Sfoghi

da Aiuto per MedicoPatogeno

"La vedo più stressato ultimamente, signor Bianchi... come si sente?"

"Dottore, sto passando un periodo difficile; ho perso il lavoro, sto assistendo una persona cara che rischia di morire; è una situazione che mi addolora, ma mi sto facendo forza, per sopravvivere, cercando di mantenermi con qualche lavoretto in nero; come sa, ho avuto problemi con la legge e mi riesce quasi impossibile farmi assumere a contratto, perché mi circonda la diffidenza di tutti, anche se tutti sanno che nel lavoro dò tanto, come nella vita."

"Sì, ma a parte tutte queste cose... lei come sta in questo momento, cosa sente nervosismo, depressione, ansia?"

"Mi sembra logico che sia angosciato, che sia nervoso; ma è per la pressione di tutte queste situazioni in cui mi sono trovato all'improvviso... posso trovare una soluzione a questo punto solo contando sulle mie piene forze. Chiunque verrebbe a visita con l'espressione stanca, dopo giornate in cui ha dovuto gestire tutto questo... ma mi sta ascoltando dottore?"

"Non m'interessa conoscere cosa le sta succedendo in questo periodo; anzi ho i miei dubbi che sia vero ciò che dice. M'interessa solo sapere come sta. La vedo assai nervoso e agitato..."

"Le ho detto la verità; la cerco da anni per essere aiutato ad uscir fuori dal circolo della droga e dovrebbe saperlo ormai che dico le cose come stanno, altrimenti non potrebbe essere efficace il suo aiuto... ma se è questo che vuole sapere, è proprio così che mi sento... come dice lei agitato, stressato..."

"Non m'importa niente di cos'è che la agita... lei si sente nervoso? Allora ha bisogno di pensarsi felice, di sognare. Le prescrivo LSD 3mg per la settimana prossima... poi aumenteremo la dose man mano... "

"Ma si rendete conto di quanto insensato sia il suo ragionamento? Adesso sono uscito dal circolo della droga, sto riprendendo energie, mi sto riaffacciando alla vita. E' logico che a primo impatto questo mi causi dello stress... sono rimasto agonizzante per così tanto tempo... adesso mi servirebbe qualcuno che mi aiutasse a riabilitarmi, che mi desse consigli su come gestire meglio le giornate. Potrebbe darmi una mano lei, lasciando intatta la mia consapevolezza della realtà? Anche quella mi serve per farmi forza, per affrontare le situazioni..."

"Mi dispiace. Non avrà nessun aiuto da me se non prende il suo bravo cubetto di LSD giornaliero. O riprende a drogarsi o altrimenti la porta è là"

"Infatti è meglio che me ne vada a questo punto, perché devo conservare quel poco di salute che mi è rimasta per essere in grado di riprendere a vivere. Vorrei andare da qualcun altro..."

"Sì, vada pure... ma si ricordi fuori da lì non avrà nemmeno più nessuno che la "protegga"; non potrò seguirla perché la legge impone che per rimanere qui ti droghi ad ogni piccolo accenno di malessere, anche perché devo stare attento ai fatti miei; se qualcosa va male, rischierò di perdere posto, lo stipendio, o se mi salvo in extremis la mia reputazione impeccabile; poi "le conviene" perché se per caso le succederà di piangere, di dar fastidio col tuo dolore, di litigare con qualcuno in strada, anche qualcuno che ti ha fatto male davvero si troverà sempre in una condizione di vulnerablità, tanto che anche a torto potrà essere trascinato via, sedato e incarcerato. E' meglio rischiare di trovarsi in questa situazione? Non è più sano rimanere qui sicuro e cercare di ricominciare anche sotto l'effetto di droghe?"

"Assurdo... ma mettiamo che abbia ragione lei; a me sembra che poche settimane fa aveva sospettato una grave lesione celebrale, dovuta proprio al forte uso di quelle droghe, le stesse che sta tentando di prescrivermi ancora. Grazie a Dio non era quello; ma in ogni caso la mia salute è stata compromessa. Si fidi di me per favore... se le dico che adesso ho solo bisogno di tanta forza e di qualche consiglio da parte di una persona su cui contare, è perché sento che è così. Non le nascondo nulla lei lo sa... ho solo nascosto una volta l'identità di una persona a me cara, ma l'ho fatto senza tralasciare nulla del resto. Resisterò alla stress, si fidi; ho un carattere robusto; lei non mi conosce bene... non ha voluto nemmeno sapere chi ero e com'ero una volta. Mi creda... ho resistito a cose ben più grandi"

"Si fidi di me piuttosto e ricominci a prendere LSD per il suo bene"

"Ah già dimenticavo che la vita di uno stupido paziente è molto meno importate della sua splendida carriera..."

Ecco cosa fanno certi medici, per poi sorprendersi che le loro cure non hanno effetto. Tolgono affetto, fiducia, ascolto e comprensione ad una persona già in difficoltà per mancanza di queste cose. Mi soprendo di essere ancora vivo a raccontare la mia storia. Certi medici avrebbero fatto molto più bene all'umanità evitando di sforzarsi tanto nella vita e usando le loro energia per piantare patate o comunque per fare un mestiere naturale molto più adatto alle loro personalità. Ma dimenticavo... sono medici per loro stessi. Che poi l'ammalato ci muoia o stia bene rimane solo un dettaglio.

15 dicembre 2011

Categoria: Sfoghi

da Anonimo

Certi medici hanno perso di vista, o non l'hanno mai considerata, la cura della persona, ma si limitano ad osservare i sintomi. Purtroppo esprimono delle carenze personali, oltre che di preparazione, e chi ne soffre sono i pazienti. Per fortuna ce ne sono altri, quelli che non mancano di umanità e passione, che non dimenticano l'ascolto, fondamentale per comprendere. Di fronte a medici come quello, non puoi far altro che scappare... E rivolgerti altrove, come forse hai fatto. Ciò che esprimi dimostra che la tua consapevolezza è salda. Auguri di cuore

16 dicembre 2011

da Aiuto

E' proprio come dici, Anonimo, certi medici hanno perso di vista che una persona non è solo un corpo che in seguito ad uno squilibrio sviluppa dei sintomi, ma anche mente, anima, ambiente; o meglio è proprio la loro formazione che ha perso di vista questa complessità. Non credo siano carenze personali (al massimo un pò di caratteraccio)... perché uno che si fa tantissimi anni fra studio, e corsi di formazione vari non può non essere completo a livello personale, non può non conoscere i limiti della propria professione. E' che la posizione rinomata, il successo, lo stipendio cospicuo hanno fatto perdere loro umanità... trasformandoli da medici in difensori della loro posizione, al punto che non danno un minimo di fiducia che potrebbe benissimo starci per timore che nel caso remoto succeda qualcosa dovranno risponderne perdendo la reputazione. Intanto il paziente deve subirsi il tutto a rischio della sua salute. Loro conoscono bene i limiti della loro professione, ma nemmeno hanno l'onestà di dire: "va da un'altra parte"... ricattano, minacciano... avevo pensato di trovarmi uno psicologo, un uomo preferibilmente, con cui poter intendersi alla pari, da uomo a uomo, e non da medico-genitore, ma che dico? da medico-dio incontestabile a uomo. Ho molta fiducia nella psicologia, perché solo passando in rassegna gli elementi che compongono l'essere che siamo oggi, possiamo riparare l'incrinatura originaria da cui nacquero i nostri guai. Ed è stato così infatti nel mio caso. I farmaci servono a chi ha squilibri chimici, e non a chi sta soffrendo per cause esterne. Non so di che aiuto possa essermi uno che non mi ascolta, non mi fa capire e aggiunge medicinali ad ogni minimo segno, anche se è lampante che sia conseguenza di stress ambientali. Se ho fatto qualche passo in avanti è stato solo grazie ad un profondo studio di me stesso, del mio passato, e all'aiuto di un'amica. Ma non posso lasciarlo anche perché quel circondario che mi vuole da lui reagirebbe ferocemente e non riuscirei a sostenere a lungo le loro critiche ignoranti e ripetitive fino all'ossessione. Finirei per reagire male spinto dall'esasperazione. Basterebbe che alzassi troppo la voce per far precipitare la loro tolleranza. Allora devo trovare un giusto compromesso: difendermi da tutti e intanto continuare il lavoro su me stesso. Rischierò la mia salute già in parte compromessa, ma se c'è anche una feritoia da cui fuggire questo è l'unico modo per passarci attraverso.

E pensare che il mio medico mi aveva detto di non informarmi su Internet e di fidarmi di lui... meno male che non l'ho fatto.

17 dicembre 2011

da Anonimo

Conosco tanti medici e psichiatri validi e ricchi di umanità e.. Sono un medico anch'io. Per aiutare gli altri a riannodare i fili interrotti o ritorti della trama indebolita è necessario un duro lavoro su se stessi, non a caso si dice" medice, cura te ipsum". Un docente universitario, che non dimentico, ci diceva che per essere buoni psichiatri su deve, per primi, imparare a godere della vita, coltivare gli affetti, viaggiare, leggere, ascoltare musica... O comunque, a costo zero, trovare un sorriso in ogni giornata, almeno uno per cui valga la pena... Non sempre ci riesco, ma ci provo.. I libri e i corsi fanno l'impalcatura necessaria, il resto la persona.. Così, nella stessa barca con i miei pazienti.. Buon Natale

18 dicembre 2011