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da Anonimo
Ci sono giorni in cui l’impresa di vivere si fa più leggera, non fai confronti, non pensi, non guardi ai fatti e giorni come questo in cui ti accorgi di quanto sia più facile vivere per altri. Ho perso il conto da quant’è che sono costretta a mascherare ciò che sento. Esco, parlo di me, spesso parlo anche troppo apertamente ma mi rendo conto che nessuno mi conosce davvero. Anche oggi mi è stata fatta la stessa domanda:”Ti sei trovata il ragazzo?” e come al solito ho risposto con un mezzo sorrisetto dicendo che non ho “la fortuna” di averne uno accanto. Dentro di me un po’ ridacchiavo perché chi lo chiede non immagina che pochi minuti prima sulle note di una canzone i miei pensieri correvano dalla persona che si è conquistata i sentimenti più belli e questa non è certamente un ragazzo. Sul momento l’ho presa con leggerezza. Ma ora riflettendoci scendo in un abisso di tristezza al solo pensiero che questa storia dura da sempre. Quant’è più facile per chi sa di sicuro che prima o poi si sposerà, avrà dei figli, un uomo accanto? Per me non c’è questo futuro, non mi appartiene. Ultimamente mi sono andate a noia anche le uscite con quelle quattro squinternate delle mie cosiddette amiche perché è una continua, estenuante recita. Loro fanno progetti veri, parlano di cose che le toccano sul serio ed io faccio tutta l’interessata giusto per non apparire diversa. Cosa succederebbe se una sera di queste ci uscissi e, mentre loro litigano per il bel musicista o fanno progetti per il viaggio di nozze in Egitto dicessi che preferisco uscirmene da sola piuttosto che starle a sentire, che non me ne frega un c**zo di se è meglio il Cairo o Venezia, che il ragazzo non è che non ce l’ho temporaneamente, non l’avrò mai, che amo una ragazza, che voglio stare con una ragazza, che le idee per il viaggio non le avevo in vista del solito matrimonio come tradizione comanda ma che le stavo suggerendo con ben altri propositi in mente. Sono sicura che perderei quelle quattro galline (sia ringraziato il cielo mi verrebbe da dire), che le voci secondo cui la figlia di… è lesbica girerebbero veloci, che comincerebbero a evitarmi, ad additarmi schifate. Arriverà il giorno in cui potrò bearmi di lasciarli ai loro inciuci, ai loro pettegolezzi, alle loro occhiate sottecchi per vivermela come mi pare. Adesso sarebbe troppo presto. Ma intanto devo sorbirmi tutto questo po’ e faticare il doppio, il triplo per reggere le apparenze, ancora di più per cercare quel futuro in cui non c’è una sicurezza. E intanto qui una parte di me non vive. Qui sono solo la comune brava ragazza. Qui sono solo metà di me.
23 febbraio 2012
Categoria: Confessioni
da Annalea
come ti capisco mi sembra di leggere i miei pensieri con una sola differenza che io quelle 4 galline l ho perse un anno e mezzo fa!!
24 novembre 2012
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