E? l?ultima volta che ti scrivo. L?ultima.
Sabato, poco dopo che sei andato via tu, lei mi è venuta a prendere. Salgo in macchina. Mi guarda. Lei lo sapeva. Ed aspettava che fossi io a dirglielo. Sincera, almeno una volta. Decido di accontentarla. Mamma, ho visto Antonio.
Non ho preso le mazzate. Non stavolta.
Ha continuato a guardarmi, senza dire o fare niente.
Era vuota. Vuota come non l?ho mai vista. Mia madre. La donna dalle mille risorse. Quella a cui bastava uno sguardo per capire se le stavo mentendo. Quella che ha fatto di tutto per ostacolarci. Mia madre. Quella che vorrebbe solo proteggermi.
Mi guardava. Senza odio. Né verso di te, il ?cattivo ragazzo?, né verso di me.
Ha accelerato un po? per strada, ma solo un po?.
Arriviamo a casa.
Si chiude dentro. La sento singhiozzare.
Entro. Mi faccio coraggio, ed entro.
Stavolta è lei ad essere fragile.
Mi guardo la spalla. E? ancora qui, il segno del morso che mi ha dato l?ultima volta che ci ha sgamati insieme.
Il dolore è stato grande, sì... ma ora lo è di più.
Negli occhi di mamma, sabato sera, ho visto la rassegnazione, la sconfitta, la delusione.
Ci credeva in me. In quest?ultimo periodo mi aveva dato fiducia. Tanta. Troppa. Non me la meritavo.
Non sono riuscita ad essere la figlia che voleva. Non ci sono riuscita. L?ho solo presa in giro. Le ho detto che sono cambiata, ed ho continuato a vederti di nascosto.
Ogni notte uno strano senso di angoscia mi assaliva, ma cosa importava?? Nella peggiore delle ipotesi, mi dava un altro morso.
Invece no.
L?ho distrutta. L?ho trasformata nella madre che non è mai stata.
Non è più la mamma che tutti m?invidiavano, quella con la quale potevo fare gli scherzi telefonici, quella che mi consolava se il mio ragazzo mi aveva lasciata, quella con cui andavo a prendermi un gelato, quella delle risate, delle notti a parlare, delle lotte coi cuscini.
Io a mia madre ho sempre detto tutto.
E adesso??
Troppe bugie, troppe delusioni.
Mi sono sempre fidata ciecamente del suo giudizio.. sì, finché non ci è capitato di trovarci in disappunto su qualcosa. Qualcosa? Il ragazzo che mi piace.
Non ce la faccio a vederla così. Non ce la faccio.
Ho provato a convincerla, ti giuro che ci ho provato... ma non si può.
Stavolta devo piegarmi agli eventi, e so che farà male, ma devo farcela.
Antò, questo è un addio.
Per favore, non provare a convincere né me, né lei a cambiare idea. Sarebbe inutile.
Odiami, se vuoi. Se può farti stare meglio. Odiami se non ho avuto la forza di ribellarmi agli eventi.
Lo so che sei un bravo ragazzo, ma devo dirti addio.
Dici di volermi bene.
Beh, se è davvero così saprai anche lasciarmi andare, ormai la mia scelta l?ho già fatta.
Io rivoglio la mamma che avevo prima, in qualche modo la rivoglio... e mi mancheranno i tuoi baci, ma il vuoto di un ragazzo che manca è più facile da colmare rispetto a quella di una mamma che cambia.
Non credo di averti convinto, con questa lettera. Ma non è importante.
Se davvero mi vuoi bene, lasciami perdere.
Perché io non ce la faccio a mentirle ancora, a fingere.
Non se lo merita.
Mi domando solo cosa farebbe un?altra al posto mio... beh, probabilmente correrebbe da te, se ne fregherebbe di una madre rompipalle..
Ma io no, io non sono così.
Perché ho capito che uno schiaffo fa male, soprattutto se non ne hai mai ricevuti. Ma fa ancora più male non riceverne più.
Che altro aggiungere?
... SE MI CERCHERAI, SE TI SENTIRO?, SE NON CI INCONTREREMO MAI... COMUNQUE IO TI RITROVERO?... IN TUTTI I MIEI GIORNI...

10 luglio 2006

Categoria: Addio