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da Auanagana Bob per People
Robert, un mio amico intimo e collega dell?università, comunicava energia e vitalità ovunque andasse. Focalizzava la sua attenzione su di te mentre gli parlavi e ti faceva sentire più importante che mai. La gente lo adorava. Un giorno d'autunno Robert ed io stavamo studiando: era una bella giornata piena di sole, e io guardavo fuori dalla finestra, quando scorsi uno dei miei docenti che attraversava il parcheggio.?Ecco uno che vorrei proprio evitare d'incontrare? dissi. ?Perché?? chiese Robert. Gli spiegai che qualche mese prima ci eravamo lasciati in malo modo: io mi ero offeso per qualcosa che lui mi aveva detto, e a mia volta gli avevo risposto per le rime. ?Inoltre? aggiunsi ?non gli vado a genio. ? Robert guardò in basso verso il professore. ?Forse hai capito male? disse. ?Forse è proprio il contrario, e ti comporti così perché sei tu che hai paura. Probabilmente pensa di non piacerti, così lui ti è ostile. Alla gente piace la gente che l'apprezza. Se mostri interesse nei suoi confronti, lui farà altrettanto. Su, vai giù e parlagli. ?Rimasi colpito dalle sue parole. Decisi di fare una prova e scesi giù per le scale, diretto al parcheggio. Salutai l'insegnante con calore e gli chiesi come avesse passato le vacanze. Mi guardò, sinceramente sorpreso. Poi ci incamminammo chiacchierando, e non feci fatica a immaginare il mio saggio amico che ci guardava dalla finestra con un sorriso d'approvazione. Robert mi aveva fatto capire un concetto elementare, tanto elementare che non riuscivo a convincermi di non esserci arrivato da solo. Come la maggior parte dei giovani, mi sentivo insicuro, e temevo sempre il giudizio degli altri, mentre invece erano proprio gli altri a preoccuparsi di come li avrei giudicati io. Da quel giorno, invece di vedere - e temere - la critica negli occhi del mio prossimo, cercai di riconoscere la necessità che la gente ha di stabilire un rapporto, di comunicare e regalare agli altri qualcosa di sé. In questo modo ho scoperto un volto nuovo della gente, un volto che non avrei mai conosciuto altrimenti.
Per esempio, una volta, su un treno che attraversava il Canada, cominciai a chiacchierare con un signore che tutti evitavano perché parlava e si comportava come fosse ubriaco. Saltò fuori che quel poveretto si stava riprendendo da un ictus. Era stato macchinista sulla stessa linea ferroviaria che stavamo percorrendo, e durante la notte mi raccontò la storia di ogni chilometro del percorso, che si chiamava Pile O? Bones (?Mucchio d'ossa?) per le migliaia di scheletri di bisonti lasciati un tempo sul terreno dai cacciatori indiani. E mi parlò anche del leggendario Big Jack, un operaio svedese addetto alla posa dei binari che poteva sollevare da solo rotaie del peso di oltre 200 chili; e del conduttore McDonald, che aveva come compagno di viaggio un coniglio. Mentre il sole mattutino sorgeva colorando l'orizzonte, quell'uomo mi prese per la mano e mi fissò negli occhi. ?Grazie dell'attenzione? mi disse. ?In genere nessuno mi dà retta?. Non avrebbe dovuto ringraziarmi: il piacere era stato tutto mio.
A Oakland, in California, fui fermato una volta a un angolo di strada da un gruppetto di turisti che aveva bisogno di un'informazione; si trattava di una famiglia di australiani proveniente da una città della remota costa nord-occidentale di quel paese. Chiesi loro come si vivesse laggiù e, mentre prendevamo un caffè, mi raccontarono degli enormi coccodrilli marini ?con il dorso largo come la capote di un'automobile? che frequentavano i paraggi di casa loro. Ogni incontro, scoprii, si trasformava in un'avventura, ogni persona diventava una lezione di vita, il ricco, il povero, il forte e il debole, tutti erano pieni di dubbi e di sogni, proprio come me. E ognuno aveva una storia speciale da raccontare: bastava solo che li ascoltassi.
Un vecchio e barbuto vagabondo mi raccontò come fosse riuscito a sfamare la sua famiglia durante la crisi economica degli Anni Trenta: sparava con la doppietta dentro uno stagno e poi raccoglieva i pesci storditi dall'esplosione che galleggiavano in superficie. Un vigile mi spiegò che aveva imparato a muovere le mani per dirigere il traffico osservando attentamente toreri e direttori d'orchestra. E una giovane estetista mi comunicò la gioia che provava osservando le anziane ospiti di una casa di riposo che sorridevano ammirando le loro nuove acconciature. Quanto spesso ci lasciamo sfuggire queste opportunità. La ragazza che tutti vedono bruttina, il giovane vestito da punk: queste persone, e tutte le altre che abbiamo intorno, hanno qualcosa da raccontare, proprio come voi. E, come voi, sognano di trovare qualcuno disposto ad ascoltarle.
Come Gaugaine parlare con la gente, perché la gente siamo noi!!!
Ecco la lezione di Robert. Prima di tutto, amate la gente; poi, fate domande. Vedrete che la luce che irradiate sugli altri tornerà a riflettersi su di voi, centuplicata in splendore.
Per andare verso l'Infinito e oltre...
27 ottobre 2008
Categoria: Consigli
da Claudia
Caro Bob, con cio' che scrivi riesci sempre ad entrarmi nel cuore...e forse mi hai anche aiutata a capire meglio una mia stuazione con un ragazzo che non riesco a capire perche' sembra avercela con me... ora capisco che forse si comporta cosi' perche' rivede in me lo stesso atteggiamento un po' ostile e sfuggente verso di lui... insomma, e' una storia un po' complicata... e forse te sei riuscito ad illuminarmi, anche se non credo lo stesso di voler cambiare questo mio atteggiamento nei suoi confronti!volevo solo dirti Grazie Bob...grazie per le verita' che scrivi...grazie perche' riesci per un attimo a farmi stare bene e sorridere... grazie di cuore amico, un abbraccio...con affetto...
28 ottobre 2008
da Aliante
Volevo chiederti se la mia dedica alle donne ti ha turbato o se semplicemente sei troppo occupato per rispondere.
Io lo sono talmente tanto che faccio fatica ad andare al supermercato.
Bella dedica al solito.
Stammi bene,
Aliante
28 ottobre 2008
da Thanatos
Davvero una gran persona questo tuo amico, se fossero tutti come lui che non giudicano prima di conoscere il mondo non sarebbe certo quello che è.
28 ottobre 2008
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