Vita

da Chiara per Marilyn

Se non si fosse suicidata (o uccisa?) nella tragica notte fra il 4 e il 5 agosto del 1962 quest'anno Norma Jeane Baker, universalmente conosciuta come Marilyn Monroe, avrebbe compiuto 75 anni. Con la sua vita disordinata, l'alcool e la droga, difficile immaginare come sarebbe invecchiata e per questo e' meglio ricordarla come appare nelle inconfondibili e famosissime foto di Bert Stern. Ci si puo' invece interrogare su come faccia il suo mito di sex symbol degli anni '50 a resistere ancora oggi, nonostante i cambiamenti delle mode e degli standards con cui si misura la bellezza e la femminilita'. e' questo il miglior modo per augurarle un buon compleanno virtuale che e' anche un omaggio a un personaggio che sembra inventato, un'icona di una religione creata dalla cultura pop, il cui mistero si rafforza proprio a partire dai dubbi sui primi anni della sua vita fino al momento della sua incredibile morte.


La storia inizia nel 1926 e vede come prima protagonista una madre affascinante e melodrammaticamente malata di mente, con una tendenza all'autodistruzione, che per anni le fa credere che suo padre puo' essere Clark Gable e che in tenera eta' tenta di ucciderla in una vasca di acqua bollente. Dopo due tentativi di adozione andati a male Marilyn viene ospitata in un orfanotrofio di Los Angeles insieme a tanti bambini dalle storie altrettanto disperate. Anche dopo l'arrivo del successo l'attrice ricordava con pena gli anni trascorsi in orfanotrofio fino al momento della successiva adozione. Qualcuno ha scritto che sedotta dal padre adottivo a 16 anni per scappare di casa decise di sposarsi con un giovane atleta, grosso e ingenuo che ben presto fu spedito al fronte e scomparve dalla sua vita. Intanto era stata notata da un fotografo alla ricerca di una modella procace capace di sollevare il morale delle truppe.



Nel 1946 guadagnava 12 dollari al giorno ed era apparsa gia' su diverse copertine, ma secondo i suoi biografi piu' cattivi fece il suo primo ingresso nel mondo del cinema a quattro zampe, sul tappeto di pelliccia bianca di uno spregiudicato e noto produttore dell'epoca. Inizio' con qualche particina in film di serie B, posando nuda per un infamante calendario, fino a essere notata nel 1950 da John Houston che la inseri' nel film Giungla d'asfalto in un ruolo che la consacro' definitivamente nell'immaginario collettivo americano. Era nata Blonde, la stella di successo che sarebbe arrivata fino alla camera da letto della Casa Bianca. Nel frattempo 30 films e altri due matrimoni, nel 1954 con il famoso giocatore di baseball Joe Di Maggio che lascia dopo averla picchiata perche' l'ha vista muoversi sinuosamente davanti alla macchina da presa mentre il vapore che sale dalla grata della metropolitana di Lexington Avenue le solleva la gonna bianca. Nel 1956 sposa il commediografo Arthur Miller, il quale scrisse appositamente per lei The misfit (Gli spostati) realizzato nel 1961 e poco dopo divorzia di nuovo. Alla sua morte aveva 36 anni e la sua popolarita' la traformo' da subito in un mito, una proprieta' comune, un'eroina sinonimo di fascino e di bellezza. Eppure Marilyn era una donna emotivamente labile, priva della pur minima fiducia in se stessa pur se con una volonta' d'acciaio. Sebbene fosse sprovvista di una istruzione di base, frequento' l'Actor's Studio di New York, riuscendo ad appropriarsi di una tecnica che le permetteva di proiettare la propria' personalita', quasi inesistente nella realta', in personaggi e ruoli diversi.



Qualcuno ha anche parlato di una depersonalizzazione schizoide che alcuni bambini sviluppano per superare i propri traumi. Non importa se oggi si dice che Marilyn non avrebbe potuto avere successo perche' troppo grassoccia, ella rappresenta non solo un ideale di bellezza ma anche di femminilita' perche' le sue disavventure sono umane, i torti subiti, le relazioni vissute mostrano che non e' un personaggio di celluloide ma una donna in cui batte tempestuosamente un cuore. La bionda della porta accanto ma anche il mistero e il pericolo. Un corpo perfetto che mostra la cicatrice della cistifellea. Bellissima che piangesse o fosse infuriata. I capelli biondi chiarissimi, quasi argentati, le curve seducenti, gli occhi blu-verde, le labbra carnose e gli occhi maliziosi ne caratterizzano un fascino che non ha bisogno di gioielli o di abiti costosi.


Scrive il fotografo Bert Stern: "la sua pelle era fine e traslucida come pura seta. Con una lieve sfumatura dorata, come una pesca. Nel suo viso non c'era nulla in cui trovare il segreto della sua bellezza. Non aveva un naso bellissimo come Liz Taylor o le labbra perfette di Brigitte Bardot, ne gli stupendi occhi a Mandorla di Sofia Loren. Eppure era piu' di tutto questo messo insieme". Marilyn lo sa e lo dice quando racconta di andare a letto nuda, con addosso solo poche gocce di Chanel n.5. Una pubblicita' gratuita per un profumo diventato insieme a lei immortale.

PIERPAOLO PASOLINI la vedeva così...
Del mondo antico e del mondo futuro
era rimasta solo la bellezza, e tu povera sorellina minore,
quella che corre dietro ai fratelli piu' grandi,
e ride e piange con loro, per imitarli,
e si mette addosso le loro sciarpette,
tocca non vista i loro libri, i loro coltellini,
tu sorellina piu' piccola,
quella bellezza l’avevi addosso umilmente,
e la tua anima di figlia di piccola gente,
non hai mai saputo di averla,
perche' altrimenti non sarebbe stata bellezza
Spari', come un pulviscolo d’oro.
Il mondo te l’ha insegnata.
Cosi' la tua bellezza divenne sua.
Dello stupido mondo antico
e del feroce mondo futuro
era rimasta una bellezza che non si vergognava
di alludere ai piccoli seni di sorellina,
al piccolo ventre cosi' facilmente nudo.
E per questo era bellezza, la stessa
che hanno le dolci mendicanti di colore,
le zingare, le figlie dei commercianti
vincitrici ai concorsi a Miami o a Roma
Spari', come una colombella d’oro.
Il mondo te l’ha insegnato,
e cosi' la tua bellezza non fu piu' bellezza.
Ma tu continuavi ad esser bambina,
sciocca come l’antichita', crudele come il futuro,
e fra te e la tua bellezza posseduta dal potere
si mise tutta la stupidita' e la crudelta' del presente
te la portavi sempre dietro come un sorriso tra le lacrime
impudica per passivita', indecente per obbedienza.
Spari' come una bianca ombra d’oro.
La tua bellezza sopravvissuta del mondo antico,
richiesta dal mondo futuro, posseduta
dal mondo presente, divenne cosi' un male.
Ora i fratelli maggiori finalmente si voltano,
smettono per un momento i loro maledetti giochi,
escono dalla loro inesorabile distrazione,
e si chiedono: “E' possibile che Marilyn,
la piccola Marilyn ci abbia indicato la strada?”
Ora sei tu, la prima, tu la sorella piu' piccola, quella
che non conta nulla, poverina, col suo sorriso,
sei tu la prima oltre le porte del mondo
abbandonato al suo destino di morte.

Ciao Marilyn, mia dolcissima eroina
Chiara

3 giugno 2010 - Milano

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