Pensieri

da MaledettaMente

Non aveva nome nè faccia, lui piccolo burattino abbandonato tra vecchie cianfrusaglie in una soffitta piccola e buia.
Era di legno, si.Freddo e gelido legno impreziosito da tarli, questo era.
Un giorno il padrone si stufò di vedere la sua non faccia e di chiamare il suo non nome.Così decise di accantonarlo, era un burattino in fondo e per giunta di legno!Cosa può volere un burattino?Non ha sentimenti nè espressioni, nè un cuore e nè un'anima.Non un sorriso.Ha solo il dipinto del suo non volto, ciò che l'hanno voluto far diventare.Ciò che non è potuto essere.
E adesso, triste in mezzo a vecchi stracci, e pezzi di vita ormai passata è dimenticato.E' destinato alla polvere, ai ragni...Ai tarli. La luce lo rende cieco, ormai.Di notte smette d'essere un burattino e vaga per quella stanzetta buia alla ricerca della sua faccia.E del suo nome.Come sono?Chi sono?Come mi chiamo?
Ogni tanto il padrone fà una capatina in soffitta, cerca vecchi stracci.E' un sarto lui.Allorchè il burattino se ne accorge si nasconde tra vecchi panni.Alle volte ritornano e l'inquietudine fà capolino nella mente altrui.In una mente maledetta.MaledettaMente.
Lo sa, il burattino lo sa.Se vedrà di nuovo la luce morirà.Se sentirà il suo non nome chiamare sarà un senza nome per sempre.Se osserverà il suo non volto sarà una maschera.Per l'eternità.

10 aprile 2008

Categoria: Pensieri