Vita

da Pour Parler per Tutti

che confusione...
mi sento travolto dai battiti del mio cuore, dai rumori della città, dalle idee, dalle parole, dai ricordi. oggi a marsiglia fa un po' freddo, tira il vento, mi ritiro in questo internet café per sfuggire al clamore della strada... ho voglia di raccontarmi a qualcuno, vorrei mostrarmi, per sentirmi esistere giusto qualche minuto, senza il peso di essere in debito per un po' di attenzione.
ho 24 anni sono figlio di un professore e di una sua allieva che, dopo fatti non troppo allegri, diventerà sua moglie. la mia infanzia alla campagna ha un che di idilliaco, tutto era molto spensierato, ma l'incontro con ragazzi meno fortunati mi lascio' un segno indelebile: tutto cio' che avevo appreso e vissuto fino a quel momento veniva travolto e stravolto da quelle giovani vite già marcate dalla durezza dell'esistenza. spiazzato da questa inattesa diversità cercai di capire, di trovare un punto di incontro, ma il risultato fu piuttosto disastroso e mi porto' a scontri sempre piu' frequenti dai quali, naturalmente, uscivo spesso con le ossa rotte. cosi' comincio'... a casa l'impossibilità di tradurre il mio malessere portava tempesta e piovevano botte.
avvenne il momento di sciegliere un liceo e presi la decisione in base alla lontananza della scuola da casa. un liceo di economia e commercio... eh eh eh... vabbé, qualcosa era un po' migliorato, stavo via per tutto il giorno e c'era tanta nuova gente. per i primi anni niente di nuovo comunque, il solito incontro scontro devastante. poi, stufo, presi la decisione di essere un po' come gli altri e di mettermi da parte.
parse funzionare, ma quel mio lato sofferente mi fece avvicinare a persone con situazioni difficili: tra di loro mi sentivo piu' compreso. fondammo un locale in un vecchio fienile: l'anarchy. più o meno consci della nostra situazione di semi-emarginazione creammo questo luogo dove "ognuno deve poter essere se stesso","un porto al riparo dalla tempesta del mondo", e via di sigarette, birra, canne e qualche bella ragazza(finalmente!).
poi incontrando l'illuminismo e la ragione tra i banchi di scuola trovavo la fonte del mio malessere in una società ingiusta e ciecamente avida; avevo trovato il mio capro espiatorio... mi dirigevo ignaro verso uno scontro troppo grande per le mie forze: io contro il mondo, la cultura, le genti e il loro modo di vivere. avvenne che mi ritrovai all'ultimo anno di scuola: la battaglia cominciata era già persa. volli l'esilio, lontano da casa, dal rumore della famiglia che non capiva, e andai per due mesi in una clinica psichiatrica dove fui annientato dai medicinali. quando uscii presi la scusa di studiare il tedesco e potei cosi' andare in germania per due settimane. mi fece gran bene, il nuovo, l'anonimato... buttai via i medicinali e decisi che viaggiare era buono. tornai completamente in forma e pronto alla sfida di finire la scuola, lavorare e viaggiare: via, via da questa brutta ed infelice società, via, alla scoperta di nuovi e splendidi orizzonti.
per ora mi fermo poiché debbo andare...

20 ottobre 2006

Categoria: Vita

da anonima

tu...il tuo essere csì diverso..ma csì uguale a me..mi hai molto colpito...sn felice di aver letto la tua dedika..molto bella, semplice..ma profonda allo stesso tempo..ti voglio bene di già...e vorrei essert vicina...1 bacio..sxo scriverai ankora...

20 ottobre 2006

da MMMMM

mi hai fatto piangere...sei una persona coi fantastica, cosi preofonda...che capisci il dolore degli altri...beh ti invidio che tu puoi prendere e partire..lasciare tutto, io no, non posso...mia madre non puo permetterselo...ceh complimenti per iltuo coraggio...

6 febbraio 2007