Solitudine

da Tadzio

...nel triste delle mie mie emozioni confuse..
Una tristezza da crepuscolo, fatta di spossatezze e false rinunce, un tedio per qualcosa, un dolore come di un singhiozzo soffocato o di una verità ottenuta.Si snoda nella mia anima questo paesaggio di abdicazioni, rovine di sogni, cimiteri di speranze.

[Intervallo doloroso...]

Ho chiesto tanto poco alla vita e anche questo poco la vita me l'ha negato;l'inconsapevolezza d'esistere.
Scirvo, triste,nella mia stanza, solo come sempre sono stato, solo come sono e solo come sempre sarò.
Sono precipitato in una complessa indisciplina cerebrale, colma di stanchezza.Dove mi sono rifugiato?Ho l'impressione di non essermi rifugiato da nessuna parte.Mi sono abbandonato a non so cosa.
(Una malattia che non ha convalescenza.Una morte alacre...)In questa mia adolescenza che sento lontana e che mi sembra una cosa letta, provo constantemente il dolore della privata felicità.
La vita è un'apoteosi dell'assurdo.
Spento, muto,nullo...IL cielo distante su un'estate morta, imperfetta.
Lo guardo come se non fosse li.Dormo ciò che penso, sto sdraiato camminando, soffro senza sentire.La mia grande nostalgia è di niente, è niente, come il cielo in alto che non vedo e che sto fissando impersonalmente.

24 giugno 2009

Categoria: Solitudine

da Tadzio

Proprio ora ho riletto questa pagina nella quale ho scritto con sfumata mestizia e mi interrogo.Cos'è questo e a cosa serve.Chi sono quando sento.
Come qualcuno che da molto in alto cerchi di distinguere la vita a valle, cosi io stesso mi contemploda una cima, e sono un tutt'uno con il paesaggio confuso e indistinto.
Rileggo?Ho mentito.Non oso farlo, non posso farlo.
Spesso mi chiedo come appaio agli altri.Non lo so.Tra la polvere di inutili carte, scorgo la foto di classe.Dove sono? Ahh, sono quel ragazzo diafano, curvo come lo sono i miei pensieri. Provo un'incerto sgomento nell'osservarmi. Fisso il vuoto del mio stanco sguardo ed intravedo la fatuità dell'abisso. ... Sorrido tristemente e non commento neanche il sorriso.
Io non ho fatto altro che sognare. è stato questo, soloquesto il senso della mia vita.I più grandi dolori della mia vita si attenuano quando, aprendo la finestra che da dentro di me, posso dimenticare me stesso alla vista del suo movimento.No ho mai preteso di essere nient'altro che un sognatore (o meglio un sogno in un labirinto impossibile)Non ho mai amato nulla.Non ho mai desiderato niente se non quello che potevo immaginare.Alla vita non ho chiesto altrochedi passarmi accanto senza che la sentissi.
Scrivo allora queste parole, come fossero una liberazione.Un alito di sogno che non mi faccia pensare...

Il passato nega il mio presente...
Una sigaretta e stare ad occhi chiusi;l'oppio dell'anima.

24 giugno 2009

da Alex Darth NodTEK

qui siamo in tanti a sognare... la mia vita e' fatta di soli sogni da quando sono nato... purtroppo non si sono mai avverati.

Alessandro

25 giugno 2009 - Milano