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da Ky
Sapevo che quella candela era per me. Era per l'uomo dai capelli castani che aveva amato gretchen a georgetown. Era per quel triste, disorientato demone dagli occhi azzurri che ero stato prima di diventare quell'uomo. Era per il giovane di due secoli prima che era partito alla volta di Parigi con solo i gioielli della madre in tasca e nient'altro appresso, a parte i vestiti che indossava. Era per la perfida creatura che aveva tenuto tra le braccia Claudia morente. Era per tutti quegli esseri e per il demone che in quel momento se ne stava li, perchè amava le candele e amava creare la luce dalla luce. Perchè non cera nessun Dio in cui lui credeva, e nessun santo, e nessuna regina dei cieli. Perchè aveva tenuto a freno il suo carattere aspro e non aveva distrutto il suo amico. Perchè era solo, sebbene ci fosse quell'amico vicino a lui. E perchè la felicità era tornata da lui, come una malattia che non avrebbe mai sconfitto, mentre le sue labbra già s?allargavano in un sorriso diabolico, e già scattava in lui la sete, e già gli cresceva dentro il desiderio di aggirarsi nelle strade luminose della città.
Si. Era per il vampiro Lestat, quella piccola candela, quella minuscola candela miracolosa, che accresceva, seppur di poco, tutta la luce dell'universo! Quella candela che bruciava in una chiesa deserta, durante la notte, accanto ad altre fiammelle. E che lo avrebbe fatto anche il mattino seguente, quando fossero giunti i fedeli, quando il solo avesse brillato attraverso quelle porte. Fai la tua vigilia, piccola candela, nell'oscurità e alla luce del sole. Si, quella candela era per me.
Dal libro "Il ladro di corpi"
Lestat
9 febbraio 2004
Categoria: Frasi di libri
da spaghetta
dev'essere 1 bel libro!
10 febbraio 2004
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