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da Auanagana Bob per Tutti
Ormai colpisce tutti, fa morti e malati, non le interessa il ceto. L'obesità è onnivora, combatterla è tra le sfide più grandi del secolo. L'ha detto di recente l'Organizzazione mondiale della Sanità dando cifre e segni di una patologia che ha travolto confini geografici e sociali: oltre 300 milioni di adulti al mondo obesi. Nei paesi ricchi così come nei poveri: la globalizzazione del cibo spazzatura. La conferma nel Rapporto sulla sanità dell'Ocse: la maggior parte delle nazioni supera la soglia del 10% della popolazione obesa. In testa Usa e Messico a seguire Regno Unito.
La dieta mediterranea ci salva anche se relativamente: noi italiani con un magro 8, 5% siamo tra i più longilinei, resistenti alle tentazioni del grasso perché ci protegge la nostra cultura della tavola. Per ora, perché i nostri figli meno: l'Unione europea ha lanciato l'allarme sull'aumento dei ragazzi sovrappeso e obesi in tutto il Vecchio continente, Italia compresa. Medesime ragioni: snack, bibite gassate, tv, pubblicità. Nelle analisi dell'Ocse però resistiamo, asciutti come notoriamente altri in nord Europa e Oriente: Norvegia, Svizzera, Corea, Giappone, che sono i più smilzi.
Il primato negativo dunque agli Usa, e non è una novità visto che la "nuova epidemia" è nell'agenda del governo da anni, assillo della sanità, delle assicurazioni, delle grandi corporation dell'alimentazione, ora in prima linea contro il grasso. La seconda posizione al Messico: i meno ricchi più fragili e affamati dall'illusione di status di hamburger e patatine fritte. E così, scendendo ma sempre in testa alla lista, ancora l'alternanza tra occidente opulento e vicino est che lo imita: quarto posto a Repubblica Slovacca, Grecia (nonostante la dieta mediterranea), Australia, Nuova Zelanda, Ungheria, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Canada. Sempre più i paesi comunitari afflitti dalla bilancia: Spagna, Irlanda, Germania, Finlandia, Portogallo, Islanda, Turchia, Belgio, Polonia, Olanda. Promosse, sotto il 10% della popolazione, le salutiste Svezia e Danimarca, la gourmande Francia e l'austera Austria.
Orgogliosamente in forma. Finché, e vale anche per noi, fast food non ci divorerà.
Equilibrio anche nel mangiare significa vivere in salute!
Loving, Bob
12 gennaio 2010 - Roma
Categoria: Vita
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