Lettere

da Teo per Massimo

Eccomi, intramontabile Massimo, a scriverti.
Già da un pò di tempo non ti vengo a trovare. Qualcuno dice che non ho il diritto di farlo, e ha ragione. Ma sento forte l'esigenza di dover venire ancora da te... ormai, da 9 anni a questa parte la tua silenziosa ma costante presenza nella mia vita è il rimedio contro qualsiasi male e difficoltà. Sai, questi sono i giorni più lunghi, per gli esuli ancora quaggiù sulla terra e gli ultimi come me. Agosto. Una montagna sempre troppo ardua da scalare, specialmente quando le tue forze si riducono man mano a un lumicino e la tua vita sta tramontando. 9 anni fa, di questi tempi, resistevo per tua figlia. Ricordo ancora come fosse oggi la sera in cui la incontrai e ci conoscemmo. Parlammo per due ore. Poi scoppiò un temporale. Uno dei tanti di quel lontano ma mai trascorso per me agosto 2002. Mi innamorai di lei all'istante. E, se scavo dentro me, nonostante tutto... no, il tempo dell'amore è finito, l'amore non esiste. Non vado mai oltre l'amicizia, ma chi se ne importa. Mi sono rassegnato. Fa male ma l'ho accettato. Ho sempre detto che qualcosa in me e di me non funziona, anche se mi è stato sempre risposto di no. Massimo: a me non importa più. Ogni cuore è già ipotecato ma non chiedo più nulla per me. Quello che vorrei dirti e che mi sento tanto solo e so che tu, come sempre, sai capirmi alla perfezione e aiutarmi. Massimo... ma quanto devo aspettare ancora per abbracciarti? Se penso a tutte le anime che mi aspettano, compreso tu... ma perchè la mia preghiera tarda ad essere esaudita? Non sono nemmeno più in grado di pregare? Non merito nemmeno di tornare a casa? Qui non merito nulla, e lassù? Come sai il mio cuore è pazzo, lo dice anche la mia dottoressa... accidenti, come batte. Sono stanco, Massimo. Io più di così francamente non so cosa fare. Ho dato tutto. Non sarebbe giusto, non sarebbe ora che venisse anche il mio turno? Il tuo è venuto a 38 anni e hai lasciato una figlia di 9. Io lascerei un gruppo di affezionati adolescenti pieni di vita che vivranno alla grande. Loro sono l'alba. Ai miei genitori penserebbe mio fratello, che fra non molto darà loro dei nipoti. Non c'è un cuore che mi piangerà, non ho figli che lascio orfani. Allora perchè? E' peccato desiderare di tornare da dove tutti proveniamo? Massimo, non c'è una sola persona che non se la caverebbe senza di me. Che brutti questi momenti. Sai qual'è il momento peggiore? Il risveglio. E' come nascere: traumatico. Il tempo scorre lentamente e il freddo mi avvolge. Sono lontani i tempi in cui la stella di tua figlia percorreva la volta celeste della mia vita e io ero una somma di incoraggianti premesse, tutte smentite. Non cerco nemmeno tua figlia. Non cerco nessuna, perchè nessuna a conti fatti mi ha voluto. Per un motivo o per l'altro, ma la conclusione è sempre stata questa. Massimo, mi hai sempre aiutato. Non mi hai mai abbandonato. Mi hai trattato come un figlio, amandomi e proteggendomi. Non mi hai mai fatto mancare nulla. Intercedi per me. Io credo nella preghiera. In fondo il mio cuore non è che sia messo benissimo... potrei già assumere dei farmaci, a 30 anni. Sai cosa significa? Che anche il mio corpo sta dicendo: "è ora di tornare. Basta". Non ho paura del trapasso, so cosa mi attende. Non mi illudo di essere giusto. Dovrò purificarmi, e molto. Ma aiutami a tornare. Qui non c'è amore, e senza amore non c'è vita. Allora non è poi sbagliato tornare nella luce, nell'amore che non tramonta e che è per tutti, senza differenza nè discriminazione. Forse ti verrò ancora a trovare e fisserò il tuo mosaico: immaginerò di essere già immerso in quella natura primaverile e accogliente. Mentre il mondo continua inesorabile il suo percorso e il suo corso, io soffro e tramonto. Non lasciarmi solo in questa fase decisiva. Massimo... mi dispiace che avrei potuto, dovuto fare di più e non l' ho fatto. Mi dispiace se la ferita che ho dentro da sempre alla fine sta avendo la meglio. Mi dispiace per tutto. Vivere non è stato proprio il mio forte, non mi è riuscito bene, fin dall'inizio. Troppe paure, troppo insicurezze, troppe difficoltà, troppa indifferenza. E mai, mai amore. E allora io mi spengo e faccio le valige, quelle definitive. E il mio cuore, finalmente, mi sta dando ragione e inizia a dare segni di insofferenza, di debolezza che annunciano la resa. Io ti aspetto. Aspetto che mi si venga a prendere. Non tardare, non tardate. Voglio abbracciare te, i miei nonni, gli zii, Simona, Marco e Andrea e tanti altri, tutti, e stare per sempre con voi. Dicono che ho paura della vita. No. E' la vita che non ha mai voluto saperne di me. Non mi ha mai amato Ma io non ho chiesto di nascere. Chiedo di andarmene.
Grazie. So che, come sempre, mi ascoltarai e mi aiuterai come solo tu sai fare.
Io aspetto, non tardare. Ti voglio bene. A fra non molto, e per sempre. Amen.
Tuo Matteo, l'esule, l'ultimo

12 agosto 2011 - Milano

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