NOI DEGLI ANNI ?80
Voglio rendere giustizia a una generazione, quella di noi nati agli inizi degli anni '80 (anno più, anno meno), quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere oggi 2 o 3 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni.
Noi che non abbiamo fatto la Guerra, non abbiamo visto lo sbarco sulla luna, ne abbiamo vissuto gli anni di piombo.
La nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia '90, con gli esordi di Michael Schumacher e di Valentino Rossi.
Per non aver vissuto direttamente il '68 ci dicono che non abbiamo ideali, ma di politica ne sappiamo più di quanto credano e probabilmente più di quanto ne sapranno i nostri fratelli minori e discendenti.
Babbo Natale non ci portava quasi mai ciò che volevamo davvero, però dicono che abbiamo avuto tutto. E invece quelli che sono venuti dopo di noi sì che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice mai.
Siamo l'ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare a nascondino, a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai grandi parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori.
Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta. Le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni.
Andavamo a scuola quando il 31 ottobre era solo il 31 ottobre e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati. Siamo stati i primi a fare la Maturità. Ci siamo sorbiti Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacevano allora? vai a rivederli adesso, vedrai che delusione).
Abbiamo pianto per Candy-Candy, ci siamo innamorati di Georgie, abbiamo riso con Spank, cantato con Cristina D'Avena e imparato la mitologia greca con Pollon e i Cavalieri dello Zodiaco.
Abbiamo visto Maradona fare campagne contro la droga!
Siamo entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co. Siamo quelli che ?tanto non gli costa niente licenziarci?.
Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico. Ma abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nello Studio Ovale. Abbiamo sentito parlare per anni di terrorismo islamico, senza sapere nemmeno cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre.
Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque altro, abbiamo giocato a Pac-Man e credevamo che Internet sarebbe stato un mondo libero.
Siamo la generazione di Bim Bum Bam, ci siamo emozionati con Superman, E.T., Rocky e Indiana Jones.
Siamo stati gli ultimi a usare i gettoni del telefono.
Siamo la generazione di Crystal Ball ("con Crystal Ball ci puoi giocare"), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino, dei Puffi, di Voltron, di Magnum P.I., di Holly e Benji, di Mimì Ayuara, dell'Incredibile Hulk, di Yattaman, di He-Man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, i Barbapapà, i Mini-Pony, le Micro-Machine, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con l'ascensore. La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno a letto insieme e come mai ci fossero una sola puffetta e tanti puffi.
Siamo l'ultima generazione che ha visto il proprio padre caricare il portapacchi della macchina all'inverosimile per andare in vacanza 15 giorni.
Siamo l'ultima generazione degli spinelli.
Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi: viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali, senza air-bag, senza abs,senza i navigatori satellitari.
Facevamo viaggi di 10 ore e non soffrivamo di sindrome da classe turista. Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino.
Andavamo in bicicletta senza casco ne protezioni per le ginocchia o i gomiti.
Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale.
Non c'erano i cellulari.
Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni, tutti infilati in una cartella che raramente aveva o le rotelle. Mangiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi: al limite uno era un po? grassottello e fine.
Ci attaccavamo tutti alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato. Ci trasmettevamo al massimo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l'aceto.
Non avevamo Playstation, Nintendo 64, dvd, 99 canali televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto; bevevamo l'acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, di quella che bevono anche i cani.
E le ragazze ci intortavano inseguendole per toccar loro il sedere e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una chat dicendo :) ;) ;p
Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò.
Ma, soprattutto, avuto la fortuna di crescere come bambini.
19 novembre 2006
Categoria: Vita