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da anonimo
Sono il mare che di notte si infuria, il mare che si lamenta, pesante di vittime che ad antichi peccati nuovi ne accumula. Quanto profondi i miei piedi nella terra! Quanto alte le mie ali nel cielo! E che dolore di cuore strappato. Piansi, piansi, fino ad inondare il mondo in un nuovo diluvio. Lasciai soltanto, perchè la stirpe non morisse, il mio cuore. sono lo spirito d'un peccato veniale che lacera la tua coscenza.
29 novembre 2003
Categoria: Poesie
da anonim
Bellissima
con ammirazione
Alba
2 aprile 2007
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