Lettere

da Stefania

Non ho mai espresso il desiderio di allontanarmi da te. Stavo dicendo così in seguito alla tua reazione arrabbiata della settimana scorsa. Ci sono rimasta male proprio perché in me c’è amore e facilmente rimango ferita quando ti sento così convinto e categorico. Vedo perché lo fai, riconosco le tue ragioni quando sono a mente fredda e passo in rassegna le impressioni del momento. Ma sul momento i sentimenti hanno la meglio. Tu mi dici “di andare via” o almeno così la interpreto e ci rimango male proprio perché mi aspetterei la risposta contraria. Su questo però non ti biasimo. Comunque, mi viene seriamente da chiedermi come dobbiamo fare adesso dopo mi hai praticamente messo con le valige alla porta. Tu attribuisci tutte le colpe a me ma poi non pensi a quello che fai ogni volta? Non ti sto accusando perché so che hai le tue ragioni ma appunto poi ti chiedo adesso come facciamo, se esiste un modo. Ci ho riflettuto e credo che nessuno dei due dovrebbe cercare l’iniziativa, dovremmo incontrarci a metà. Non chiedermi il modo; non lo conosco più; spero lo troveremo in seguito: quando sarà tempo c’incontreremo a metà strada in modo che non ci sia chi prevalga. Vorrei che tu potessi suggerirmi come fare perché non lo so più, non ci posso far nulla. Quand’anche risolveremo tutti i problemi di sensi di colpa ecc. come faremo per ritrovarci? A me servirebbe un tuo atto di coraggio almeno appunto per fare metà del percorso perché forse il guaio è proprio che in certi momenti prendo sempre io l’iniziativa ed io sono quella che meno ci sa fare. In fondo il mio mondo funziona con le tue stesse regole. Con te non voglio che sia un bacio o una carezza. Ti amo e voglio che sia amore vero quello fatto di momenti dei più intensi. Non ho sensi di colpa che dipenda da me. Fossi libera non mi farebbe niente perché ragionerei appunto da persona che prende decisioni solo considerando se stessa. Sono loro, i miei figli, nati dall’altro che mi vincolano. Non ti sto abbracciata per torturarti, sto lì perché siamo nella stessa barca, innamorati tutti e due, impotenti altrettanto. Il desiderio c’è sempre e basterebbe pochissimo per farlo divampare. Solo che litighiamo sempre e questo a volte mi fa sentire davvero esausta, al punto che amore e tutto devo smaltire la fatica prendendo un po’ di distanze. Poi, passa un giorno, due massimo e ritorno in forma. L’intenzione è sempre quella di vederci. Sono come te. Nei momenti in cui sono più stanca, allora ho bisogno della carica del tuo amore. Non allontanarti, ti prego. Stiamo sempre insieme, umilmente, come compagni che devono ritrovare l’intesa per trovare tutto il resto. Tu mi piaci tantissimo, mi fai morire. Non è anormale il nostro rapporto. Tante volte me lo sono chiesta anch’io se non ci fosse qualcosa di strano, ma poi le reazioni nei tuoi confronti me l’hanno negato. Siamo solo due coetanei che si sono conosciuti e innamorati. Ciò che non va sono io, lo ammetto, e ancora di più il matrimonio precedente che mi rende tale. Ti dico solo che volevo essere lì per San Valentino. Ma sto qui a mordermi i gomiti. Non so cosa farci più. Forse il tempo ci porterà ad una soluzione.

30 gennaio 2012

Categoria: Lettere