Scrivo per dare un consiglio a tutte le ragazze che minimamente si riscontreranno nelle mie parole e anche a tutte coloro che vorranno fare tesoro per il futuro di una esperienza vissuta in prima persona dalla sottoscritta e in grado di dare qualche insegnamento. In questo momento, fuori piove... e io adoro la pioggia. Mi aiuta a riflettere e mi invade di una malinconia piacevole. Da quando sono diventata anch?io una studentessa universitaria (e cioè da settembre di quest?anno) sono accadute tante cose, tante vicende che a poco a poco, me ne rendo conto in maniera lampante, stanno scalfendo in me una donna. C?è stato F., invisibile amore della mia adolescenza, tornato in un giorno qualunque per complimentarsi del mio cento e lode raggiunto alla maturità: dopo 5 anni mi ha finalmente vista in modo diverso. Non ero più per lui la ingenua ragazzina a cui per la prima volta aveva telefonato in un afoso pomeriggio estivo perché folgorato qualche sera prima dagli occhi di gatta che l?avevano stregato. Non ero più la ragazza a cui nascondere per quasi un anno la propria identità per paura di essere scambiato per un matto a causa degli otto anni più dei miei e alla quale svelarsi in una serata di dicembre in un posto nascosto e con il cuore in gola. Adesso sono per lui una donna della quale non può fare a meno, una donna che lo rende di nuovo bambino e che è capace di suscitargli il battito del cuore... lui lo chiama amore il sentimento che prova per me. Poi, una volta iniziate le lezioni, è stata la volta di D. che ha iniziato a corteggiarmi, anzi a ricorteggiarmi, proponendomi una versione diversa della vita: più allegra, più divertente, più mondana, più superficiale forse, ma sicuramente più vera per una diciannovenne come me. Ho cominciato ad avvertire il bisogno di maggiori uscite da unire allo studio che mi ha già fruttato il primo 30 e lode alla prima materia giorni fa. Così per qualche ora alla settimana ho ripreso a gironzolare per le vie della mia città, a riassaporare il gusto di quattro risate con le amiche aggiunte a qualche pettegolezzo, a riaffacciarmi al mondo che negli ultimi tempi aveva avuto molte poche occasioni di vedere la mia faccia. E oggi? Oggi sei arrivato tu, da Roma, ad una delle tante conferenze che mio padre e la sua associazione organizzano. Alto, bello, capelli brizzolati e barba incolta. 33 anni di finezza innata e fascino irresistibile. Ti sei seduto accanto a me e poiché la sera prima a cena mio padre aveva già sparso la notizia dell?esito del mio primo esame di giurisprudenza, ti sei complimentato... forse per attaccar discorso. E infatti così è stato. Abbiamo parlato parecchio e ho scoperto parecchie cose sul tuo conto. Sei un avvocato penalista di un famoso studio romano, hai già un divorzio alle spalle e... ti piace la bella vita. Ma non quella fatta di frivolezze alle quali neppure io sono minimamente d?accordo; a te piace la vita che ti consenta di non vegetare... E così, per un attimo, ho avuto un flash in cui mi sono vista tra 10 anni, con tailleur e borsa da lavoro, alle prese con una causa che mi frutterà parecchi soldi e con un uomo intrigante come te a cui dare del filo da torcere. Dopo sguardi e sorrisi, ci siamo salutati. Probabilmente non ci rivedremo più. Ma in fondo non ha importanza. Vite troppo diverse (almeno per ora) e una differenza d?età per cui tu non ti saresti mai sognato nemmeno di sfiorarmi. Però sei bello e mi hai fatto capire tante cose stamattina. Mai conferenza fu più proficua. C?è un qualcosa tuttavia che devo dire: tra tutte queste esperienze non vissute che mi hanno ciononostante indotta a modificarmi, c?è stata una persona che è sempre rimasta lì: sei tu amore mio! Il mio ragazzo è la mia fonte di vita. Da queste vicende ho solo appreso che si può esser parte di una coppia pur restando un elemento autonomo in grado di gestire rapporti sociali e capace di crescere da proprie esperienze. Non è vero che chi ha un fidanzato debba chiudersi nei recinti troppo limitati della vita di coppia. L?amore provato e corrisposto è un punto fermo che non deve venir meno, ma non basta da solo a insegnare a vivere... Sono felice di averlo capito e credo che tante altre ragazze che, come me, hanno un fidanzato da anni e anni e stanno a poco a poco crescendo con lui dovrebbero farlo. Vivere, vivere, vivere! Non equivale a tradire. Serve solo ad autogestirsi a maturare. Se vi va, lasciate un vostro pensiero. Un saluto.
18 novembre 2007
Categoria: Consigli