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da Importantissimo
Anch'io sono stato un'ottima sintesi di vissuti neri come quelli esposti in questa rubrica; ma adesso è tutto cambiato.
Concedetemi un'attimo di attenzione per favore.
IO SONO UNO DI QUEI FORTUNATI CHE NON SOFFRONO piu LA SOLITUDINE PERCHè SONO PAGHI DI Sè STESSI;mi spiego meglio: La solitudine è un senso di grave "insufficienza" e di mancanza esistenziale a causa della separazione e della assenza degli altri o/e di un compagno/a dalla propria vita;cioè a dire, il nostro profondo essere è incompleto senza gli altri, questa affermazione è SACROSANTA MA INCOMPLETA.In poche parole, noi abbiamo bisogno degli altri perchè tutti gli uomini sono dei frammenti di quel Logos, o Dio, che è il motore primo di tutto ciò che è creato e la felicità è possibile solo in seno e in comunione con questa immensità (lo sò suona molto enfatico, ma le cose stanno così...investigate voi stessi).
Quando noi nelle nostre solitudini particolarissime e personali, sentiamo di essere dei casi a parte, dei outsider della vita, pensiamo di essere separati dagli altri e da tutto ecco che subentra l'infelicità che conoscete.
Chi si sente solo si sente come un estraneo, un outsider di un contesto sociale, della vita;visualizzate quest'esempio che vi faccio:Una volta in un reportage in Tv ho visto un bellissimo quadro in una villa signorile brasiliana (si chiamano fazendas);questo quadro raffigurava il Brasile e le sue foreste equatoriali ai tempi delle esplorazioni degli europei: Immaginate, piante tropicali, acquitrini,fauna esotica, pappagalli coloratissimi, cioè ogni elemento era congruente e si "abbinava" all'insieme, non c'era nessun elemento estraneo, outsider a quel contesto, come che sò un orso polare...tutto era perfettamente abbinato al tutto (sottolineo che era un quadro molto suggestivo).
Chi soffre la solitudine sperimenta un tale forte senso di estraneità verso tutto ciò che è distinto da sè, che si potrebbe paragonare, riprendendo l'idea del quadro brasiliano, a chi appicicasse la propria sbiadita fototessera a quel vecchio dipinto; mamma mia che elemento outsider al contesto!!
Eppure è questo il rapporto con la vita che il "solo" sperimenta ogni giorno della sua esistenza, conoscete benissimo questa sensazione.
Quello che sfugge è che nel quadro oltre a essere raffigurate piante esotiche, pappagalli colorati e simili, ci sono pure degli indios, due o tre indios se ricordo bene, vestiti di foglie, con la ciabottana, insomma totalmente inseriti e abbinati al contesto come i pappagalli colorati.
Vedete, lo ripeto, l'uomo non può fare a meno dell'immensità che lo circonda, non può non essere in comunione con il logos che anima ogni cosa, altrimenti soffre, e se soffre perche non gli importa di essere separato dal tutto, gli altri tenderanno a emarginarlo sempre di più proprio come un mendicante che assilla per pochi centesimi.
Chi è solo spesso assilla gli altri alla stessa maniera dei mendicanti, un mendicante che non sa di essere ricco, che non considera l'immensità che lo circonda, ma che assilla solo gli altri per chiedere pochi soldi.
Non fraintendete bisogna accostarsi agli altri, sarebbe un errore mortale non farlo, ma non come dei mendicanti che domandano "amore", "amicizia","accettazione",ma bisogna accostarsi come dei ricchi signori che offrono monete d'oro, o momenti memorabili alla gente che apprezzano.
Ma per fare questo BISOGNA PRIMA ESSERE CONNESSI CON QUEL LOGOS, QUELL'IMMENSITA' di cui parlavo prima.
I samurai sapevano che la loro ANIMA ERA COME UNO STAGNO CHE RIFLETTEVA IL CIELO, avevano contatti con gli altri ma soprattutto erano RIVOLTI VERSO Sè STESSI nell'unico senso che avevano "solo" bisgno di essere connessi con quel cielo per essere completi.
I Mistici Sufi, dicevano che l'uomo è una statuetta di sale che agogna "sciogliersi" nel mare, ed è prorio così.
Nessuno potrà guarire dalla solitudine ed essere completo se non
arriverà a questo tipo di consapevolezza.
Se un uomo avrà questa consapevolezza, sarà pago di sè stesso, pieno di bellezza, e forte come una roccia; potra amare gli altri ( e le porte in questo senso si apriranno),ma saprà che nessuno gli appartiene, nè lui appartiene a nessuno, tutti potranno essere importanti ma nessuno indispensabile, inclusi genitori, figli e compagni della vita; l'amore per un compagno/a potrà essere bellissimo, ma niente sarà come guardare il cielo e sciogliersi nel mare...e per questo non c'è bisogno della cooperazione di nessuno.
Vedete le nostre anime sono come delle abitazioni e l'amore come dei bellissimi giardini; si può vivere in tuguri, appartamenti, case popolari, palazzi, e senza dubbio un bel giardino (l'amore) di gelsomini e rose bianche ( i miei fiori preferiti) possono fare la differenza tra una casa e un'altra, ma se uno ha la ricchezza per poter comprarsi e vivere in - ammettiamo- un antico palazzo a strapiombo sull'immensità di incantevole deserto che si accende al tramonto(come quello di Petra o dello Yemen),il fatto che ci sia o non un giardino -l'amore per una persona in concreto- quanto può aggiungere??
Bene penso di avere condensato in pochissime parole dei concetti di vitale importanza, su cui spero almeno qualcuno di voi rifletta.
Un abbraccio sincero
12 marzo 2009
Categoria: Solitudine
da stellina
veritiero il tuo scritto...bello
12 marzo 2009
da anonima
Condivido non totalmente però più o meno è così, se hai una casa, una grande anima, ma non hai un bel giardino l'amore, sai che cosa ti ha dato la vita?L'essenziale...Credo fermamente in Dio e sono io la prima a sentirmi in sintonia con il tutto, natura compresa, ma la vita dell'uomo sapiens sapiens e la stessa natura ci richiama ai concetti essenziali del vivere accanto ai nostri simili, noi siamo soggetti finiti e non entità estratte, abbiamo bisogno di vivere in coppia, si vive meglio, pure la mia gatta da quando di gatti in casa ne ho tre sta meglio...cioè ognuno ha il suo posto per dormire, ma preferiscono dormire insieme uno su l'altro su uno dei tre posti e abbracciati addirittura, altro che logos...!Quelli non sanno nulla né di logos né di Dio, ma secondo me hanno capito tutto...Da vedere che tenerezza...!
12 marzo 2009
da Anonimo
non sono d'accordo. io non ho bisogno degli altri per completarmi.
12 marzo 2009
da per anonima
Capisco la tua esigenza per la tenerezza, sei una ragazza; ma io che sono un ragazzo dovrei andare in giro per la vita in cerca di coccole??!!
Certo che mi piace l'intimita e la tenerezza con l'altro sesso, adoro gli animali e i cuccioli ma sicuramente la "ricerca di coccole" non è qualcosa che mi riempe esistenzialmente...
Una volta avevo conosciuto a una spagnola che faceva abuso di questa parola, anzi peggio, in spagnolo coccole si dice "mimitos" che letteralmente per un italiano suona come "coccoline"; alla fine sono scappato come un ossesso da questa persona.
12 marzo 2009
da xanonima
In effetti solo "farsi le coccole" come le tue gatte non può essere la risposta e la soluzione dei mali della gente...
12 marzo 2009
da Mony Rinata
la completezza non è solo data dalla persona ma chiaramente come dice irrecuperabile da Dio.Se vivi serenamente con lui allora ami e apprezzi gli altri e ciò che ti circonda e hai.
14 marzo 2009 - Torino
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