Vita

da Auanagana Bob per Tutti

Shopping?
A Londra apre un nuovo punto di na famosa azienda svedese: migliaia di persone passano la notte accampate all'entrata, per poi prendersi a botte per dei divani di pelle.Ancora, un altra lancia una linea di vestiti firmata da una stilista famosa: centinaia di giovani donne si riversano su Oxford Street come "uno sciame di cavallette". Una famosa catena di supermercati, vende una borsa firmata dalla stilista Hindmarch. È un prodotto ecologico: una borsa di corda.
A otto minuti dall'apertura, di queste borse non ne è rimasta neanche una. Adesso le potete comprare su e-bay, ma il loro prezzo è salito alle stelle: dalle cinque sterline iniziali a duecento.
Scene diventate comuni nelle società del benessere, dove lo shopping è un passatempo nazionale, un'attività ricreativa che dà significato alle nostre vite. Ma anche un'attività assassina. "Sono molte le grandi idee che nei secoli hanno dominato il pianeta", .
"Fascismo. Comunismo. Democrazia. Religione. Ma solo una ha raggiunto la supremazia totale. Una teoria dal fascino talmente compulsivo da privare i suoi seguaci della ragione e del buon senso. Da generare ineguaglianze inaccettabili(dove se non vesti firmato sei emarginato) e minacciare di distruggere la vita sociale. Più potente di qualsiasi altra causa, persino della religione, ha raggiunto ogni angolo della terra. Si tratta del consumismo.
"Se vogliamo salvare il pianeta, dobbiamo smettere di comprare". Paradossalmente, questa affermazione arriva proprio quando il commercio equosolidale, le compere ecologiche, i prodotti targati RED (che finanziano la lotta all'Aids in Africa) iniziano a riscuotere un gran successo. Spendiamo ma abbiamo la coscienza a posto perché sappiamo che parte dei profitti verranno devoluti a cause giuste.
Sforzi insensati, tentativi inutili, "Dobbiamo smettere",di illuderci che comprando possiamo risolvere i problemi che affliggono il mondo".
"Quello che preoccupa "è che ben presto tutta la popolazione del pianeta inizierà a comportarsi e a consumare quanto noi occidentali. Dobbiamo preoccuparcene.
Parliamo tanto di come la democrazia si stia espandendo in Asia, di come un giorno raggiungerà l'Africa. Ma se a questa democratizzazione si accompagna lo spreco che caratterizza le democrazie occidentali, allora, si salvi chi può". Dobbiamo finire di comprare (di produrre, di sprecare) nella maniera ossessiva, eccessiva, irrefrenabile cui siamo abituati.
"Sta a noi, ai governi ma anche ai singoli cittadini dei Paesi industrializzati","assumerci delle serie responsabilità, anche se questo può voler dire dover imparare a consumare meno energia, e a consumarla in maniera più efficiente".
Consumare poco, e non solo energia. Da oggi in poi non basta più spegnere la luce, prendere la bicicletta invece dell'auto, evitare l'aereo: dobbiamo anche, semplicemente, comprare meno - meno cibo, meno vestiti, meno libri e persino meno prodotti ecologici: l'episodio della borsa di Hindmarch lo dimostra, lo shopping ecologico altro non è che una variante dello stesso forsennato consumismo che sta distruggendo il pianeta.
In America e in Inghilterra sta crescendo il numero di persone che sceglie di vivere con poco. Negli Stati Uniti ci sono i Froogles, una comunità di persone legata da Internet e unite dalla decisione di ridurre al minimo le spese barattando beni, The Compact, un'associazione nata a San Francisco che ha come scopo quello di boicottare tutti i prodotti considerati inutili. Senza contare persone come una coppia newyorkese che racconta come ha deciso di vivere senza produrre rifiuti, senza buttare neanche la carta igienica o come una giornalista che racconta di un anno trascorso senza acquistare nulla tranne cibo e medicine.
In Inghilterra è nato il movimento dei VS, di coloro che adottano la "Voluntary Semplicity", scegliendo uno stile di vita più semplice, c'è il Freecycle, per chi gli oggetti preferisce scambiarli, piuttosto che acquistarli. E ci sono i downshifters, coloro che hanno deciso di lasciare lavori ben pagati e di ridurre i consumi.
Sono persone come quella che ha abbandonato una vita frenetica nella City per trasferirsi con tutta la famiglia in campagna, in una casa riscaldata da pannelli solari, da dove si muove solo in bicicletta e certo non per andare al supermercato.
Le spese, ridotte all'osso, riguardano solo prodotti locali. Risultato? "I miei colleghi di un tempo mi prendono in giro, ma noi stiamo bene così. Facciamo le cose di sempre: usciamo, ci divertiamo, e abbiamo una vita più ricca - a riprova del fatto che non è necessario guadagnare molto per essere contenti. Siamo più felici".
Affermazione inaspettata, dato che, "il problema con il crescente numero di persone che sposa quest'etica anticonsumista è che fanno presto a sembrare sconsolati fondamentalisti".
Ma, ed è questo il punto interessante, questi downshifters, questi froogles, fondamentalisti non sono. Si tratta, piuttosto, di persone qualsiasi che vogliono fare qualcosa per l'ambiente: come i 1.500 abitanti della cittadina - tradizionale, conservatrice - di Madbury, nel Devon, che dal primo maggio hanno bandito le buste di plastica.
Più che rivoluzionari, questi downshifers, sono testardi e puritani. I loro modelli sono, per gli americani, personaggi reali come Henry Thoreau o letterari come Robinson Crusoe; per gli inglesi l'Inghilterra dell'immediato dopoguerra. "Per una persona nata tra il 1940 e il 1950", "vedere il livello di spreco cui siamo arrivati è disgustoso.
Loro sono cresciuti in anni in cui tutto era razionato - non solo il cibo, ma anche i vestiti, assolutamente tutto. E ci hanno insegnato a non sprecare niente, ad arrangiarci e ad aggiustare, mentre oggi l'imperativo è fregatene e butta via".
Ma risparmiare, avere uno stile di vita frugale (riciclare la stagnola, ricucire i buchi, strizzare il tubetto del dentifricio fino all'ultimo e comprare vestiti usati) può essere scambiato per taccagneria.
Niente affatto, "Non si tratta di essere tirchi, meschini, avari, ma solo di comprare cose di cui non abbiamo bisogno. Non proponiamo uno stile di vita austero e punitivo, ma semplice e per questo elegante".
Peccato che questo stile di vita non convinca tutti - e non solo per una questione di immagine. Comprare meno, produrre meno, spendere meno - vuol dire generare cambiamenti economici e sociali profondi.
Potrebbe fermare l'economia. Vorrebbe dire, magari, rinunciare al capitalismo?
Assolutamente no. Anzi. il capitalismo è l'unico sistema economico capace di salvare il pianeta: ma non il capitalismo feroce, privo di regole e di limiti di oggi.
Fortunatamente, però, quello che conosciamo non è l'unico capitalismo possibile, e se lo crediamo è perché, "abbiamo fatto un patto con il diavolo, abbiamo rinunciato alla giustizia sociale e alla cura dell'ambiente in cambio di un livello crescente di prosperità e di consumi".
Ci siamo lasciati convincere, dai conservatori, dalle imprese, dai monopoli, che il capitalismo può funzionare solo così: chi ne dubita viene considerato uno sciocco, un irresponsabile, un illuso idealista e un traditore ("Andate a fare shopping", disse ai suoi cittadini, poche ore dopo l'attacco dell'11 settembre, il sindaco di New York Giuliani. Comprate, altrimenti i terroristi l'avranno vinta,. Ci siamo lasciati persuadere che un capitalismo responsabile, etico, che investe in teconologie rinnovabili ed ecologicamente efficienti, non sulla quantità, ma sulla qualità dei prodotti, è una contraddizione in termini, un sogno impossibile. Così pensiamo che solo il mercato può aiutarci ad appagare tutti i nostri desideri, solo comprando possiamo essere felici.
Quando in realtà, il mercato ci offre "qualcosa che precede la gratificazione: nomi infiniti per il desiderio".
Abbiamo smesso di saper distinguere tra necessità e desideri, e finiremo per provare la stessa compassione, la stessa ammirazione, per le migliaia di donne che fanno la fila per la borsa di Hindmarch come per chi è costretto a farlo per un pezzo di pane, un goccio d'acqua, per sopravvivere.
Ma così non è, così non deve essere. Un sistema capitalista diverso non solo è possibile: è anche la nostra unica via di salvezza. Se vogliamo evitare un disastro ecologico dobbiamo imparare dai downshifters: diminuire le spese, adottare uno stile di vita più austero, più posato, più lento. Ma questo almeno sarà bene farlo rapidamente. Se vogliamo che per la fine di questo secolo il nostro pianeta sia ancora terra abitabile dobbiamo ridurre drasticamente i consumi". Da subito.

5 giugno 2007 - Roma

Categoria: Vita

da Sirkley

Infatti la gente sembra impazzita, vuole e regala cose inutili e altri comprano in maniera esagerata, spendendo tutto e chiedendo prestiti a società senza scrupoli, non si può continuare in questo modo, per me tra un pò finirà tutto...il mondo é andato troppo oltre la ragione non ha più misure.Complimenti a te

6 giugno 2007

da mattbellamy

bella dedica e purtroppo verissima... speriamo che un giorno la gente capisca... ma forse pretendo troppo

7 giugno 2007

da Alex

Auanagana Bob un nome un mito la certezza di leggere e apprendere sempre qualcosa di più di quello che sappiamo, ovvio che te la prendo per il mio blog... grazie ti abbraccio mitico unico Auanagana Bob garanzia per sempre.

7 giugno 2007