Vita

da Margherita

Problemi di vita; ognuno di noi li ha, chi piccoli chi grandi.
Io ho molti problemi di vita e nonostante questo sono sempre riuscita ad andare avanti.
Il primo trauma della mia vita è stata la morte del mio papà, quando io avevo 4 anni e mia sorella 9. Aveva avuto un infarto, anche causato dal vizio del fumo e dalle troppe sigarette in un solo giorno. Così si è spento. Troppo piccola per ricordarmi di lui, della sua voce, dei suoi occhi azzurri. Fa male vedere quelle famiglie felici e tutti quei bambini fortunati che hanno un padre e non si rendono neanche ocnto della loro fortuna. Due anni dopo, mia madre ha trovato un compagno che ora è diventato indispensabile in questa famiglia. Anch'esso con figli e vedovo, Giulio (così si chiama) è diventato il nuovo marito di mia madre dopo sei anni di convivenza e solo ora mi rendo conto di quanto quest'uomo sia stato importante. Quando Giulio è diventato il compagno di mamma non tutti gli zii, soprattutto i fratelli di mio padre, sembrarono accettare questa situazione. La moglie di uno zio proebì anche al suo stesso amrito di parlare con Giulio, affermazione di cui sono venuta a conoscenza pochi mesi fa e di cui sono rimasta completamente schifata. La gente è egoista. Non erano felici per mia madre e sapevano solo criticare, quando fu il mio stesso padre a far promettere a mia madre di, in caso della sua morte, trovare un'altra persona e di non vivere nella depressione, come mia nonna alla morte del nonno.
Nonostante queste divergenze familiari, noi cugini siamo sempre stati molto uniti come fratelli, soprattutto io, mia sorella, mia cugina Ilaria e mio cugino Marco. Quest'ultimo era tre anni più grande di me ed era per noi altre femminuccie un vero e proprio fratellino.
Finchè..finchè ad 11 anni Marco è stato ricoverato a Napoli perchè aveva una piccola massa ai polmoni. Ci avevano detto di non preoccuparci, che si sarebbe risolto. Bugie. Cazzo che bugie.
L'ultima volta che l'ho visto ho giocato per la prima volta alla play station, insieme a lui.
Un mese dopo Marco si è spento per sempre.
Lo venni a sapere una grigia mattina e il mio cuore andò in frantumi. Aveva appena 11 anni. E io ne avevo appena compiuti 9.
Il funerale fu straziante. Sembrava che tutta Battipaglia piangesse con noi. I miei zii piangevano la morte del loro unico figlio e io non riuscivo a farmene una ragione.
Un mese dopo, al trigesimo, dietro la suo foto vedo la data di nascita e la sua morte. Una cosa cattura il mio occhio: il decesso.
26 ottobre. No. Era troppo. Volemo morire.
Perchè il 26 ottobre era il mio compleanno. Cazzo.
Non ebbi il coraggio di piangere, ma piansi dentro.
Poi, una dopo l'altra la morte dei nostri nonni paterni.
Non tutti sanno la storia di Marco; l'ho raccontata solo ai miei amici intimi.
Mentre il fatto di essere orfana di padre è divenatto di pubblico dominio. Non che la cosa mi dia fastidio, però alcune persone non sanno davvero cosa significhi soffrire e spesso fanno paragoni sconvolgenti.
Un mio amico, G., con il quale avevo avuto molti alti e bassi, un giorno era più fastidioso del solito: camminava e spingeva me e le miei compagne sul marcapiede(visto che in 4 non ci entravamo) così una mia amica gli ha consigliato di camminare nle cielo, così non ci rompeva le palle. DOvete sapere che G. è una persona moooolto benestante, ricca, sfondata e che fino ad ora non ha ancora perso nessuno.
Io, allora, dissi "Dai G., pigliati un elicottero che i soldi non ti mancano" con il sorriso sul volto. e lui? Fece la parte dell'inca**ato. Lo avevo così "offeso" che, quando gli chiesi perchè era così arrabiato per una battuta. arrivò a dire che: "E' come se dicessi a Margherita che non..". Qui si bloccò. Capii al volo che voleva dire qualcosa sulla mia famiglia. Lo avvertii di non dire ca**ate ed andai a casa. Il giorno dopo venni a sapere dalla mia migliore amica, la fine di quella frase, terminata quando me n'ero andata: "E' come se dicessi a Margherita che non ha il padre".
Schifo, ecco cosa provavo; come poteva paragonare queste due cose?
Orasono passati forse 4 mesi e ci ho messo una pietra sopra.
G. mi ha anche ascoltato in questo periodo, come Raffaele(il mio amichetto, quanto lo amo <3) perchè proprio il giorno rpima dell'ultima prova scritta degli esami la mia ultima nonna è morta.
Soffriva tanto, la nonna. Era ormai in uno stato vegetativo.
Quando lo seppi ero a casa e qaundo mamma me lo disse, senza dire niene, camminai verso camera mia e incominciai a piangere, senza urlare o singhiozzare; le lacrime scenevano come l'olio.
Il gorno del suo funerale ebbi modo d'incontrare per la prima volta 8i miei cugini e il fratello maggiore di mamma (ovvero mio zio) che in tutta una vita non si era fatto vivo, per colpa di della p***ana di sua moglie che non aveva fatto altro che mortificare mia nonna con le stronzate che cacciava dalla bocca. La p***ana al funerale non c'era, grazie a Dio.
Prima della cerimonia, noi parenti stretti andammo nella camera mortuaria dove c'era mia nonna. Non feci in tempo ad accorgermene, che sul cadavere vi era un velo trasparente e lo vidi. Vidi un corpo freddo, giallastro e grigio allo stesso tempo, ed una spece di sorriso rilassante sul viso.
Finalmente la nonna si era liberata di tutti dolori. Eppure la sua visione mi ha per un attimo sconvolto: la testa piegata da un lato, il corpo immobile e le mani giunte. In questo periodo persone di cui non so neanche l'esistenza escono fuori a fiotti per le condoglianze. A me fanno schifo. SI presentano solo alla fine.
Ecco la mia storia per adesso.
Sono sempre la stessa, simpatica, solare, ottimista, paziente, arrogante, stronza, schietta.
Ho quasi 14 anni. L'anno prossimo andrò alle superiori.
Piove ora, a Salerno.
Ho come il desiderio di fare del mio meglio in questa mia esistenza e vivere tutto ciò che mio padre e il mio Marco non hanno potuto assaporare.
Racconto questa storia per dare una speranza a tutti quelli che soffrono perchè qualsiasi cosa accada, non bisogna mai dimenticare ci si è veramente.
Bisogna cadere ma rialzarsi.
E' questo che la mia vita mi ha insegnato.

23 giugno 2009

Categoria: Vita

da Charla

bella. io e te credo che abbiamo un carattere molto diverso... ma il dolore è sempre il dolore!!! l'importante è reagire, cogliere il positivo e andare avanti sorridendo!!!
coraggio... abbiamo amcora una vita davanti =)

24 giugno 2009

da maty

cara margherita io al tuo posto non sarei riuscita resistere..sei il mio idolo vorrei essere forte come te riiuscirea reagire a tutte le difficoltà della vita.
leggendo la tua dedica mi sono messa a piangere e ho cpt molto cs che chi al mio contrario vive esperienze molto brutte grz mille x avermi ftt capire questo cs...
io ho 12 anni e x adesso sono stata abbstanza fortunata...
cara margherita spero che tu vada avanti sempre in questo modo coraggiosa e che non si scoraggia...
spero che la tua da ora in avanti sia una vita + felice...tantiximi baci e buona fortuna maty!!

25 giugno 2009 - Parma

da l'ale

sai anche io come la maty( tvb)non ci sarei riuscita ad andare avanti... ma il problema è che non sta a noi decidere cosa ci deve accadere e cosa no...per esempio ho una nonna che è in stato vegetativo e hanno detto che purtroppo non ha molto tempo.. quando mi diranno che è morta non piangerò, anzi, mia nonna a quel punto smetterà di soffrire, e io avrò un sollievo.Piangere serve solo a farti sentire di più il dolore, e nient' altro...purtroppo la vita è così e noi non ci possiamo fare niente..se vogliamo vivere dobbiamo stare alle regole che la vita ci offre e sono quelle che, purtroppo nessuno può cambiare. ma la vita è una sola e bisogna viverla come meglio si può altrimenti se non vuoi accettare com' è ti fai solo più male a te stessa...ale

25 giugno 2009