Solitudine

da Claire

Essere soli e, quel che è peggio, soffrire di questa condizione significa trovarsi davanti ad un computer e non aver nulla di meglio da fare che scrivere a ignoti destinatari le ansie e le angosce della propria vita presente. Significa sentirsi abbandonati. Ma non perché qualcuno ci abbia scaricati o chiusi in una stanza gettando le chiavi dentro a un fiume. La mia più grande solitudine è restare sola con la mia coscienza e sentirla mentre mi parla cercando di analizzare la mia vita della quale spesso essa stessa resta al di fuori. Sì, perché in realtà io sono un controsenso vivente. Amo e non amo, vivo e non vivo, sogno ma preferisco di gran lunga la realtà. Compio una scelta e l?attimo dopo me ne pento amaramente. E tutto questo ardore che ho dentro, tutta questa frenesia vitale che mi spingerebbe molto lontano dal mondo comunemente inteso restano sempre sopiti in attesa che in uno dei miei numerosissimi momenti di solitudine io li riporti in vita... per il semplice gusto di sdoppiarmi. Mi sento sempre come un regista in procinto di girare un film estremamente autobiografico; e così facendo posso almeno illudermi di riuscire a vivere la vita due volte, come nessun altro riesce mai a fare. Rivivo in un flashback i periodi più belli e più intensi e la cosa peggiore è che li sento non più con me, ma esterni a me. Cerco sempre di immaginare come sarebbe andata a finire se non avessi mai pronunciato quella parola o quel rifiuto, se avessi scelto di vivere per un solo attimo quella esperienza che non potrò più avere... se avessi dato retta al mio istinto più che ai legami. Sarei in grado di far sparire ogni ?se? soltanto componendo un numero o mettendo in moto la mia macchina, ma non ne ho il coraggio. Non ho alcuna intenzione che una felicità duratura sia compromessa da un?altra fuggevole anche se intensa. E con questo pensiero annego, come Leopardi nell?infinito, nel mare della mia solitudine.

12 agosto 2007

Categoria: Solitudine

da gerardo

di vuoto ne ho colma l'anima, trafitta come e' da un sospiro che sa di resa

12 agosto 2007

da Luca

La forza è dentro di noi dobbiamo avere solo il coraggio di farla uscire.

12 agosto 2007

da mauro

Mi hai chiesto per quale ragione abito nelle colline grigie: ho sorriso ma non ho risposto, perché i miei pensieri bighellonavano per conto loro; come i fiori del pesco, erano andati a spasso in altri climi, in altre terre che non fanno parte del mondo degli uomini. (Li Po)

12 agosto 2007

da Anonimo

posso dirti che leggendo la tua lettera sono scoppiata a piangere, sono le stesse sensazioni che provo io adesso!!!!vorrei ritornarea essere quella di una volta, quella ragazza che viveva quei ricordi a me ormai esterni!anche tu ti senti cosi???? dobbiamo reagire,.la vita puo sorprenderti in tutto quel che fa, e dove non lo immagini incontri la felicita!!!! ti auguro tante cose belle, un bacio amy

15 agosto 2007

da Anonimo

Ciao, è giustissimo quello che hai detto: Non ho alcuna intenzione che una felicità duratura sia compromessa da un?altra fuggevole anche se intensa.
Infatti, secondo me non dovresti provare rimpianto per le scelte che hai fatto, perchè penso che tu abbia sempre avuto come criterio di scelta la tua vera felicità, e non una felicità apparente. Tante persone fanno scelte sbagliate perchè scelgono una felicità immediata (un piacere, più che una felicità, visto che la felicità è una cosa che dura, come dici tu) e così poi si vengono a trovare in situazioni difficili, non felici, che avrebbero potuto evitare scegliendo in modo più razionale.
Quindi non devi assolutamente ritenere che questo sia un difetto o un motivo di rimpianto: anzi, questo è un tuo grande pregio, che ti risparmia molte situazioni difficili e spiacevoli!
Il punto su cui interrogarti è invece questo: cosa ti darebbe una felicità durevole? Poichè una felicità durevole è il giusto obbiettivo, devi capire in che modo potresti raggiungerla. Io credo che ciò avvenga solo in due modi: avendo un rapporto di fede e di amore con Gesù e avendo relazioni umane profonde. Avere relazioni umane profonde, tra l'altro, è una conseguenza della fede in Gesù, poichè la fede ci guida a fare scelte profonde e a vivere in modo pieno i rapporti con le altre persone.
Un ultimo consiglio, riguardo il fatto di sentirti sdoppiata: anche io mi ci sentivo sempre, e solo da poco tempo ho compreso qual era il motivo e come evitarlo.
Il motivo è che, come uomini, abbiamo la possibilità, oltre che di pensare alla realtà, di riflettere sui nostri pensieri: quando noi pensiamo alla realtà, giudichiamo la realtà; quando noi riflettiamo sui nostri pensieri, giudichiamo i nostri pensieri (ad esempio cerchiamo di capire quali motivazioni ci spingono a un pensiero). Spero di essere stato chiaro: so che può essere un discorso un pò complesso.
Ora vengo al punto di vista più strettamente pratico e utile per te.
Questo significa che pensi troppo. Ti consiglio di dedicare più tempo a degli hobby, degli interessi, di fare più cose, di essere più attiva, e automaticamente penserai di meno, perchè sarai più occupata a fare le cose.
Questo è un trucco che funziona sempre, e anche molto velocemente!

15 agosto 2007