Vita

da Pensierosa

Purtroppo la colpa è della mentalità che si è ormai radicata in ogni luogo, dell'ipocrisia vigente e del fatto che in fondo nessuno (nè insegnanti di sostegno, nè assistenti sociali) sappia veramente come trattare un bambino avente caratteristiche diverse dagli altri. Perchè è proprio questo il punto: è completamente inutile, a mio avviso, che a ragazzini di scuola elementare si continui a dire di non emarginare il compagnetto affetto da autismo, sindrome di down o altro, giustificando il consiglio con l'ormai retorica frase: "E' un bambino uguale a voi". Nessun ragazzino ci crede! Perchè a quell'età è troppo difficile capire il concetto di "sostanzialmente uguale", ma "formalmente diverso". Solo una mentalità matura può arrivare, infatti, a capire che la sostanza dell'essere umano (dignità, emozioni, anima) non varia a seconda dei soggetti, ma è sempre uguale in tutti, e che proprio per questo si deve a ogni uomo il rispetto e, nei casi di individui con difficoltà a rapportarsi, anche e soprattutto l'aiuto e la solidarietà. I bambini non possono capirlo, neppure se i genitori lo spiegano loro a rotazione continua. I ragazzini osservano e giudicano con naturalezza: vedono un bambino down che non ha i loro stessi tratti in viso e subito sono portati a meravigliarsi, così come non possono far altro che ridere se un loro compagnetto fa strani gesti, è irrequieto e addirittura si fa del male sentendo le loro critiche. Non è dal concetto di uguaglianza - seppur giustissimo - che occorre partire. Sarebbe bene far comprendere ai bambini che così come la natura si sbizzarisce a creare uomini alti o bassi, magri o grossi, biondi o bruni, buoni e cattivi, lo stesso può accadere per questa categoria di soggetti che sono uomini pur non rispondendo a tante caratteristiche che sono proprie della maggior parte della loro classe o del loro gruppo di amici. E forse puntando proprio sulla diversità di bambini affetti da sindromi e altri disturbi, è possibile far risvegliare negli altri la curiosità propria della fanciullezza. Una curiosità che non può non portarli all'avvicinamento al "diverso" e alla scoperta di un modo di vivere che, pur non coincidendo con il proprio, ha tante sfaccettature belle e affascinanti. Io punterei su questo.

14 agosto 2010

Categoria: Vita