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da Francesco per tutti
Buona sera a tutti, beh io continuamente mi pongo tantissimi interrogativi su un problema ormai diffusissimo e cioè internet. Mi è capitato di imbattermi in amicizie sul web magari in chat, e poi aver scambiato il contatto msn. Sappiamo bene che oggi un contatto msn è quasi come aver il numero di cellulare di una persona, quindi queste amicizie son diventate anche molto "intime", nel senso una cosa abbastanza assidua(tipo ogni notte) e con tanto di cam. Ora quello che vi chiedo a voi tutti è: quanto bisogna spingersi in queste pseudo-realtà? E' giusto mettere in mezzo sentimenti anche in relazioni di questo tipo? Io per ora chatto ogni sera con 2 ragazze, una molto lontana ed una della mia città e a dire il vero mi trovo molto bene mi son proprio affezionato se non di più, però alcune sere mi chiedo se tutto questo è giusto. Cioè, io le chiedo molte volte che cosa son diventato per loro, con quale aggettivo vengo identificato quando magari parlano con le loro amiche di me..non riesco più a capire dove mi trovo, cioè in un attimo tramite la cam mi sento proprio accanto a loro, là nella loro stanza, e anche il fatto di vederle magari in pigiama mi fa sentire proprio una persona speciale, intima. Ma poi chiuso il pc mi sento talmente lontano da loro che entro in confusione. Quindi mi chiedo se sono davvero quella persona speciale o semplicemente un'icona solitaria posta lì sul loro desktop pronta ad essere clikkata, magari nella prima pausa ricreativa della giornata. Forse dovrei prenderla con più leggerezza e non entrare in questi meccanismi mentali, ma anche se davanti a me ho un semplice schermo, oltre c'è sempre un altra persona. Io ho paura di questo tipo di amicizie perchè so che magari possono essere un semplice passatempo provvisorio e in qualsiasi istante possono finire. Del resto chiuso quel pc c'è un altra realtà parallela, proprio cosi, e che magari non si incontrerà mai con quella di internet. Cioè io mi sento veramente speciale per queste ragazze, ma come reagire quando poi una di loro ti dice ad esempio che si sta frequentando con un ragazzo? ed un 'altra che sta per farsi fidanzata? E allora quà capisci che sei veramente solo un icona, un semplice programmino e che forse bisognerebbe ritornare alla realtà, alla nostra vera dimensione. Sarà che è il progresso assurdo che ci ha ridotti cosi..Ma noi lo vogliamo davvero? Siamo davvero pronti? Io forse no..Grazie a tutti
10 marzo 2007
Categoria: Domande
da amicafrizz
bè...io direi di non prenderla troppo sul serio...questo è un mio consiglio...perchè va a finire che prima o poi qualcuno si stufa a stare li davanti al pc..e lascia perdere gli altri contatti..poi vedi te e come si comportano loro nei tuoi confronti...bacino
10 marzo 2007
da nico
secondo me prima bisogna avere l'amico, e poi dargli contatto msn, cioè...quello che voglio dire è...un'amico immaginario? No, un qualcuno con cui chiaccherare non è sbagliato ma...ci sono eccessi e difetti, se sapessi limitarti non ti faresti problemi di essere un'icona o no. Continueresti a parlarci e basta!
10 marzo 2007
da Auanagana Bob
Almeno una volta è capitato a tutti di rimanere interdetti di fronte al tono di un'email che suona un po' troppo aggressiva o spinta. Frasi che non si avrebbe il coraggio di pronunciare faccia a faccia, di fronte a un interlocutore in carne ed ossa. Per gli scienziati è tutta colpa del cyberspazio, che toglie le inibizioni e spinge a comportamenti esagerati, che diventano facilmente offensivi, imbarazzanti o semplicemente maleducati.
E' uno dei nuovi problemi della comunicazione nell'era di internet che, come riporta il New York Times, sta attirando sempre di più l'attenzione degli psicologi. Una ricerca pubblicata sul CyberPsychology and Behavior nel 2004 spiega il fenomeno con diverse motivazioni: l'anonimato della rete, il fatto di non vedere gli altri direttamente, l'intervallo di tempo che intercorre fra l'invio di un messaggio di posta elettronica e il momento in cui il destinatario lo leggerà. Ma anche la esagerata consapevolezza di sé favorita dal passare ore da soli online, o ancora la mancanza di una figura di riferimento autorevole in rete. A volte l'effetto disinibizione può essere positivo, come nel caso di qualcuno eccessivamente timido, che invece su internet riesce a comunicare senza filtri in modo più efficace. Ma il rovescio della medaglia è quella che rischia di diventare maleducazione e rasenta la molestia.
Il problema è frequente fra gli adolescenti, ma non riguarda certo solo loro. Ora ha iniziato ad occuparsene una specifica branca della neuroscienza, quella "sociale", che studia cosa accade nel cervello di due persone quando comunicano in carne ed ossa e cosa avviene invece in un dialogo virtuale. In quest'ultimo caso vengono a mancare tutti quegli indicatori che invece permettono, in un discorso faccia a faccia, di calibrare le risposte e gli interventi successivi in base alle reazioni verbali e fisiche del nostro interlocutore.
La centrale che raccoglie queste sensazioni, nel cervello, risiede nella corteccia orbitofrontale, spiega sul New York Times Daniel Goleman, esperto del campo ed autore di "Social Intelligence: The New Science of Human Relationship". E' proprio in questa area cerebrale che gli scienziati collocano la sede dell'empatia.
Una serie di ricerche condotte da Jennifer Beer, dell'università della California a Davis, indica che è questo sistema di segnali fisici ed emotivi, colti quando di parla dal vivo con una persona, che permette di evitare azioni offensive per il nostro interlocutore.
Una riprova è fornita proprio dalla scienza: è stato dimostrato che chi subisce danni neurologici alla corteccia orbitofrontale comincia a collezionare una serie di gaffes sociali e adotta comportamenti impropri, come ad esempio baciare ed abbracciare un perfetto sconosciuto, nel migliore dei casi.
La corteccia sfrutta una serie di indicatori "sociali" - dal tono della voce alle smorfie sul viso - per modulare gli interventi. Segnali che invece sono assenti in un dialogo virtuale e favoriscono la nascita di equivoci, che possono trasformarsi in qualcosa di spiacevole. Una email aggressiva, dettata dalla fretta o dall'impulso del momento, sarebbe con ogni probabilità ricacciata indietro ed evitata, guardando negli occhi la persona cui è indirizzata. E allo stesso modo, una frase magari anche innocua può essere interpretata in modo sbagliato, per la mancanza degli stessi indicatori fisici.
E' un rischio insito nel mezzo virtuale. Chi dal vivo è gentile ed educato, rischia di trasformarsi in un maleducato quando è protetto dall'anonimato della rete. E' quello che sostiene uno studio pubblicato nel 2002 sul Journal of Language and Social Psychology. Nell'esperimento descritto coppie di studenti universitari che non si conoscevano fra loro, si comportavano in modo cortese ed impeccabile quando si trovavano ad interagire di persona. Ma appena comunicavano tra loro in chat, diventavano aggressivi ed eccessivamente spinti.
Strano no?
10 marzo 2007
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