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da pensiero per Enzo
1)Un giorno, io,senza alcuna esperienza di navigazione, decisi di fare una breve gita, di qualche ora in barca.Tutto era per ammirare nuove sponde, per trovarne una che cercavo da tanto e che non avevo mai trovato, in un lui, su cui posare il mio corpo e che accogliesse quel mio animo e fosse capace di amarmi.Mi rivolsi, prima di partire, a Borea, Tiche,Moire, Porche,Poseidone, Cupido e nella cieca speranza, poi,di ottenere qualcosa, mi feci il segno della croce e partii.Pazza io decisi di farlo da sola e senza meta.Intanto si fece, all'improvviso, così agitato il mare, che anche se ne avessi avuta una non avrei potuto seguirla.Nell'agitato mare, vidi da lontano una sponda, ne rimasi così affascinata, folgorata,che era come se la mia vita, tutto ciò che era stato di me, il pericolo di perdermi e non tornare più, tutto non avesse più senso, ma avesse solo un senso quel desiderio di raggiungere quella sponda, anche se remando, e seguendo il vento, mi stavo allontanando totalmente dalla mia terra e rischiavo di perdermi.Mi ero innamorata di quel paesaggio lontano, sconosciuto che era come se conoscessi da una vita e fosse parte di me.Le onde mosse, intanto,erano diventate furiosi cavalloni, inizio a piovere, e nella tempesta essi mi trasportarono verso l'ignoto.Mi agitai a remare con tutte le mie forze per tornare indietro, ma era troppo tardi ormai e vani furono i miei sforzi.Sapevo che mi sarei persa, sempre,e, comunque,per via del mio animo di indole tormentata, inquieta,impetuosa e passionale, ecco perché prima di salpare, mi affidai a qualunque divinità mi potesse ascoltare in quel momento.Ed è proprio per via del mio animo di tale indole, la mia libertà, questo mio vagare, può diventare peggio di una "prigione",così come le mure protette di una"prigione"nascondono tutto l'universo.Si calmo'la tormenta, ma ormai mi trovavo in alto mare, lontana da tutto e da tutti, sola,senz'acqua e senza cibo, e per sopraggiunta non avevo la più pallida idea di dove mi trovassi.Avevo solo davanti agli occhi un sole cocente e tutt'intorno un orizzonte infinito di mare.Passarono di lì altri battelli, però, non solo nessuno aveva posto per me, ma neanche acqua e cibo a sufficienza per assetarmi e saziarmi.Il mio orgoglio mi proibi'di chiedere aiuto.Qualcuno mi diede da bere, voleva persino portarmi con sé, ma nessuno sapeva, né aveva capito quanto fosse grande la mia sete e la mia fame reale, né di quante cure avesse bisogno la mia anima dopo quel turbamento.Né sapeva nessuno il peso di me stessa che, dalla partenza, trascinavo con me su quel battello e non avrei neanche saputo spiegarlo a qualcuno.Solo UN CAPITANO che aveva sofferto e visto tanto nel suo luogo viaggio capii'il TUTTO.
21 giugno 2008
Categoria: Pensieri
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