Consigli

da Auanagana Bob per Autostimarsi

Le ferite dell'anima hanno diversi nomi, e sono tutte guaribili: mancanza di amore, mancanza di autostima, abbandono, invidia, gelosia, e molte altre. Io credo che a volte nasciamo con queste ferite, a volte ce le procuriamo dopo la nascita. Comunque sia, parte del nostro percorso di vita consiste nel guarirle.
A forza di sanguinare, esse saranno sempre più evidenti, e ad un certo punto, probabilmente quando il dolore sarà intollerabile, le "vedremo". Nel momento, spesso doloroso, in cui prendiamo coscienza del fatto che le persone che ci hanno fatto soffrire non hanno fatto altro che stuzzicare una piaga già esistente, la nostra vita cambia, e inizia il processo di guarigione, una strada meravigliosa, anche se talvolta difficile, che porta alla la pace.
Il passaggio dalla colpa alla responsabilità può sembrare intollerabile se abbiamo sofferto molto nella nostra vita, ma è la chiave che apre la porta di un'esistenza vissuta da protagonisti. Di che si tratta?
Quando qualcuno ci fa del male, noi soffriamo, e spesso il dolore che proviamo è talmente forte che non possiamo gestirlo. Abbiamo bisogno di farlo uscire, per evitare che ci tormenti. Quando il dolore esce da noi, assume le forme di rabbia, odio, rancore, vendetta, fastidio, eccetera. Questi sentimenti distruttivi vengono spesso percepiti come le uniche armi di difesa contro i nostri aggressori. Quante volte sentiamo dire con rabbia "dopo tutto quello che mi ha fatto, sto bene solo se non lo vedo! Guarda come sto male, e tutto per colpa sua. Mi ha rovinato la vita, che possa provare sulla sua pelle quello che sto passando io per causa sua!".
La colpa e la punizione sono due concetti strettamente collegati. Quando ci auguriamo che gli altri vengano puniti per quello che ci hanno fatto, il nostro sentimento si chiama desiderio di vendetta, che è devastante, soprattutto per chi lo prova.
Questo è il meccanismo della colpa: proiettiamo all'esterno i nostri sentimenti negativi perché non ne sopportiamo il peso, e ci sembra che questo ci dia sollievo. Invece, chi ha provato odio nei confronti di qualcuno (anche per chi gli ha inflitto le più atroci sofferenze), sa che questo gli ha portato molta amarezza, tanta rabbia, e lo ha allontanato dalla pace. La pace non nasce dalla vendetta o dal vedere riconosciute le proprie ragioni, queste sono piccole soddisfazioni che durano poco, e che hanno un prezzo altissimo: dire addio per sempre alla serenità.
La pace nasce solo dal lasciare andare ogni conflitto, ed è raggiungibile tramite il perdono. Tuttavia, non si accetterà di assumere la medicina chiamata perdono, se non si rinuncerà al meccanismo della colpa, sostituendolo con quello veramente liberatorio della responsabilità. Quest'ultimo parte dal presupposto che tutto quello che ci succede nella nostra vita, consciamente o inconsciamente, è stato creato da noi. Questo è il vero sollievo, poter dire "Io ho creato tutto ciò che mi ha fatto soffrire, io posso creare ciò che mi rende felice".
Se siamo sinceri con noi stessi, possiamo renderci conto che, quando qualcuno ci ferisce, noi abbiamo una parte di responsabilità in questo. Forse lo abbiamo ferito in precedenza e ora lui sta reagendo a questo? Forse il suo è un grido di aiuto mascherato, una richiesta di attenzione? Probabilmente c'è un nostro atteggiamento che ha "chiamato" la sua reazione. Il vittimismo, per esempio, chiama aggressione o esasperazione, e chi è esasperato può "tirare fuori" questo suo sentimento negativo aggredendo. La rabbia, da parte sua, chiama altra rabbia o paura. Qualcuno fugge da voi e questo vi ferisce? Lo avete forse spaventato con un attacco d'ira? Oppure lo avete esasperato con un atteggiamento vittimista? Qualcuno vi ha traditi? Forse avete l'idea che nessuno può amarvi. Amate voi stessi?
Le idee positive o negative che abbiamo su noi stessi si riflettono nel nostro comportamento, le persone le percepiscono, e si comportano di conseguenza. Quindi, la nostra "ferita nascosta", che è spesso riflessa dai pensieri negativi che abbiamo su noi stessi (quali "nessuno mi ama", "tutti mi abbandonano", "non valgo niente", eccetera), ci spinge ad avere un determinato comportamento. Quest'ultimo porta le persone che ci circondano ad avere certe reazioni nei nostri confronti, le quali confermeranno le idee che abbiamo di noi stessi, e questo ingrandirà la nostra ferita sempre di più. Nel momento in cui diventiamo consapevoli di questo meccanismo, il risentimento verso chi ci ha fatto del male risulta un fardello gravoso e inutile, di cui il perdono ci può liberare.
Il perdono ci libera dall'odio, dal risentimento, dal rancore, dalla rabbia, dalla delusione e dalle antipatie, e apre la strada verso l'amore e la pace. Ricapitolando, acquisire il meccanismo della responsabilità non cambia la situazione della vita, ma cambia la nostra prospettiva, la percezione di ciò che ci accade. Il mondo assume un altro significato. Prendersi la responsabilità della propria vita vuol dire riconoscere che tutto quello che ci succede accade per un motivo preciso. Noi stiamo analizzando il dolore, la sofferenza. Per quanto insopportabile possa sembrare l'idea, soprattutto se le nostre esperienze sono state tragiche e il nostro dolore è stato profondo, tutto quello che ci ha provocato sofferenza nella vita aveva uno scopo: farci "vedere" le nostre ferite più o meno nascoste, per guarirle... per sempre.
Love, Bob

7 ottobre 2008 - Roma

Categoria: Consigli

da Greta

Dimentichi dei particolari Bob. Ci sono sofferenze che causano traumi, dove potrebbe non esserci vendetta verso chi ci ha fatto del male ma resta il fatto che bisogna lavorare su se stessi per superare e non è facile. Io ho perdonato chi mi ah fatto del male, anche non rendendosi conto ok, sono le persone che voglio comunque bene. Ma superare delle sofferenze subite non ha bisogno solo di perdono ma di ben altro, un gran coraggio e forza nel guardare avanti e guardare il male da un altro punto di vista. Ti dici ok è andata così, mi rimbocco le maniche e lotto e magari nella tua lotta uscirà qualcosa di positivo oltre alla guarigione. Vedi la sofferenza come un tunnel dove ora la luce è ancora più bella. Non so se mi sono spiegata. Il dolore prende un altra forma ma ciò non toglie che ti ha portato via un pezzo della tua esistenza.

7 ottobre 2008 - Bari

da Auanagana Bob

Okay Greta, il tuo é un episodio di vita particolare.
Il messaggio é per le storie classiche di abbandono.
La tua storia seppur particolare deve essere abbandonata da te, la devi lasciar defluire, rimuovere!
Spesso si scrive su un pezzetto di carta, lo si brucia, lo si lascia cadere nel water e si tira lo sciacquone simbolicamente.
Il passato non può più tornare anche volendo quindi perché fermarci ad arrovellarci su un qualcosa per cui non serve a niente?
Ti abbraccio Greta.
Loving, Bob

7 ottobre 2008

da salvatore

complimenti senza parole credemi

8 ottobre 2008 - Caltanissetta

da Anonimo

sei un grande!!!
mi hai aiutato a capire che non sto sbagliando.. grazie mille... continua cosi!!!

8 ottobre 2008