Pensieri

da fanciullo

Spero di riuscire ad avvicinarmi senza fare troppo rumore. Quest’ oscurità unita al mio passo malfermo potrebbe spaventarla. Sorrido solo a pensarle certe cose perché in realtà non sono lì. Eccola, l’immaginazione l’ha focalizzata bene adesso... sembra ancora triste, anche se in maniera diversa da ieri: il suo sguardo si perde su quei fogli che appaiono un po’ spiegazzati. Deve aver cercato a lungo le ragioni di tanta stranezza che ci allontana. Ed ora gira ancora le vecchie pagine, si chiede, si risponde, s’incaponisce su un’ipotesi per poi abbandonarla. Ogni tanto scuote la testa… quando fa così mi viene tanta voglia di scavalcare questa finestra dove ora mi ritrovo appoggiato a mani conserte e dirle tutto ciò che penso per completare il quadro. Non basta più che lo scriva ora perché la comunicazione non è solo scrittura. Vorrei che fosse per entrambi più semplice; l’unica cosa che ci divide, è, credo, la paura. C’è da parte di entrambi e la sua è più giustificata della mia. Tuttavia per entrambi sembra ugualmente difficile perché i nostri timori sembrano fatti a misura delle persone che siamo. Ora non è giusto, non è equo che lei si tenda verso di me più di quanto ha fatto. Ha già fatto tanto, questo lo vedo. Devo essere io adesso a trovare la spinta positiva a farmi coraggio, ad uscire dalla mia sfera in cui vivono fantasmi e gli incubi del passato, perché in fondo lo sento che non è impossibile. Lo vogliamo entrambi, però i problemi sorgono sempre dal solito anello debole della situazione. Posso arrivare al cento, anche se ora sono distante. Mi serve solo un impegno graduale. Di questo avrei bisogno… adesso però mi sembra fuori luogo solo a pronunciarla quella parola, “graduale”, perché vedo che lei è già piuttosto provata. Merito mio certo. Non è impossibile e questa non è solo credulità. Ma quanto c’è ancora da fare! Mi sorprendo di me stesso per non aver saputo neppure scriverle qualcosa che esprimesse bene i sentimenti, senza che ci fosse la solita oscurità a sporcarli. Mi ergo fuori per tirarmi dalla pece contro quella cosa che puntualmente tenta di tirarmi giù. Non so cosa sia, forse non dipende dalla mia volontà: di certo non sono io. Ciò che mi circonda e il modo in cui rispondo ad esso: ecco cosa andrebbe corretto. Tolto uno dei due fattori prenderei il volo. Non c’è nulla di deciso, ci sono rigidità che stanno lì temporanee, come in attesa di essere messe in discussione. Nessuna si radica e non lo farà mai finché non glielo permetterò.
Non è impossibile perché, lo sento dentro, abbiamo la forza più grande, quella dell’amore. Ho un piccolo fiore tra le mani, una margherita. Il buio non lascia che brilli il bianco dei suoi petali delicati. Vorrei essere così, come questa margherita che sa di sole, di campi, dell’onestà della vita contadina. Gliela poggio qui, sul davanzale di questa finestra illuminata. Il bianco si vede bene alla sua luce.

“Vorrei far emergere la mia sincerità finalmente. Posso riuscirci ma per arrivare a farlo devo imparare a proteggerti proprio da me stesso” penso in un sospiro.

Vado via cautamente come prima, amore. Passa una notte serena.

16 gennaio 2012

Categoria: Pensieri

da Fanciulla

Sembra che parli di me
Fortunata lei se tu arriverai al tuo 100
Ve lo auguro

16 gennaio 2012

da fanciullo

Non so se sei tu. Comunque, una precisazione... fintanto arrivo al cento resto con lei a darle tutto ciò che posso. Cambierà solo che la difenderò dalle negatività.

17 gennaio 2012

da ....

Ciao amore, se forse può essere positivo anche per te, guardare la parte bella di ciò che ci capita, ecco in questo caso, ma se poi tu stai peggio? ecco in questo caso non andrebbe bene togliermi le tue negatività, se invece diventa un esercizio che allena la tua mente al positivo e si sa che positivo porta situazioni reali positive, allora sì forse sarebbe il passettino successivo che ci porta avanti nella strada al meglio.

18 gennaio 2012