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da Auanagana Bob per Tutti
Il silenzio è d'oro, ammonisce il proverbio, ma allora è meglio non chiedersi di quale materia è composto il baccano in cui viviamo. Fate una prova, chiamate qualcuno nella stanza accanto: probabilmente non vi sentirà, e non per sua colpa. La colpa è della fitta coltre di rumore che ricopre tutto ciò che facciamo, diciamo, pensiamo.
Le sirene di ambulanze, polizia, pompieri; il ronzio di aerei, treni, automobili, motociclette; il trapano dei martelli pneumatici, il brontolio dei bulldozer, lo stantuffo di fabbriche e cantieri.
E poi i rumori provocati dai singoli: il televisore del vicino, lo stereo dei figli, il cinguettio irritante dei telefonini, il pianto disperato di un neonato in carrozzina. A proposito: l'esercito americano ha appena messo a punto un arsenale di "proiettili sonori". Sono registrazioni di bambini che piangono, sparate a 140 decibel. Un suono a 45 decibel, per intendersi, impedisce il sonno. Il rumore del traffico, sentito da un passante sul marciapiede, raggiunge i 70 decibel. A quota 85 decibel, si verifica un danno all'udito. A 120 decibel si sente un dolore acuto alle orecchie. Possiamo immaginarci cosa succede a 140.
La cacofonia di suoni che ci circonda, avvertono studi scientifici a regolari intervalli, mette in pericolo la nostra salute: è causa di aggressività, ipertensione, stress, disturbi cardiaci. Ma non sembra essere questa l'unica conseguenza nefasta dell'inquinamento sonoro,: se l'uomo moderno non ritrova al più presto un po' di silenziosa quiete, rischierà di perdere, insieme all'udito, anche la consapevolezza di sé. In Manifesto per il silenzio, un libro pubblicato in Gran Bretagna, il professor Stuart Sim, docente di critica teorica alla University of Sunderland, sostiene infatti che il rumore è un elemento della guerra condotta dalle forze del progresso economico contro l'individuo. Religione, filosofia, arte, letteratura, musica, - secondo la sua tesi - dimostrano che il silenzio non contraddistingue l'assenza di qualcosa, bensì rappresenta un bene di importanza cruciale per la nostra civiltà: è il fiume in cui naviga il pensiero umano. Un fiume che ora rischia di prosciugarsi del tutto.
Cantieri che lavorano 24 ore su 24, come a Shanghai, a Mosca e a New York, sempre più automobili ed aerei, sempre più gente con sempre più telefonini accesi, creano un rumore di fondo - scrive l'autore - che demolisce gradualmente la capacità umana di ragionare, esprimersi, esistere: "Cogito, ergo sum", non si può pensare in un fracasso spaventoso. Ed ecco allora questo "manifesto per il silenzio", l'invito a insorgere in difesa della quiete, citando la tradizione religiosa di buddisti, quaccheri, monaci trappisti, per i quali il silenzio rappresenta la forma più assoluta di coscienza, ma citando pure la scrittrice americana Susan Sontag ("il silenzio è una forma di discorso") e il compositore John Cage ("non esiste silenzio che non sia carico di suono"). Naturalmente non bisogna esagerare col silenzio, anche perché può essere equivocato: non dire niente, talvolta, significa soltanto non avere niente da dire. "Ma non è forse vero che tutti i momenti più belli ci lasciano senza parole?", domandava uno che di silenzio se ne intende, il grande mimo francese Marcel Marceau.
Dunque cerchiamo di stare, almeno ogni tanto, col cellulare spento, lontani dal traffico e con la bocca chiusa. Magari riusciremo a sentire noi stessi, come l'astronauta di Odissea nello spazio, chiuso in una capsula sperduta nel buio cosmico, quasi assordato dal proprio respiro: l'unico rumore percepibile nell'universo, il misterioso soffio della vita.
Se la natura ci offre profumi di fiori e noi produciamo puzze industriali, se la natura ci offre suoni melodiosi e noi produciamo rumori a iosa, la nostra imperfezione è manifesta... e dopo un anno di fatiche, pieni di stress cerchiamo nelle vacanze solo ascoltare di nuovo i suoni della natura, un motivo ci sarà...
Sono convinto che i rumori generino stress e lo stress genera malattie tumori...
?Ascoltiamo? il silenzio, credo che abbia molto da dire... .
21 settembre 2007 - Roma
Categoria: Vita
da Alex
Ti voglio bene, non ho nulla più da aggiungere, questo é sapere espresso in poesia.
Sono gay delle tue dediche!
Ti abbraccio
22 settembre 2007
da Veronika
Solo nel silenzio posso trovar me stessa..ti ho scritto un mega rispostone nella mia dedica di ieri.
L'hai letta?
A.V.
22 settembre 2007
da Fabio
In nord europa c'é una civiltà molto diversa.
Intanto hanno asfalto fono-assorbente da almeno 15 anni, noi solo buche.
Il clacson può essere usato solo in estremi casi di emergenza non come nelle nostre città che viene pigiato come i freni.
Negli appartamenti ci sono orari prestabiliti per qualsiasi attivià, se ciò non viene rispettato le forze dell'ordine vengono e ti multano subito.
Ah le forze dell'ordine, esistono in Italia?
Complimenti per lo spunto.
23 settembre 2007
da alessio
ciao bob..le tue parole sono pienamente capite e condivise...io vivo in città ma quando posso torno a casa mia, quella dei miei genitori per intenderci..vivono ai piedi del fiume Po e lì il silenzio regna sovrano..quando sono là vado a correre sulla strada arginale..lì mi sento parte del paesaggio e della natura e sono sereno...credo che la calma e la pace che mi dà ascoltare ciò che c'è attorno, tipo il suono del vento tra gli alberi, o il rumore dello scorrere dell'acqua, unita poi ad un cielo enorme magari incendiato da un sole al tramonto sia una delle cose più belle della vita..
ma hai mai sentito che sensazione può dare il calore del sole sul viso?è energia pura...un abbraccio ale
24 settembre 2007 -
da venere
Per Alessio:
condivido pienamente ciò che hai scritto, anch'io amo moltissimo la natura, i suoi profumi, i suoi dolci suoni...quando sono in mezzo alla natura rinasco, ritrovo me stessa, mi sento felice...penso che l'intima natura dell'uomo sia legata fortemente alla terra e alle sue creature, la città, il traffico, lo smog... distruggono l'uomo...
25 settembre 2007
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