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da passante
sto vivendo in attesa...in attesa che la mia vita cambi. Avete presente quando ti dicono la tua vita potrebbe cambiare da così a così, facendo il gesto con la mano. Sperare che la vita cambi...sperare aiuta anche se soffri. Ma c'è una cosa ancora più brutta del soffrire nella speranza di un domani migliore: la rassegnazione. Quando dentro di te non combatti più. Arriva un momento in cui ti rassegni e ti accorgi che non soffri più. O per meglio dire è una sofferenza diversa. Ci son due tipi di sofferenza secondo me..quella iniziale, che aiuta a dar forza allo spirito, quella che si ti fa piangere, ma quando hai smesso di piangere ti senti un po sollevato, come se il tuo dolore provocasse qualcosa di buono dentro di te e che ne verrai in qualche modo ricompensato. Un po come quando preghi, se credi in Dio. Piangi, e soffri ma senti che la tua sofferenza a qualcuno non è indifferente e questo qualcuno ti verrà in soccorso.
Ma quando esaurisci tutte le energie, ecco che arriva la seconda sofferenza. La sofferenza da rassegnazione. Questa pian piano demolisce tutto ciò che di buono aveva costruito la prima. la nuova sofferenza in cui piangi meno frequentemente, ma non più col pretesto o la speranza che qualcuno ti venga incontro. Proprio per questo piangi di meno. Piangi e basta a quando hai smesso non è perchè sei sollevato, ma solo perchè il cervello ti chiede razionalmente di dargli pace. Questa è la sofferenza più brutta, non ha rivali.
Fino ad ora dentro di me prevale il primo tipo di sofferenza, anche se a volte ho assaggiato qualche goccia della seconda, ed è spaventosa, un abisso. Spero solo una cosa, di riuscire a cambiare la mia vita prima che quelle gocce diventino un mare.
Se voi mi vedeste nella vita, passerei per una persona felicissima come probabilmente molti di voi. La solitudine è soprattutto una questione interiore e relazionale. E' un abisso senza fondo, chi ne parla con tanta superficialità secondo me non ha la minima idea di che cosa stia parlando. La solitudine è una belva che ti invita sul ring ogni giorno e che ti butta continuamente al tappeto. E tu devi trovare la forza, gli stimoli per non arrenderti e rialzarti ogni volta e man mano che i giorni passano i pugni che ti dà sono sempre più potenti e diventa sempre più faticoso rimettersi in piedi. Comunque per ora mi son sempre rialzato, come tutti voi. Non tutto è perduto :) un saluto a tutti.
1 luglio 2008
Categoria: Solitudine
da Alex Darth NodTEK
non ho parole, e' esattamente cio' che sto passando... la fase della rassegnazione e' esattamente come hai detto tu, ogni singola parola... ed e' orribile.
Alessandro
2 luglio 2008 - Milano
da Emanuele
Ci accomuna lo stesso dolore, ma non solo a noi tre, a tanti utenti, tanta gente che scrive qui, sarebbe bello un giorno incontrarsi tutti
2 luglio 2008 - Perugia
da Cat
Sì, io mi son ialzato, ma son anche sempre ricaduto.
Ho vissuto il male e ho fatto star male persone, e mentre lo facevo stavo ancora più male.
E' troppo difficle da riportare...
Io ho bisogno non solo di cose che a molti sembrano scemenze (un amore, un centro di gravità permanente, un giro di amici simpatici, un po' più di autostima, più tenerezza, più energia vitale), ma forse, e anche di più, di sperare che queste cose possono arrivare.
Ora è un periodo di quelli tristi e meditabondi: ho voglia di una ragazza con cui far l'amore; ho voglia di non sentirmi solo; ho voglia di vivere, e non posso fare niente di tutto questo.
Passerà, lo crdo anche io...
Ma quando riuscirò a spezzare la catena?
2 luglio 2008
da Anonimo
Dedica molto bella e verissima. Purtroppo io credo di essere già nella seconda fase e la cosa mi spaventa molto perchè non so come uscirne. Chissà se dopo tre anni le cose si possono cambiare. Vorrei tanto che la risposta fosse si. Ciao ciao.
2 luglio 2008
da tobia
mi spaventa un pò la veridicità di ciò che dici..anch'io la sento proprio come una belva..che azzanna e non ti da respiro..vedo tristemente che siamo in molti a sentirsi così..è davvero dura
3 luglio 2008 - Verona
da Robi
Tieniti pronto allora! che vedersi arrivare il cambiamento e non esser pronti a coglierlo è una bella fregatura.
Disperare significa aver già certo l'esito al di la di ogni dubbio; ed esser certi di un esito non lascia molto spazio alla speranza di cambiamento.
A noi la scelta.
5 luglio 2008
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