Lettere

da werther per Fredic77

Buonasera compagni (non smetterò mai di sottolineare la bellezza del termine. Compagno, dal latino CuM e Panis;ossia condividere lo stesso pane...lo stesso dolore, la stessa solitudine)
Chiudo la divagazione e in questo spazio succinto punto gli occhi su un "utente" di questo negletto sito.
Fredic77 figura storica per chi non lo sapesse. Mio caro Fredic, ho sempre letto con vivido interesse le tue dediche e ho sempre apprezzato il tuo giudizio e la tua sincerità. Ti ho seguito con solidarietà nei tuoi vortici neri e nei tuoi notturni lamenti.So che hai sofferto (e soffri?),più di molte persone che accopagnano queste lande solitarie. Ma non è tanto questo ad avermi incuriosito.Più di tutto compresi che sei stato uno dei pochi che ha provato quela morbosa e sinistra curiosità verso il proprio male, scendendo un pò più in basso, tra le ombre della propria reclusione.Sei sicuramente intelligente, istruito, e di una sensibilità tagliente e corrosiva. Insomma, sempre almeno da quello che ho intuito o fantasticato, hai conosciuto una diversa solitudine che non è il silenzio dell'uomo ma il silenzio dell'anima.Mi sbaglio in tutto ciò?forse. Rimane il fatto che la fraterna vicinanza che ho provato nel leggerti non è mutata.
Ma questa lettera non verte(per tuo rammarico, lo sò) ad un'apologia della tua persona ma vorrei pregarti di raccontarmi la tua "rinascita". è un'iperbole per descrivere la tua fiducia nella psicoterapia. Funziona davvero?può davvero aiutare persone, che come me, si ritrovano ai confini più buii dei questo elegiaco deserto? Sai, ci sono stati momenti in cui proprio non puoi farcela e qualcosa, pur di soppravivere, lo perdi. Io qualcosa lo perso, ne sono sicuro e nessuno me lo restituirà.è un disincanto ontologico in cui la speranza non solo ti abbandona, ma ti ringhia contro come fosse un'animale spaventato. Sono giunto troppo distante fredic? Non l'ho voluto.Rimpiango quasi quei momenti cupi come la pece, di famelico sconforto, di tetra depressione nella quale le lusinghe di una lametta sono l'unico conforto.A volte rimpiango di non essermi suicidato, so che avrei conquistato un pò di dignità con quell'atto.Sicuramente sarebbe stato un gesto più nobile di questo larvale abbandono...a non so cosa.
Volevo rivolgermi ad uno specialista a quel tempo, forse avrei dovuto, ma procrastinai, come mio solito...per accidia, per paura o arroganza forse.
Voglio chiedere a te dunque, ad una persona "fidata" la validità di questa ultima risorsa? Cosa hai scoperto in te stesso?Cosa succede concretamente...
Insomma, mi farebbe piacere sentire la tua storia e forse potrebbe tornar utile ad altri che come me si ritrovano a questo punto o sono sul limitar d'arrivarci.
Ciao

18 maggio 2011

Categoria: Lettere

da Fredic77

Non so se leggerai mai questa risposta perchè rispondo ora nel 2014, innanzitutto voglio dirti che tu hai molta più cultura di me, tanto che non saprei fare un racconto articolato con un italiano colto riccco come il tuo, ma questo vuole essere solo un grande complimento onesto verso te, semplicemente la mia storia è cambiata per il fatto che iniziando a frequentare un bravo psicoterapeuta controvoglia il primo anno, dopo è avvenuto naturalmente che una parte di me che rimaneva troppo rinchiusa a iniziato naturalmente a prendere luce nella vita di tutti i giorni ed il cambiamento piano piano mi ha portato a gioire di più e di conseguenze a godere anche di più di frivolezze già provate e di nuove cose che per problemi di depersonalizzazione non avevo sperimentato all'età giusta, quindi non posso descrivere nei dettagli cosa è successo nella psicoterapia, perchè non ne sono capace è perchè per saperlo bisogna andarci per scoprirlo, ciao fratello!

5 marzo 2014