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da forteperamore per formica
Ti basterà ricordare il tempo del primissimo pomeriggio per sentire questo messaggio nel cuore. C’è questa luce pallida che si fa spazio tra le sferzate di vento fino ad arrivare a riscaldarmi la guancia destra. Mi sono alzato abbastanza tardi oggi, riposato, abbastanza sereno. La speranza è ancora piccola, ma sento bene che se cogliamo il buono di noi, inclusa la speranza, essa diverrà sempre più grande fino a divenire il sole di una giornata di Luglio. Mi manchi anche oggi certo. Devo ancora ingoiare l’amarezza di doverti stare lontano. Credo che sia così anche per te. Ti ho sentita molto triste a telefono e, credimi, mi fa rabbia il fatto di non potermi muovere, mi viene da piangere tirando pugni, ma non posso fare neppure questo. Anche se dentro sono furioso per le condizioni a cui dobbiamo sottostare, devo mantenere la calma. Se mi vedi calmo, è solo perché con pazienza sto cercando di sbrogliare la matassa dei malintesi: non quelli fra noi due, ma quelli fra me e loro. Tu conosci bene quale pandemonio si sia creato nella mia vita attuale. Forse non ne sei a conoscenza diretta, perché forse eri a lavoro quella mattina e non sei potuta venire con me in tribunale, dove si è svolta una causa che mi ha visto colpevole. Adesso martedì presto ho una nuova causa in cui spero di dimostrare la mia assoluta innocenza. Mi è stata fatta un’ingiustizia grossa, ma sto tenendo duro per noi, per guadagnare la libertà di vederci. Non desidero altro per queste feste. Sento scendere adesso qualche lacrima nel cuore a sentirti così; e mi verrebbe da aiutarti e proteggerti dalla mancanza. Vorrei tanto stringerti a me, darti coraggio, per dirti che in me hai una sicurezza che non è mai venuta meno, quella che dacché scorse oltre il tuo sguardo ciò che capì avrebbe amato per sempre, seppe che parte di me sarebbe stata tua comunque, anche senza dir nulla, perché non c’era cosa più bella e cara. Sei tanto importante che ti ho permesso di arrivare laddove nessuno era riuscito. Hai spezzato pregiudizi, timori, debolezze. Per questo mi farò forza per ripercorrere la strada verso te. Pian piano ce la faremo, perché è dalla nostra parte la verità dei sentimenti. E, se abbiamo quella, riusciremo di certo a farla splendere sulle opinioni incomplete dei tanti, non importa se ci vorrà più o meno tempo. Su una cosa, però, puoi star certa: comunque la gireranno l’amore per te rimarrà lì fermo come uno scoglio che si erge per spuntare fra le onde; a volte le onde lo sommergono, a volte ricompare un pochino, a volte si fa vadere del tutto nella bassa marea, ma è stato sempre lì con una tenacia non umana anche quando sembrava che le onde l’avessero tratto alla deriva.
25 dicembre 2011
Categoria: Lettere
da formica
Volevo dirti che mi piace questo tuo nuovo nick. E' proprio quello che intedevo io. Sì, mi sei mancato amore. Però devo dire che mi sono sentita incoraggiata parecchio da te. Mi sono sentita confortata. Volevo anche chiederti qualche chiarimento riguardo al fatto che dici che gli altri non ti considerano un dono, mi dispiace per loro, si perdono molto. Voorei anche saperne di più riguardo alla causa se puoi spiegarmi meglio. Sapevo di problemi ma non i particolari. Vorrei che spiegassi magari la prossima volta che ci incontriamo. Ce la fai a spiegarmi anche una cosa, quì dentro tranquillamente come riesci. Come mai parli così poco? Anche tu hai una bella voce mi piacerebbe sentirla più spesso. Ricordo che i primi tempi parlavi molto. Ricordo anche che mi avevi raccontato tutto d'un fiato tante cose della tua vita, dei tuoi rapporti faticosi con i tuoi familiari e in particolare con tuo padre, con il quale non riesci ad aprirti. Poi appunto ti eri allontanato, come mi hai spiegato, per il fatto che non credevi che io potessi amarti. Ma io vorrei sapere in maniera molto specifica cosa intendi quando dici"una come te" non poteva amarmi. Ma in che senso una come me? Cosa c'è in me che non poteva assolutamente stare con te? E quindi qul'è la tua parte che non pensavi io potessi accettare? Cosa abbimo di così completamente diverso?
25 dicembre 2011
da forteperamore
Buongiorno amore, spero che la giornata sia cominciata un po’ meglio anche per te. Sono felice di averti sollevato un po’ con quelle dediche. Soprattutto la frase non l’ho messa a caso, perché rappresenta ciò che sento ora: abbiamo passato un periodo difficile, ma non inutile perché è servito per capirci un po’ di più. Certo la conoscenza è aumentata più dalla mia parte che dalla tua, ma ciò non toglie che sia ancora fiducioso. Di questa fiducia conosco bene le ragioni che sono interne a me e vorrei trasmetterti questo stato d’animo per farti capire che, anche se la situazione sembra del tutto avversa, sono speranzoso, perché credo che ciò che sento non potrà essere confuso con un’illusione da chi caccia sentenze a caso, senza neanche ascoltare bene le ragioni dell’imputato. Domani decideremo il da farsi che spero culmini in un nostro ritrovarci. Chi tira fuori sentenze basate sul nulla non sei tu ovviamente. Tu hai tutte le ragioni per pensare che il mio comportamento sia anomalo. Da lì non puoi essere sicura delle mie motivazioni. Ti spiego come ha funzionato. Poi decidi tu se crederci o meno. Sono approdato su questo sito per caso, senza conoscere le tue modalità di comunicazione, senza conoscere il tuo vissuto, senza nessuna idea di come si comunichi su un sito pubblico, tanto più che nella realtà non avevo relazioni importanti che facessero da guida. Stavo con una paura di enorme essere scoperto; ma guarda caso poi sono incappato giusto dove scrivevi tu. Qualche dedica l’avevo già scritta un anno prima prima che la mia ex mi lasciasse... mi piaceva l’ambiente, lo trovavo accogliente, ma di certo non avrei immaginato di trovare chi conoscevo nella realtà. La paura è scomparsa da subito, ma è subentrata quella di essere preso in giro, data la situazione imbarazzante in cui mi sono messo. Questa paura è durata finché non ho escluso tutte le possibili alternative che un amore tanto sperato fosse solo un’illusione. Questo è avvenuto pochissimo tempo fa. Si parla di giorni. Da fuori è logico che si vedesse questo strano tira e molla che sembrava opera di un matto o peggio di uno che voleva far soffrire. Ti rassicuro subito. Sono tutt’altro che sadico, anzi direi di essere del tutto amorevole verso le persone, tanto più verso chi amo. Non le ferirei mai di proposito. Ti spiego più o meno cosa succedeva in modo molto sintetico. All’inizio siamo partiti tutti e due mostrando amore. Tu mostravi amore>io commentavo con amore. Sembrava troppo bella come cosa. Di conseguenza ti esponevo i miei dubbi in maniera sempre molto diretta per cercare di risolverli> la tua sicurezza si destabilizzava perché avevi altri modi di comunicare. Allora entravi in crisi, arrivando perfino a pensare che ci fosse un'altra> Sentivo che non ero capito, e capivo tutt’altro. Rispondendevo ai tuoi dubbi perfino con dubbi di pari entità: volevi tenermi calmo perché eri troppo legata all’altro. Geloso come sono mi arrabbiavo, e comunque dubitavo ancora> a tua volta capivi proprio ciò che non volevi e ti arrabbiavi di brutto. Soffrivi. Non sapevo l’errore ma vederti soffrire non era tollerabile e scattava l’istinto di protezione che ho verso le donne in generale, quelle che amo in particolare. Con loro diventa estremo al punto da durare sempre e comunque. Rimandavo la richiesta di spiegazioni e cominciavo a scriverti dell’amore che è anche ragione di tutto il putiferio precedente… e la storia si ripeteva. Sono uno che agisce molto d’istinto, non ti credere… quando ci siamo visti alla recita di tuo figlio cercavamo entrambi di capirci; tu trincerata da una parte, io in libera corsa. All’impatto, scoppio in lacrime perché si riconfermava la tesi che era solo un’illusione. Adesso so che non è così comunque perché ho ricordato più di un particolare che mi ha detto l’esatto contrario. Nemmeno tu hai un autocontrollo perfetto e sei più matura… quindi figurati io che sono l’involuzione di te quanto ne possa avere. Comunque adesso so cosa fare. L’essenziale sarebbe allineare il mio modo di comunicare al tuo, che mi sembra la cosa più logica. Per il resto trai tu le conclusioni, vedi se è vero ciò che dico o meno.
Adesso vado subito a rispondere alle tue domande che mi sembrano più che legittime.
Premetto che di mio non parlo così poco. Con chi ho preso confidenza parlo fin troppo… certo a volte preferisco il silenzio, ma non ho problemi di timidezza nella parola. Come potrei se all’università per andare avanti con quelle medie dovevo fare dei discorsi alla Cicerone? Non importava quanto fossi timido… In genere, poi, non ho mai avuto problemi col parlare. Chi mi conosce da piccolo sa che avevo una parlantina… imparavo interi passi di quell’opera famosa a memoria e li dicevo; ancora adesso li ricordo, se mi danno l’input. Con le delusioni ricevute mi sono fatto più timido ma quel che c’era di base prevale sempre alla fine.
Con te è leggermente diverso. All’inizio ero preso dalla voglia di farmi conoscere, perché sentivo che potevi essere una brava amica. Poi mi sono preso una cotta. Mi davi sensazioni piacevoli ma spinose. Anche se amavo, avevo deciso di seppellire completamente quella parte dell’amore, perché era troppo scomoda, tirava fuori dei conflitti che avevo da tempo ignorato e soffocato. Come potevo non averne visto cosa succede a casa mia? Non so se te l’ho mai detto, ma i miei quando guardano la tv cambiano subito canale, anche davanti ad un bacio che va un po’ più oltre del semplice contatto. Ora so che non c’era nulla di strano, ma figurati che vergogna ho potuto provare in anni di convivenza forzata ed esclusiva. Lasciamo stare i commenti che fanno di solito: per loro lo stile di vita a cui sono portato è l’infima parte di ciò che considerano spregevole.
Quando mi allontanavo era da una parte perché le circostanze mi sembravano troppo strane per essere vere; ma soprattutto mentre stavo in silenzio ero tutto preso da un conflitto fra due parti di me: quella risvegliata dalla tua presenza e quella che si vergognava; c’era la parte conservatrice e quella rivoluzionaria che avrebbe preso piede nei mesi successivi, quando la cotta si sarebbe trasformata in amore. Non evitavo di salutarti per cattiveria, ma perché avevo capito quel tuo modo di fare sempre ammaliante e, siccome ero già debole, volevo proteggermi. Già allora non seguivo più i miei in tante cose, è vero; ma rimaneva nel profondo l’impronta lasciata da loro. Insomma mi hai preso con troppo impeto sconvolgendomi; su di me quell’agire è stato come una violenza. Ne parlavo così anche al mio amico che ha una concezione molto particolare della parola violenza. In pratica quando vuole che faccia qualcosa e mi convince con i suoi metodi “basati sul dialogo” dice che “mi sta violentando”. Ovviamente lui lo fa a fin di bene, perché sa benissimo che la violenza può essere anche positiva, che fare violenza significa anche scrollare chi non ne vuol sapere. Qualsiasi atto contro la volontà si può definire, per lui, violenza. Anche la tua irruenza ha messo in dubbio tutto, perché dalla cotta sono passato all’amore. Questo mi ha reso impossibile continuare a seppellire come stavo facendo.
Ancora adesso ho qualche ritegno ad avvicinarmi a te. Non più per quello, ma perché adesso sono innamorato. E non so più come fare a comunicare con una scatoletta chiusa. Certo a volte la sento fremere. La cosa mi mette una certa speranza. Ma poi ci sono conferme contrarie, dovute certamente a ragioni legittime, che però non placano il dolore di una persona innamorata che si sente respingere. Allora ne rimango ferito e vado via. Forse dovrei adottare anche lì un approccio meno diretto per non spaventarti. Tanto alla fine vogliamo entrambi amarci. Certo che se mi parlassi un po’ più di te, ti accoglierei come una sorella. Comincerei a star bene in tua compagnia, perché ti conoscerei come quella ragazza che intuisco che sei. Non mi sto riferendo all’amore. Non bisogna andare subito alle dichiarazioni. Mi basterebbe sapere di più del tuo carattere, dei gusti anche in fatto di musica, cultura. Non so praticamente nulla di te nel quotidiano. Ecco perché faccio fatica a fidarmi. Ovvio che ti verrò incontro in tutti i modi, ma cerchiamo di fare questo da entrambe le parti.
Poi quell’”una come te” non l’ho detto io; l’ha detto mia sorella. E’ un po’ difficile da spiegare… come sai mia sorella è più grande di me ed è sposata. Suo marito è un tipo burbero; è troppo realista per darsi a qualsiasi manifestazione d’affetto: in pratica ci fa solo sesso e nient’altro. A questo lei si è ribellata più volte, ma ha deciso comunque di acconsentire col tempo, per amore dei figli. Allora su chi ripiegare per farsi dare quell’affetto di cui tanto aveva bisogno, essendo lei una persona che ha un estremo bisogno di queste cose? Sul suo fratellino. In pratica le ho dato tutta la parte affettiva che avrebbe dovuto il marito per anni. E’ da quando sono diventato grande che le faccio da amico, confidente, marito. Lei mi ha detto spesso che sono suo amico oltre che un fratello. Però io mi sentivo trattato da maritino.
Per qualsiasi cosa si rivolgeva a me, anche questioni che avrebbe dovuto decidere col partner. Mi chiedeva consiglio, si fidava, era contenta se mi complimentavo per un vestito che aveva scelto, per l’aspetto curato ecc. Fra noi c’è questo strano rapporto. Adesso su qualunque ragazza posi gli occhi per lei non va bene. Pure se guardo una ballerina in tv ne scredita la bellezza. Per lei infatti sarebbe grave perdere una fonte d’affetto così. Con te ha fatto come con tutte. E’ arrivata perfino a dire che mi avresti messo nel giro della droga, perché era probabile ti drogassi. Sapeva che sei una persona per bene però. Conosceva età, lavoro ecc. Perciò ho preferito non dar credito alle sue affermazioni, data la loro valenza. Ciò che le detta è un profondo bisogno d’amore. Adesso le do comunque qualche aiutino ma di sfuggita. Lei è sempre nervosa con me perché non si sente amata… e spesso tenta di abbracciarmi. Lo fa in un modo strano quasi volesse aggrapparsi a me. Ma ovviamente l’abbraccio e prendo di nuovo le distanze, perché mi sta soffocando col suo modo di fare. Non c’entra nulla ovviamente con quello che c’è fra noi due. La tua voce mi piace tanto perché quell’intonazione mi sa di donna. La trovo sexy oltre che melodiosa e rassicurante.
Questi sono i problemi che ci dividevano. Ce ne sarebbe ancora qualcun altro, ma in questa dedica ho solo risposto alle tue domande. Io e te staremmo benissimo, anche perché uscito da lì mi ritorna tutta la forza. Non c’è un parlare negativo in me. Ho un dialogo con me stesso benefico e incoraggiante che, se non soppresso da loro, come accade sempre, riuscirebbe a tenermi in piedi anche se dovessi vedermela da solo con lavoro, soldi, spese ecc.
L’unica cosa che non potresti accettare è la mia incapacità in alcuni campi soprattutto relazionali. La cosa è del tutto superabile. Già così mi stai dando forza. Pensa allora cosa ne verrà stando insieme anche nella realtà. Cambierò vita sicuramente.
Tu hai avuto il potere di buttare a terra ogni difesa. Verso te non ci sono resistenze. Ogni cosa che dici la prendo sul serio adesso che ti amo. Per questo parlo di malleabilità. Non siamo per niente diversi poi… anzi siamo molto simili. Insieme staremmo benissimo, perché abbiamo gli stessi modi di fare e, si presume, le stesse esigenze.
Ti parlerò del perché di tanto disprezzo al più presto, se la fortuna mi assisterà e soprattutto riuscirò a guadagnarla con l’azione. Ho un giudice difficile da convincere… tu lo sai.
Ti dico in anticipo che il fatto di non considerarmi un dono rimane circoscritto esclusivamente alla mia famiglia. Il motivo solo è di tipo economico e lavorativo. In pratica se la prendono con me, senza sapere chi ha originato il danno e senza mai ammettere che potrebbero fare tanto per alleviarlo, se mi amassero un po’ di più, invece di trattarmi male. Vorrei tanto farli felici, ma adesso non posso proprio, con tutta la buona volontà. Ci sono molte altre cose, o meglio persone, di cui ho bisogno per poter lavorare. Ora che sono del tutto scarico ho bisogno di ricaricarmi.
Chi mi conosce al di fuori di questo interesse, mi ama semplicemente. Forse perché non succede mai che ferisco: dò solo affetto in pratica. Pensa che anche la mia vecchia comitiva di amici ci tiene ancora a me. Mi mandano i saluti ogni settimana senza che ne salti una. C’è chi mi considera come un figlio, chi come una cara vecchia conoscenza, chi come lo stupidotto che si spinse al punto da mettersi nei guai. Ma nessuno, e dico nessuno, mi ha mai portato rancore.
(sono contento che ti piaccia il nick. A me però sembra ancora poco convincente... ne vorrei uno carino come il tuo che ribadisca lo stesso concetto... devo pensarci su)
26 dicembre 2011
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