Consigli

da Bob Auanagana per Tutti

Il principio della rana bollita (di Noam Chomsky) Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana.Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare.La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia... non si spaventa.L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.Questa esperienza mostra che – quando un cambiamento si effettua in maniera sufficientemente lenta – sfugge alla coscienza e non suscita – per la maggior parte del tempo – nessuna reazione, nessuna opposizione, nessuna rivolta.Se guardiamo ciò che succede nella nostra società da alcuni decenni, ci accorgiamo che stiamo subiamo una lenta deriva alla quale ci abituiamo. Un sacco di cose, che ci avrebbero fatto orrore 20, 30 o 40 anni fa, a poco a poco sono diventate banali, edulcorate e – oggi – ci disturbano solo leggermente o lasciano decisamente indifferenti la gran parte delle persone. In nome del progresso e della scienza, i peggiori attentati alle libertà individuali, alla dignità della persona, all’integrità della natura, alla bellezza ed alla felicità di vivere, si effettuano lentamente ed inesorabilmente con la complicità costante delle vittime, ignoranti o sprovvedute.I foschi presagi annunciati per il futuro, anziché suscitare delle reazioni e delle misure preventive, non fanno altro che preparare psicologicamente il popolo ad accettare le condizioni di vita decadenti, perfino drammatiche.Il permanente ingozzamento di informazioni da parte dei media satura i cervelli che non riescono più a discernere, a pensare con la loro testa.Allora se non siete come la rana, già mezzo bolliti, date il colpo di zampa salutare, prima che sia troppo tardi!

18 ottobre 2011

Categoria: Consigli

da Anonimo

La rana zen si guardò intorno tranquilla, poi trasalì. Si, accidenti, per qualche attimo le si sconvolse la mente. C'era la sabbia, la rastrelliera, le pietre che delimitavano il nulla, gli spazi effimeri che t'inducevano inevitabilmente a meditare, ma mancava un elemento essenziale. Investita d'improvviso da un raptus ansiogeno si precipitò fulminea verso quel gong translucido così levigato che bene o male poteva fungere da specchio e realizzò l'inspiegabile.
Mancava, si, c'era qualcosa che mancava. Mancava proprio se stessa. L'immagine riflessa nel superbo gong rivolto al centro della pagoda che dava sul viale che conduceva dritto dritto al lago non era affatto l'abituale sagoma di una giovane rana. Nello specchio non c'era nulla.
- "Maestro, ho trasceso il corpo?"
- "No, figliola."
- "Ho realizzato l'essenza, il mio volto d'origine, quello che possedevo prim'ancora di nascere?"
- "No, figliola, hai dimenticato gli occhiali".
E la rana zen conseguì un satori. O, almeno, così credette.
Epilogo

La rana zen sorrise di cuore. Ve l'immaginate una rana che sorride? Beh, se non l'avessi vista con i miei occhi non ci sarei riuscito nemmeno io.

7 novembre 2011