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da pimpi
da Anonimo
vai da uno psicologo e trova la causa
19 febbraio 2008
da giugi
ciao secondo me devi rivolgerti ad un dottore per il tuo problema e magari da uno psicologo per capire cosa ti turba tanto
più di così non posso dirti perchè non conosco il problema
baci
19 febbraio 2008
da Greta
Io sono contraria ad assumere ansiolitici o cose varie, sono favorevole a delle terapie alternative senza dover ingerire nulla ma bensì lavorare di mente, sana alimentazione, psicofisico. Spero ti aiuti a risolvere il tuo vero problema che causa questi attacchi di panico.
19 febbraio 2008 - Bari
da Auanagana Bob
Vuoi fare da te?
Dipende dall'intensità, dalla frequenza e da quanto tempo ne soffri...
Consiglio l'aiuto di un medico specialista per queste patologie.
I consigli in questo caso non bastano.
20 febbraio 2008
da Anonimo
ciao, io ho sofferto di attacchi di panico e ansia.sono andata dal medico e mi ha dato degli ansiolitici.li ho presi per tre mesi e poi ho deciso di smettere.con l ansia ormai ci convivo ed è gestibile.sappi che è una questione psicologica e puoi evitare di attaccarti ai farmaci.dopo due anni mi è venuto un forte attacco di panico, stomaco chiuso..un disastro.mi sono detta "di nuovo?"..è passato da solo con la forza di volontà.lo so è un peso non indifferente.ho parlato con uno psichiatra e uno psicologo ma sappi che è una cosa che deve venire da te.può durare anni o mesi o una settimana..
20 febbraio 2008
da amico
La prima parte della cura è soprattutto informativa; molte persone vengono già aiutate moltissimo per il semplice fatto di comprendere esattamente che cosa è un disturbo da attacchi di panico, e che molti altri soffrono dello stesso problema. In molti casi, dunque, curare gli attacchi di panico significa semplicemente conoscere più approfonditamente il fenomeno. Molte persone che soffrono del disturbo da attacchi di panico temono che gli attacchi significhino che stanno "impazzendo" o che il panico possa indurre un attacco di cuore. La "ristrutturazione cognitiva" (il cambiamento del modo di pensare) aiuta le persone a rimpiazzare questi pensieri con modi più realistici e positivi di vedere gli attacchi.
Con il susseguirsi delle sessioni del trattamento le teconiche cognitive possono aiutare il paziente a identificare i possibili fattori scatenanti degli attacchi. In un caso specifico il fattore scatenante può essere un pensiero, una situazione o qualcosa di impercettibile come un leggero cambio nel battito cardiaco. Una volta che il paziente capisce che l'attacco di panico è separato e indipendente dal fattore scatenante, questo fattore comincia a perdere un po' del suo potere nell'indurre un attacco.Esistono poi teconiche comportamentali per curare gli attacchi di panico.
La componente comportamentale della terapia può consistere in ciò che un gruppo di clinici ha definito "esposizione interocettiva" (o anche esposizione enterocettiva). Questa è simile alla desensibilizzazione sistematica usata per curare le fobie, ma ciò su cui si concentra è l'esposizione delle sensazioni fisiche che qualcuno sperimenta durante un attacco di panico.
Le persone con il disturbo da attacchi di panico sono più spaventate dall'attacco vero e proprio che da oggetti o eventi; per esempio la loro paura di volare non consiste nel pensare che l'aereo possa cadere, ma nel pensare di poter avere un attacco di panico in un posto, l'aereo appunto, in cui non possono ricevere aiuto. Altri non bevono caffè o non vanno in un ambiente surriscaldato perché temono che questi possano scatenare i sintomi di un attacco di panico.
L'esposizione interocettiva può aiutare queste persone a sperimentare i sintomi di un attacco (frequenza cardiaca elevata, vampate di calore, sudorazione, e così via) in condizioni controllate e insegnare loro che questi sintomi non devono necessariamente svilupparsi in un attacco completo. Le teconiche comportamentali vengono usate anche per trattare gli evitamenti situazionali associati con gli attacchi di panico. Un trattamento per le fobie efficace è l'esposizione dal vivo, che nei termini più semplici significa frantumare una situazione spaventosa in passi piccoli e maneggevoli facendone uno per volta finché viene padroneggiando il livello più difficile. Va detto tuttavia che questa teconica in passato si è rivelata inutilmente traumatica, e nel caso si debbano curare gli attacchi di panico nello stesso soggetto, le teconiche più consigliate rimangono altre (come la desensibilizzazione sistematica immaginativa usata in ipnosi, per esempio).
Le teconiche di rilassamento possono aiutare ulteriormente qualcuno a superare un attacco di panico. Queste teconiche includono una rieducazione alla respirazione e la visualizzazione positiva. Alcuni esperti hanno scoperto che le persone con disturbo da attacchi di panico tendono ad avere una frequenza di respirazione leggermente più alta del normale. Imparare a rallentare la frequenza respiratoria può aiutare qualcuno ad vincere gli attacchi di panico e può anche prevenire futuri attacchi.
25 febbraio 2008 - Milano
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