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da alessandro
Vogliamo parlarne?
Vogliamo parlare della speranza che ha un bacchetta magica anche se è finta? Della claustrofobia dei mattoni? Di tutta la quantità di grasso che c'è nelle navi? Della fiducia che si ripone nelle protesi? Dell'abnegazione di chi annega? Dello stirare sull'asse del water? Del riuscire a godere con un goniometro? Vogliamo parlarne?
Della fatica silenziosa dei ponti? Dell'unione che fà la forza dei denti? Dell'immenso desiderio di poter tornare indietro dal danno subìto e subito? Stallio e Ollio a parte. Vogliamo parlarne?
Della terra che buttata in aria ricade a terra? Del saper pascolare capri espiatori? Della mancanza assoluta di violenza che c'è in una culla? Vogliamo parlarne delle centinaia di metri del cavo orale? Del viaggio di sola andata di un raggio di sole? Della modesta, silenziosa, sempiterna scelta delle cartilagini?
Ma siamo proprio sicuri di volerne parlare?
Vogliamo parlare di chi si toglie il doppio mento poi decide anche di togliersi il doppio occhio, le doppie orecchie, le doppie mani e queste doppie labbra, per parlare la metà? Vogliamo parlare del dolore del nano che vede crescere solo i capelli?
Vogliamo parlare della rapidità delle colle? Vogliamo parlare di chi disse Fuori i nomi!? e così inventò i campanelli? Parlare di chi al posto del cervello ha un piede e se si muove viene considerato passo? Vogliamo parlare del sì e del no dei muti?
Ma di che cosa stiamo parlando allora? Dell'essere fuori di testa delle narici? Dell'amare in mare aperto? Dell'odio che cova una gallina violenta? Del concetto anticoncezionale della spirale di violenza? Vogliamo parlarne? Dell'odore dell'odore? Di ogni quanto si lava il lenzuolo del fantasma?
Perché se ne vogliamo parlare ne possiamo parlare!
25 gennaio 2010 - Napoli
Categoria: Pensieri
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