Pensieri

da Barbara per Graziano

Questa è una notte di vento, in cui il caldo vento dell?estate alza e svasa le gonne... esco fuori perché le sue folate mi riempiano la bocca, perché mi regalino un po? di pace.
E? notte fonda e ho guidato fino a qui per gettare il mio corpo rinsecchito su questo prato e per pensare, pensare un?ultima volta con i capelli aggrovigliati tra i fili d?erba.
Ho in bocca un sapore dolciastro, quello della sera quando fa buio e conosco benissimo da dove proviene, che è solo oscurità, solitudine, che si confonde col fumo e le lacrime, che mi riempie la bocca e che io mastico ossessivamente per assaporarne meglio il disgusto.
L?erba mi riga la faccia e ferisce le mie dita e percepisco l?odore del sangue mentre mi chiedo in quale buco è stata ficcata a forza la mia vita e sento la voglia di non essere più sola nitidamente come sento il tonfo di qualcosa che cade e si spezza.
Ho perso la mia vita in una battaglia ingiusta contro il sentimento della paura e la mia mente non fa che pensarci.
Ci saranno dei giorni che mi sembreranno un sogno e starò lì a fissarne i contorni perché di un? ombra non si può assemblare i tasselli. Ne tirerò fuori una figura identica all?uomo che dorme e respira tra le braccia di un?altra.
Scorreranno le ore, i mesi, le stagioni e gli anni senza che nessuno abbia preso nel mio cuore il suo posto, senza che occhi, mani o labbra si siano soffermati sul mio corpo senza violarlo e violentarlo.
Avrò ormai lasciato nel sonno il suono dei passi felpati di scarpe da sposa, un vestito bianco che avevo ancora sognato e pensieri e desideri per riporli nelle ferite slabbrate di un cuore che più non chiede crocifisso e incoronato dai i rami ormai secchi e cosparsi di spine che erano i suoi desideri.
Amore? Ma che strana parola mi spalanca la bocca in un urlo, finchè esausta vedo uscire i miei sogni da crepe di carne in cui il sole e i sale delle sue parole hanno trasformato il mio corpo.
Non ho risparmiato il mio cuore e ho trapanato il mio cervello e ormai mi rendo conto della grandezza di come sia facile abbandonarmi in un mare di assenza.
Amore? Che sconosciuta parola che mi scoperchia la testa come una pentola d?acqua che bolle e che mi ha lessato le labbra e gonfiato gli occhi e il cuore.
Passo le notti a guardare le stelle e conosco a memoria ogni sospiro di vento. Domani sarà temporale, sarà una notte di tuoni che copriranno i miei lamenti e accompagneranno le mie grida soffocate. Saranno lame lucenti di fulmini lilla e mi entreranno dentro per farmi nuovamente abortire mia figlia mai nata e il sogno che fu.
Mi sfioro le braccia e vi sento come cuciture arrossate, fatte malamente con lo spago nella fretta di chiuderle. Mi chiedo se siano le ferite provocate nello strappare quei lontani fili d?erba che si erano insinuati sotto la mia pelle.
Ci saranno dei giorni per me uguali, sempre uguali, in cui continuerò a cullarmi come un bambino. Mi guarderò allo specchio e non mi riconoscerò e guarderò fuori ad intervalli precisi pregando perché le mie nuvole non diventino basse, perché il mio cielo non si abbassi di un altro palmo.
Perché le mie notti e i miei giorni non sono più stipati di sogni?
Avrò notti uguali a questa e a quella di ieri e l?altro ieri che si squaglieranno di colpo immobili e in silenzio come un uomo spiaccicato sul pavimento.
Uscirò col cuore annodato alla gola sperando che nessuno stia dietro alla porta a spiare i miei gesti, a guardarmi più brutta di come m?hanno sempre vista, a domandarsi dove cavolo vado a quell?ora dipinta del colore dei miei occhi vuoti.
Uscirò senza un uomo che mi copra le spalle cercando qualcuno che mi sbatta con forza su un letto e attraverso il dolore mi faccia almeno sentire viva.
Ci saranno dei giorni in cui mi terrò in disparte, dove le emozioni mi avranno arrotolato il ventre. Avrò il petto gonfio e il cuore invaso senza che un respiro profondo sia riuscito a darmi la benché minima tregua.
Sola nella notte vagherò e masticherò nebbia come se quello fosse tutto il mio mondo, dove le paure mi volteggeranno intorno come avvoltoi ed io non potrò fare altro che rimettermi nelle mani del mio triste destino che invisibile mi richiamerà e mi inviterà perché mai avevo previsto di vagare sola.
E in quelle notti punirò tutti quei giorni dove ho aiutato quell?uomo a prosciugarmi le vene quando ancora cretina appiccicavo l?amore come figurine nella pagina sbagliata.
Ci sarà sempre per me un indizio, una prova schiacciante che mi renderà colpevole, una lampada in faccia che mi farà confessare quel sentimento mentre una luna infuocata dall?egoismo mi farà sentire fragile e inutile.
Sentirò di poter raggiungere a piedi quella luna se solo non portassi ai piedi le catene dell?amore di chi tiene a me; se solo avessi coraggio potrei correre lontano da quell?uomo attraverso file perfette di cipressi e siepi che graffiano le gambe, tra ombre di ricordi che come pali s?accorciano e si conficcano tra il dolore e l?ansia che cresce.
Ci sono giorni come questo che finiscono all?alba sopra ad un viadotto, e ripenso a quell?uomo che mi ha lasciata... mi sporgo e mi cerco immersa nello sterco fangoso o sopra a quei tetti appesa ad un cavo.

31 agosto 2007 - Roma

Categoria: Pensieri

da kikka 78

Io non ho parole!Dopo avere letto come ti ha ridotto l'amore, spero solo che un giorno, il prima possibile, tu riesca a trovare quello vero:quello che riaccenderà la luce, nelle buie giornate colme di tristezza e sogni infranti..Nella situazione in cui ti trovi è difficile crederci, ma solo così facendo si trova la forza per rialzarsi e riprendere il coraggio a piene mani e a denti stretti...Ti auguro OGNI fortuna di questo mondo INFAME!Un bacio kikka!!!

1 settembre 2007 - Mantova