Amore

da Luca

So solo chiamare amore quell’urgenza di correrti in soccorso ogni volta che ti guardi intorno e quegli spazi sembrano così vuoti, inaccettabilmente vuoti e il ricordo di chi non c’è più riaccende il dolore di una vecchia ferita. Vorrei ripagarti di tutti quegli anni di gelo, di ogni volta che la vita ti ha deluso. Vorrei nascondere le tue lacrime fra le mie braccia affinché il mondo non possa infierire ancora. Strano come vengo smosso ogni volta che percepisco di che genere di dolore si tratta. E’ la lama dell’indifferenza che tante volte ha tagliato anche me. Perché riesco ad avvicinarmi così solo quando mi parli di dolore? Hai ragione, forse ho paura di essere felice. Ma credo che mi sbagliassi quando ti dicevo che non volevo volare troppo alto per non cadere giù. Vedi, è così tanto tempo che non sono felice che non ricordo nemmeno se lo sono mai stato, forse mai. Non conosco cosa vuol dire essere innamorati e felici. Posso solo immaginarlo. So solo che sorrido anch’io ogni volta che sorridi. Vorrei sorridere con te. Sarebbe bello che le nuvole venissero fugate, che tornasse il sereno: voglia di vederti felice, di farti sentire quello che c’è… un cuore impazzito contro pelle.. un bacio… voglia di sentire il tuo calore. Questa cosa la chiamo amore. Difficile trovare un termine più adatto.

21 febbraio 2012

Categoria: Amore

da Norma

La paura della feicità è dentro tutti gli esseri viventi, proprio perchè il mondo reale che viviamo è imperfetto e ci porta situazioni reali negative e dolorose, pertanto l'uomo vive pensando che siccome il mondo ci porta la sofferenza tanto vale esagerare nell'apatia, la domanda che sento dentro i pensieri di tutti è una sola: a che serve scapicollarsi a cercare di stare bene? E' una fatica sprecata, tanto vale starsene comodi fare il meno possibile e resistere nel reagire solo e unicamente nei momenti di emergenza. Bèh, diciamo che io questo pensiero non ce l'ho quasi mai, mi sfiora unicamente nei momenti in cui ho lottato tanto e i problemi si moltiplicano a vista d'occhi, ma è solo un attimo, la mia schiena e il mio istinto si drizzano immediatamente, addirittura mentre si formula il pensiero negativo, e già sono pronta a formlare ipotesi di ripresa, di soluzioni a nuovi problemi e la mia mente macina soluzioni, idee e quant'altro mi possa riportare a sperare. E' un vero e proprio istinto di sopravvivenza che mi scorre dentro come una scarica elettrica fortissima e non mi permette neanche un secondo di mollare, e mentre dono disperata contempraneamente sperimento la ripresa. Tutte e due insieme, è il caso di dire piango e sorrido insieme. Dentro i ripeto la voce che non me lo posso permettere. Non mi posso permettere l'immobilismo, mi sento paralizzata dai problemi, m intanto provo a mettermi una scarpa, e una gamba si move, mi metto l'altra scarpa e la paralisi si muta in movimento piccolo, infine apro la porta esco, e incomincio ad affrontare i problemi uno ala volta, ogni piccolissimo problema tagliato in altri piccoli problemini che risolvo in piccole azioncine, piccoli per riuscirci senza spaventarmi, per avere un piccolo coraggio alla volta e ttti insieme fanno il coraggio di andare avanti che è più grande, di andare avanti nonostante tutto. Dunque io penso che è naturale, umano avere paura perch viene spontaneo pensare che in questo mondo appunto imperfetto la felicità se esiste finisce. Dunque però io penso sempre che è non un diritto attenzione che puoi scdgliere di non fare o cercare, è proprio un DOVERE di tutti gli uomini di buona volontà LOTTARE, ed ecco la lotta che ritorna. Sì è una lotta per STARE BENE per non stare fermi ad accogliere sempre e solo il dolore per poi contenerlo e farlo finire in un modo o nell'altro. Ma LOTTARE PRIMA CHE ARRIVI SEMPRE PER ALLONTANARLO, PRIMA, PER RIUSCIRE A RIMPICCIOLIRLO A TAL PUNTO CHE QUANDO ARRIVA NON DISTURBA PIU' DI TANTO E FACCIO PRESTO A SUPERARLO CHE PASSA IN VELOCITA'. Ecco quindi una visione attiva dell'uomo che anche se terrorizzato sceglie ogni secondo della sua vita il bene, per se stesso e quindi per tutti quelli che ama. Tu non sei mai stato felice, io ora mi ricordo che di tutto quello che è stato della mia vita so sempre e solo che ho lottato, che ho fatto sempre il mio massimo, la sofferenza mi ha fatto compagnia sempre, ma non mi sono fatta prendere del tutto, ho conservato sempre la speranza, e ho cercato sempre il mio bene. Quando ti ho incontrato ho sentto che potevi aiutarmi in questa ricerca del bene. Già solo pensarti è bene, vederti è bene. Ecco questa è già felicità, la felicità è amare nel dolore per superarlo ogni volta per risalire smpre dal fondo in alto ongi piccola discesa c'è la salita. Il respiro è l'amore.Di te penso che hai amato senza rendetene conto, avevi troppa paura di ammetterlo, sono stati momenti felici ma non li hai riconosciuti. Ora sei arrivato ad un punto in cui hai più tempo per pensarci, anche a un punto in cui sono cessate le urgenze del crescere ed imparare, così puoi rendetene conto. E' un regalo prezioso che questo amore ti fa. Puoi realizzare finalmente la sicurezza che l'amore esiste e che puoi ammettere che lo stai provando, la consapevolezza, tu senti la consapevolezza dell'amore pur nel tuo modo di esistere del tuo carattere come dici sempre al servizio del gruppo famiglia prima del gruppo di amici poi. Ora rimane la famiglia e l'amore che sei costretto dagli eventi a vederlo più di coppia, perche vedi amore come ti spiegavo è quello di coppia l'amore vero.

24 febbraio 2012

da Luca

Mentre leggevo mi è capitato più volte di constatare quanto sia importante la presenza di persone positive nella vita. Se non ci fossi stata tu a ricordarmi certe cose forse non avrei ripreso nemmeno per un attimo il senso di ciò che è bene fare per essere felici. Vedi, queste cose che hai detto me le sono ripetute più volte da solo; ogni volta che la vita mi ha posto un ostacolo da superare ho ragionato su quale fosse l’atteggiamento più utile e indolore per superarlo scoprendo appunto che quello più adatto era di reagire subito non lasciandosi bloccare perché motivati da un obiettivo più grande. Questa verità l’ho sentita tante volte come mia e per questo posso solo darti ragione. Tante volte mi è capitato di dire che i momenti più felici sono stati quand’ero estremamente impegnato. A sentirlo molti rimangono a pensarci e spesso non comprendono. Certo ammetto che non era bello sentirsi stressati ma era anche vero che, pure se c’è sempre la solita sofferenza, quando fai qualcosa che vuoi fortemente e non ti fai prendere dai momenti di scoraggiamento ti senti bene sapendo che stai superando le piccole difficoltà quotidiane, che sei superiore ad esse perché di volta in volta dimostri a te stesso di avere la forza necessaria per saperle vincere. Spesso sogno il ritorno di quel periodo in altre vesti. Non vorrei più esagerare e infatti mi piacerebbe che si ripresentasse in contemporanea con la presenza di persone amiche che con la loro presenza, il loro esempio ti diano uno spunto per non perdere di vista ciò che è giusto. Fare il bene per sé stessi è poi anche il principio base per fare del bene agli altri. E’ essenziale per la felicità che è composta dalle relazioni incluso l’amore vero.
Come hai ricordato tu alla fine sono stato uno che nella vita ha messo sempre in prima fila il gruppo famigliari e questo ha interrotto la realizzazione dei miei progetti personali. Questo però non è accaduto per mia scelta come potrebbe sembrare. Certo alla fine ho agito in tal senso ma non è stato perché condivido le loro stesse idee e pertanto ho scelto di rinunciare. Di mio sento di essere una persona forte. Dicevi bene quando usavi il nomignolo del tigrotto. Infatti sotto un’apparenza d’infelicità c’è una dura lotta cominciata già da quel periodo felice fra la mia volontà e la loro. Dovessi oppormi solo con le mie forze senza debolezze ce la farei perché le mie sole forze allo stato pure si sono dimostrato più volte portatrici di buoni risultati. Pensa che ancora adesso se c’è qualcosa da decidere in un ambito che conosco anch’io loro chiedono a me, si fidano di me perché si sono accorti che ho la possibilità di aiutarli bene. Spesso quando hanno fatto di testa loro sono usciti fuori degli errori di cui poi si sono pentiti. E spesso anch’io mi accorgo che quando faccio di testa mia mi trovo quasi sempre meglio di quando seguo il loro volere. Purtroppo ci sono delle cose che mi fregano. Prima di tutto la particolare sensibilità sviluppata nei loro confronti derivata dall’atmosfera che si respira in quall’ambiente da quando ero bambino. Loro fanno così, da una parte ti rendono debole e dall’altra pretendono delle cose per te sbagliate. Faccio un esempio semplice. Se c’è qualcosa da fare loro la fanno loro per te. E questo già è assolutamente deleterio. E peggio ancora se ti proponi di farla, devi superare prima le loro mille diffidenze e questo non perché non ne sarei in grado, ma proprio per mancanza di fiducia. Addirittura arrivano a contrastarti dicendoti “è meglio che non lo fai”, “sei stanco”, “lo faccio meglio io” (e ci credo come credi che impari???). E questo ancora quando è una cosa su cui sono pienamente d’accordo. Sembra una cosa da poco ma alla fine t’indebolisce se perpetrata per anni. Un bambino, ragazzo, per quanto volenteroso, non può stare lì a contendersi ogni piccola cosa. E questo non succede solo a me: anche mio fratello più piccolo se la passa male. Non ne parliamo poi cosa accade quando fai qualcosa che non è perfettamente in linea con il loro volere. Cominciano a perseguitarti in pratica ripetendoti ogni giorno e ogni volta che ti vedono con sguardi, parole, minacce che ciò che fai non va bene. Ne ho perse di amicizie così. Dopo averti indebolito ed estraniato da tutti poi però si lamentano che fai le stesse cose del figlio del tal dei tali (ovviamente intendono le cose che vanno bene a loro). A quel punto ti crolla il mondo addosso. Questo avviene soprattutto con quella persona che ti dicevo nella risposta alla dedica del venti Febbraio. Con lei si aggiùnge anche il fatto che ha avuto una grossa delusione nella vita e in pratica fa di tutto legarmi a lei. A volte mi sento addirittura in colpa perché so che se me ne andassi ci starebbe malissimo. Ed ecco che fra debolezza, sensi di colpa, opposizione continuo a rimanere al loro servizio soffrendone. Lì dentro continui a lottare, ma non potendo fare più il tuo bene perché la tua volontà è continuamente interrotta e sformata dalla loro perdi il senso delle cose e ti chiedi se valga la pena continuare a lottare. Cominci a resistere, a sopravvivere senza portare avanti nessuna azione positiva perché che senso avrebbe fare qualcosa per ciò in cui non credi? Detto così potrebbe sembrare niente. Ti assicuro però che queste eccessive costrizioni hanno fatto un danno enorme. Non è altro che per questo che c’è stato il fallimento che noi sappiamo, quello che mi ha segnato negli ultimi anni. Lì non sono padrone di me stesso. Se lo fossi stato anche da solo mi sarei fatto abbastanza forza da portare avanti i miei progetti. Ho fallito proprio perché ero completamente solo contro tutti loro. E’ stata una lotta estenuante in cui ho tentato di farmi una vita per conto mio ma intanto non avevo nessuno su cui contare perché quel mix di negatività che si respira lì dentro riesce anche ad isolarti. Adesso ti dico queste cose non perché voglio giustificarmi. Non ne ho nessuna intenzione perché so che dipende da me. Vorrei solo capire. Tu mi hai detto che devo difendermi. Ma allora ti chiedo come si fa a difendersi in continuazione, 24 su 24, e riuscire nei propri scopi? Già sarebbe dura una lotta continua. Ma mettici anche che ci sono implicati una sensibilità e dei sentimenti di colpa che vengono continuamente alimentati. Come si fa a rimanere distaccati? Come si fa a conservare ciò che si è costruito evitando che venga distrutto dalle loro eterne critiche, dalla paura, da questa sensibilità, dalla tentazione di mollare perché lasciarsi trascinare dalla corrente sarebbe più facile? Ti chiedo consiglio perché questa domanda tormentosa si ripropone ogni volta che penso al futuro e vedo che così andando ne avrò di sicuro uno che non voglio, uno senza l’amore che cercavo, senza la gente che amo di più avere intorno, senza le mie aspirazioni, senza realizzazioni. Per non aver paura della felicità, bisogna non aver paura del dolore ed in questo stato in cui mi trovo sfido chiunque altro a non averne timore. Non so se ricordi l’aneddoto della farfalla nel bozzolo. In pratica natura vuole che per uscire dal suo involucro l’animaletto ancora incapace di volare debba romperlo. Questo sforzo in cui le alucce vengono costrette a passare in una piccola fessura permetterebbe alla linfa di fluirvi e quindi di renderle abili al volo. Se si decide di risparmiare questo lavoro alla farfalla magari aprendole il varco, ciò non accadrà e la farfalla finirà per trascinarsi a terra tutta la vita. Credo si capisca perché di fronte a certe cose non mi sento pronto. Non ho avuto occasione di competere abbastanza con quel dolore che rende forti e questo non è stato tutto per mia responsabilità. E questa cosa fa male perché sai bene che in campo neutro, contando solo sulle tue forze, non ti saresti tirato indietro di fronte a nulla. Ma il campo in cui sei ti rende svantaggiato e quindi forse per equilibrarlo ci vogliono delle frequentazioni positive che ti ridiano forza. E anche qui stiamo nei casini perché non mi è tanto immediato trovarne. Mi sento fortunato ad avere almeno te che ogni tanto mi ricordi la giusta direzione, che mi ricordi che la felicità è una necessità alla quale non ci si può sottrarre. Non credo che non mi rendessi conto di essere innamorato. Lo sapevo perché non era di certo la prima volta che mi capitava. Certo ho preferito negarlo come avevo sempre fatto. Pensavo che mi sarebbe passata e invece… ci ritroviamo qui. Un po’ mi dispiace che siamo qui e non altrove, ma di certo non è per paura della felicità. Di mio non ho paura di essere felice o almeno non è tanto forte questa paura da frenarmi. Potessi essere padrone di me l’affronterei a viso aperto questa felicità e se poi finisce pazienza: mi rimarrebbe la forza più grande, quella di poter contare su me stesso. Se c’è qualcosa per cui devo ringraziare di stare andando avanti questi sono i momenti positivi che ho vissuto. Questi si sono trasformati in un ricordo che mi accompagna sempre e nei momenti peggiori è capace di risollevarmi. Perché si dovrebbe aver paura della felicità se poi è l’unica cosa che rende bella la vita e ti dà anche la forza per continuarla? Soprattutto mi dà speranza il fatto che ci sono persone che sanno amare. Per loro vale la pena fare ogni cosa che si fa.

26 febbraio 2012