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da Anonimo
Sinceramente grazie per la solidarietà. Mi verrebbe da dire che in tutto questo casino ho anche provato felicità, avendo maturato per un momento la convinzione di essere una persona DAVVERO speciale per la mia amata; mi sono sentito così vivo e non avevo ancora perso l'equilibrio vivendo una storia che intrepretavo come di reciproco amore platonico, una storia che non aveva neppure bisogno di essere approfondita al di fuori del luogo di lavoro. Di discorsi su possibili frequentazioni extralavorative se ne sono fatti, senza che gli abbia mai dato peso, anzi per non vederla ho addirittura evitato di andare ad incontri con colleghi di lavoro. Poi un giorno e proprio lei che, giocando tacitamente sul concetto di semplice amicizia (conosco la sua visione adolescenziale della cosa), mi dice che le piacerebbe frequentarci ulteriormente. Il che ha favorito un mezzo chiarimento dove è emerso che secondo lei il ns rapporto era speciale, che io ero il suo migliore amico ecc. Alla prova dei fatti, quando mi propone di andare con lei ad un corso di due giorni fuori città, dicendomi che avremmo potuto fare tante belle cose insieme (visitare la città, andare per locali tutta la notte ecc), io sono stato costretto a dirle con che spirito ci sarei andato e quindi, smontato dalle sue risposte, mi sono sentito un vero straccio. Ora non mi rimane che reagire, ce la farò sicuramente. Ma non voglio serbare odio per questa donna, perchè io potevo capire quanta superficialità c'era nei suoi discorsi.
Mi auguro che la tua situazione possa risolversi senza che nessuno debba soffrire.
10 ottobre 2008
Categoria: Pensieri
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