho aspettato fino a oggi a scriverti perchè non mi veniva nulla di originale in mente...e poichè oggi è un bel giorno ( rientri qua da noi! ) mi sembrava giusto scrivere qualcosa di particolare...in realtà neanche oggi ho avuto grandi idee...dunque cosa dirti? In questo momento sto studiando il Positivismo in filosofia, e fatico a immaginare una teoria più sbagliata di questa : il progresso è positivo. A me sembra che il progresso abbia portato benesseri economici e un miglioramento delle condizioni di vita della massa, questo sì ; ma ha concorso all'affermarsi di una società di massa tremendamente egoista e superficiale, come se avere un benessere materiale volesse dire che su quello va incentrata la propria vita. Facevo mente locale storica ( ti piace quest'espressione? ;D ) e mi chiedevo se questa superficialità fosse esistita sin dai tempi antichi...io francamente penso di no, perchè per esempio nell'Impero Romano erano pochi i cittadini ricchi, lo stesso nella Francia prima della rivoluzione o nell'Europa feudale del medioevo...credo sia logico che una persona che non ha beni materiali non può essere materialista, vorrebbe dire vivere per qualcosa che non ha...dunque prima erano meno le persone superficiali, perchè erano meno le persone a poterlo essere, a poter essere legate a dei beni materiali. Mentre, dall'inizio del Novecento in poi, con la nascita della società di massa si è affermato un livello di benessere, nell'Europa sviluppata, piuttosto ampio e generale. Più persone hanno avuto la possibilità di lasciarsi corrompere dai beni materiali...più persone si sono lasciate corrompere dai beni materiali. Però non mi fermerei alle cause storico-sociali...io credo ci sia anche una causa esistenziale, o psicologica...cioè la maggior parte degli uomini sono opportunisti, determinano il loro agire in base alla situazione...finchè non avevano i beni per essere superficiali e godere di ciò, non erano superficiali...quando ne hanno avuto la possibilità, la maggior parte ha accettato volentieri...basta guardare la società d'oggi, soprattutto le ultime generazioni...personalmente odio la mia generazione, a parte rarissime eccezioni dubito si salvi qualcuno dal conformismo e dalla superficialità...e le generazioni più recenti sono anche peggio...però dipende solo in parte dalla storia della società, in parte dipende dalla schifosa natura della maggior parte degli uomini...l'abbozzo d'uomo di cui parlava Svevo ( che a me non piace per niente! ), che si adatta a seconda della situazione, ed è dunque perfetto per vivere in qualsiasi epoca...mi viene in mente la frase dell'evangelista Giovanni : " E gli uomini, piuttosto che la luce, scelsero le tenebre " ...è proprio vero. Bhe, come vedi ho trovato il modo di scrivere uno dei miei soliti discorsi contorti...se mi si dovesse definire come scrittore, si potrebbe usare un aggettivo che vale anche per me come persona : confuso. E come posso non essere confuso da questa vita? Ti voglio tantissimo bene, e nota bene, ti attendo al varco per parlare di filosofia...oggi ho preferito storia e psicologia ;)
22 febbraio 2006
da Sabry
Che tu sia confuso ti fa un degno rappresentante del Novecento!
Essere confusi in quest'epoca è normalissimo. E' l'epoca dello smarrimento, della crisi dei valori e della famiglia, chi non si sente smarrito?..CHI CERCHI CON QUESTA LANTERNA?". DIOGENE RISPOSE: "CERCO L'UOMO!".
Non si ha mai un po' di tempo per fermarsi. Non mi sembra che le domande siano molto cambiate al giorno d'oggi. E' vero, da un lato il consumismo ha portato ad un'alienazione degli esseri umani e i piu' deboli si sono fatti corrompere dall'idea di possedere beni materiali che dessero un'illusoria quanto momentanea felicità, l'idea che nell'avere e nel possedere si esaurissero tutti i nostri bisogni..relegando i valori dello spirito e della famiglia in posizioni subalterne nei confronti del sapere scientifico e tecnologico,
l'apoteosi della volontà di dominio dell'uomo sul mondo, del suo egocentrismo e del suo credersi al centro dell'universo.
E' anche vero che per reazione sono fiorite tante correnti di pensiero che hanno cercato di condannare questo presuntuoso uso indiscriminato e consumo sfrenato di beni materiali, correnti spitituali, penso al buddismo, al ritorno alla spiritualita, zen, new age, fanatismi d'ogni genere e ne hanno fatto una moda anche di quelli, ma la filosofia, l'esistenzialismo che ha sottolineato la condizione umana nella sua angoscia di vivere e ha aperto un varco al pensiero per entrare in questa zona oscura...e l'arte ne ha continuato il discorso usando il linguaggio che le è proprio, quello dei sentimenti, denunciando e tentando di mostrare sublimandole questi momenti di angoscia e di smarrimento, facendo vedere, toccare e sentire la disgregazione e la frammentazione, la solitudine e la impossibilità di comunicare il proprio dolore gli uni agli altri. Thomas Mann ? Diceva «La felicità di chi scrive è il pensiero che riesce a diventare sentimento, è il sentimento che riesce a diventare pensiero». Molti sono i tentativi di riconquistare quello spazio e quel tempo che fanno dell'uomo un degno essere umano e non un oggetto represso e annullato nella sua libertà di agire e di pensare, schiacciato dall'uso delle macchine e della burocrazia. L'arte in senso lato (la poesia, la musica, la pittura..) è l'unica forma di linguaggio che ci è rimasta come possibilità di esprimere e di trasmettere ancora qualcosa che a parole non si riesce piu' a dire, perchè anche le parole sono già state usate tutte, già state ascoltate e non riescono piu' nulla ad un orecchio troppo umano, abituato a sentire, o ad un occhio non piu' abituato a vedere la meraviglia che ancora ci circonda.
Conosci l'urlo di Edward Munch? il grido?, dove è raffigurato un uomo che sembra implodere il suo stesso urlo di dolore. Non c'è opera che renda piu' visibile un sentimento come l'angoscia esistenziale e l'essere gettati nel mondo e non usa una parola per esprimerlo, basta guardarlo e ti trasmette da solo l?orrore e lo sgomento.
Lo sai che a Parigi mi sono tuffata nel mondo bohemiens di Monmartre?..ho respirato l'aria maledetta dei poeti e dei pittori, dei letterati e degli artisti che vivevano ai margini della società parigina, quasi relegati nel loro mondo, dove non mancavano i vizi sfrenati e l'evasione nei paradisi artificiali dell'alcool e dell'oppio, ma dove sono fiorite opere grandiose..è stato tutto molto affascinante. La giornata in cui ho deciso di intraprendere la mia lunga scalinata verso la basilica del Sacro Cuore era grigia ed era forse per questo ancora piu' suggestiva. Scendeva giu' una specie di neve mista a nebbia e rendeva tutto il paesaggio ancora piu' surreale, circondato da un silenzio quasi religioso...sembrava che da un momento all'altro dovesse succedere qualcosa, almeno così io mi sentivo in quel momento, mentre annasapvo salendo i gradini, rifiutando di prendere la funicolare (come avevano fatto i 330 giapponesi che ho incontrato piu' tardi!!!,) fermandomi ogni tanto a guardare il tratto percorso e a riprendere fiato bestemmiando per le troppe esigarette che mi fumo..
Credo di essere andata fuori tema, pero' ci tenevo a raccontarti qualcosa della mia breve esperienza parigina..
Aspetto tue notizie Fabry.
Ti voglio bene, grazie di esistere
24 febbraio 2006
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