Ci sono notti, in cui i miei occhi sono cechi, senza nebbie di sogni ad accarezzarli, solo a scivolare nell'obblio, di tante e troppe immagini di ricordi sbiaditi, cancellati e rifiutati, in quel tramonto di tempo lasciato alle spalle. Ci sono notti in cui senti le dita sfiorare il nulla, e cercare un calore troppo distante, seppur appena accennato nella mente legata al passato. Ci sono notti in cui sei lì, ad osservare le tenebre, mentre ti chiedi con chi hai passeggiato nel sogno fino ad ora, se erano calde quelle dita, se erano rivolte a tè quelle attenzioni, quando ti sfiorava con uno sguardo. Ma sai per certo, che la strada s'è divisa, e che quell'angelo non era che un sogno distante, su chi non poteva indossare un vestito cucito non suo. Ora quella veste la tengo tra le mani, con speranza d'amore e di candide follie, attende chi veramente la saprà indossare. Ho ancora tra le dita, quelle ali fatte di piume incantate, che quell'angelo non sapeva o non voleva sorreggere sulle spalle, che ha abbandonato distogliendo lo sguardo, perchè non voleva vedere chi realmente io fossi. Non ci sono notti da sprecare, al pensiero di momenti passati ormai lontani, ormai da cancellare, ma è difficile non pensare, che parte della mia vita è legata a quel periodo, in cui ero cieco, a tanti sorrisi tirati e a tante carezze senza tepore, e a tante parole vuote e leggere, è difficile a non pensare, perchè ora sento il gusto della libertà, a quel peso scivolare sulle spalle inermi e inconsapevoli, finchè non hanno scoperto di essere schiacciate da un dolore interiore di incomprensioni e delusioni che solo lei ti ha fatto provare, è difficile pensare che ho amato chi amore non mi dava. Ma ora è mattina, e la luce cancella quell'incubo, che gli occhi sfioravano nel buio tangibile e vero, come quadri e giochi d'ombre, a sconvolgere il mio pensiero immacolato. Ma ora c'è la luce, a scivolare nei meandri del profondo mondo che la notte mi aveva creato, con nebbie grige legate alla ragnatela di un sogno mai vissuto. Un giorno qualcuno indosserà quella veste, che gli calza senza chiedere e senza sapere, quegli occhi che sapranno vedere, fisseranno solo la mia anima, fisseranno ciò che sono, e ameranno ciò che sono felicemente, come se fosse proprio quella sua natura, e scoprire quanta è vasta l'anima che lo contiene. E' bello pensare, scorgere e vedere, occhi che sanno amare il tuo essere tè stesso, semplice, puro e confuso, come un groviglio bellissimo, in cui pochi sanno scorgere, bellezze intricanti nel disegno che creano, è bello sentire, scorgere e capire, un calore istintivo, dolcezza e tepore, in parole e gesti, senza un perchè anteriore... Sognando
13 novembre 2008
Categoria: Pensieri