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da Anonimo
Ci tengo a continuare il discorso della mia ultima dedica in maniera più approfondita, visto che scritta superficialmente può essere interpretata male...io penso che il punto focale sia la noia...Moravia ci era arrivato tanto tempo prima che io nascessi. La grande differenza tra me e gli altri è che io mi annoio delle cose che ritengo banali, che si susseguono con un ordine già conosciuto per tante volte...e invece gli altri ci sguazzano. A me non stanno bene una vita banale con cose banali che tutti fanno eccetera eccetera, mi annoiano. Io ho grandi ambizioni, grandi pensieri, mi vedo sempre sopra la massa e non è una scelta. La noia è un carico importante che si trovano le persone che c'hanno capito qualcosa, ma in realtà è come se non ci hanno capito niente...sempre a metà, sembrano persone tristi forse. Cosa fare quando ci si sente affogare nella squallidirà di una via qualunque della città, con il desiderio di andare via? Uno non può combattere da solo un mondo. A me piacerebbe essere libero dai vincoli che mi impongono di frequentare un posto per forza e frequentare chi voglio per davvero, cosa che mi riesce anche bene ultimamente...la mia solitudine si sta dissolvendo adesso che ho delle persone che tengono a me, però c'è la noia da sistemare. Sta a me, come sempre.
14 ottobre 2009
Categoria: Solitudine
da venere
da un lato capisco ciò che vuoi dire nel senso che la società ci impone dei ritmi da seguire e quindi ad un certo punto si fanno dei compromessi tra i desideri della propria vita e quello che ci viene imposto, c'è chi ci riesce meglio, c'è chi invece viene schiacciato dal peso di ciò che non desiderava ma che si trova costretto a fare per ragioni economiche ecc.. ma dall'altro lato penso anche che, a prescindere da questo lato un po' più triste della nostra esistenza, noi abbiamo comunque in mano grandi potenzialità, spesso nemmeno noi ce ne rendiamo conto, ma se vogliamo possiamo tirare fuori tanta passione ed energia in ogni cosa che facciamo, e allora la noia sparisce quando ci sentiamo realizzati anche nella più piccola cosa...io ad es. amo la natura, e per me anche solo "respirarla", annusarla e osservarla è un'emozione unica...amo fare dei dolci, e quando mi riescono bene li vedo come un'opera d'arte più che un desiderio gastronomico da soddisfare, e mi sento realizzata nel guardare ciò che sono riuscita e creare...amo uscire con un'amica non tanto per la serata, ma solo per il piacere di chiacchierare a quattr'occhi, mi piace ogni cosa che faccio col mio compagno, OGNI COSA, perchè la carico di passione e la trasformo in qualcosa di unico e speciale...insomma, capisco il tuo discorso dell'inquadramento sociale, e non sai quanto ci ho riflettuto anch'io tanto...ma penso anche che ad un certo punto noi abbiamo la potenzialità di trasmettere ad ogni cosa una grande positività e di viverla con entusiasmo e passione. Ti saluto con una frase di F. Volo che per me è molto significativa: "la felicità non è fare tutto ciò che vuoi, ma è volere ciò che fai", "le cose non appaiono per ciò che sono, ma per ciò che sei" da "UN POSTO NEL MONDO" (libro che ti consiglio per la sua profonda semplicità).
14 ottobre 2009
da Anonimo
Parole molto belle venere, sono d'accordo.
14 ottobre 2009
da rita
concordo pienamente con venere
ciao. bacio
14 ottobre 2009 - Cagliari
da Cavalcanti
Ed io...ed io mi annoio a leggere tutto ciò.Dunque...
Che la sofferenza sia la trama che vivifica tutti gli esseri è innegabile. Ma questa sofferenza si è evoluta negli uomini, divenendo quel susseguirsi di apparenze che ci persuadono a considerci i primi a soffrire cosi.L'orgoglio di questa unicità ci induce ad invaghirci del nostro stesso "male" ed a sopportarlo.
La "NOIA"...tema BANALE ed abusatissimo dalle persone limitate.Essa non è altro che la giustificazione dei nostri orrizzonti. Fa più comodo vivere ai margini; non si deve trafficare nel laido mercato degli uomini, vero?
Beh, personalmente,questa "noia" esistenziale che si vuol far passare per tracotanza ontologica è quanto di più dozzinale possa esserci.
Vuoi sapere cos'altro c'è oltre la noia?
La Decadenza.
Au revoir
15 ottobre 2009
da Anonimo
Cavalcanti, ma io di certo non volevo esaltare la noia, anzi disprezzarla...e per noia non intendo il classico banale non sapere cosa fare in un determinato momento, ma è rovarsi limitati in una società limitante in cui la maggioranza della gente sta al gioco senza nemmeno pensarci. Non è insuperabile, questo è vero.
16 ottobre 2009
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