CATEGORIE
da Norma per Luca
Caro Luca, ti scrivo questa lettera per spiegarti quello che tu continui a rimandare e a negare a te stesso da tutta una vita: sei tu che hai bisogno dei tuoi genitori perchè ti fanno sentire indispensabile e importante. Ma c'è una verità molto più scomoda che stai sfuggendo: i tuoi genitori non ci saranno per sempre. E tu? che ne sarà di te? Stai rimandando ancora, e ancora, ma il tempo passa inesorabile e tu non sarai pronto perchè non avrai nulla di già costruito. Ti dico tutto questo perchè ho vissuto sulla mia pelle tutto ciò, e guardandomi dentro avevo capito chiaramente che la paura della fatica di vivere per costruirmi il mio futuro era più forte della voglia di uscire dal bozzolo del nido da cui ero nata. Per noi è ancora più difficile che per altri perchè i genitori ci tengono stretti invece di aiutarci ad uscire e di facilitare la nostra uscita da questo bozzolo, e dobbiamo prendere anche per loro la forza e la determinazione necessaria a rompere il cordone ombelicale anche contro quei sensi di colpa che ci mettono. E credi che sia vero che ti vogliono tanto lì? E' solo una loro debolezza una mancanza di coraggio di ammettere che sarebbero rinfrancati nel saperti a posto, ormai vanno verso la vecchiaia, possibile che dentro non pensino che ne sarà di questo figlio senza di noi?! Solo, senza un futuro pratico?!! Lo pensano ma non hanno coraggio di aiutarti, allora guardano il lato positivo che almeno ti hanno lì e hanno ancora il tuo affetto. E allora mi dispiace ma devi essere tu a prendere questa decisione e taglia, lo sai che dopo saranno felici e rinfrancati? ma non vorranno mai farlo vedere!! Perchè si sentiranno genitori snaturati a essere sereni mancanza del figlio, pertanto sempre si faranno vedere tristi, deboli per costringerti a startene avvinghiato a loro. Ma sai dentro che serenità gli darai a tutti!!! Ma proprio a tutti anche a quella che ha investito su di te, ha investito mille anni fa! Basta! E' ora di rinnovarsi. Quindi ti consiglio di fare tutti i tuoi passi tu anche per quello che avrebbero dovuto fare loro e li farai sereni. Ogni volta che ti viene il senso di colpa verso di loro pensa a te quando loro non ci saranno più, PENSACI, IL SENSO DI COLPA DEVI AVERLO MA VERSO TE STESSO VERSO QUEL POVERO LUCA SOLO E ABBANDONATO QUANDO NON CI SARANNO PIUì' OGNI MINUTO DELLA TUA VITA ORA PENSA A COSA SARA' LA TUA VITA SENZA DI LORO dopo. E AGISCI PER TE. Questa è anche mia esperienza personale. E quindi posso dirti che si può e si deve fare. Ciao, ti mando tanto coraggio e tanta forza, ma fallo, io sono impegnata in prima persona anche per me stessa, pertanto stasera non ti parlerò d'amore, ma solo di coraggio, solo di forza, è questo che oggi voglio consigliare a te e do anche a me stessa. Ciao amore, so che la verità è brutta ma serve. E' la vita che ci chiama, ascoltala ora e starai bene poi.
26 febbraio 2012
Categoria: Lettere
da Dialog
Norma: 'You can't always get what you want, You can't always get what you want, You can't always get what you want... '
Luca: But if you try sometimes you just might find You get what you need... TRULY... :D' ;D
27 febbraio 2012
da Luca
Sì, in effetti ce l’hai una parte di ragione. Prendo un bel po’ d’affetto dai miei genitori. Non per questo però loro mi sarebbero essenziali. Logicamente un genitore non può sostituire tutto il resto delle relazioni e infatti anche così vivo male. E logicamente i genit0ri rimangono genitori per cui ci sono dei contrasti, delle arrabbiature. A volte mi verrebbe voglia mi mandare tutta la mia vita lì dentro a quel paese e andarmene lontano. Se potessi, lo farei. Purtroppo c’è un discorso più ampio da fare circa le motivazioni che mi tengono qui. Tu mi conosci e sai che in seguito ad un fallimento tutti i progetti hanno sofferto di un brusco rallentamento. Ebbene, prima che finisse male avevo messo tutto me stesso per crearmi un futuro facendo delle rinunce in tutti gli altri campi rinunciando a spazi per me stesso, hobby, uscite con amici. E non è stato tanto il brutto episodio della sconfitta a segnarmi quanto il mio passato stacanovista che di contraccolpo ha generato un bisogno immenso di tutto ciò a cui prima avevo dovuto rinunciare per andare avanti. Ho cominciato a prendermela un po’ troppo alla leggera. Ho rinunciato anche a quello che facevo prima sperando di trovare ciò che mi era mancato in una sorta di contrappasso che tuttavia non ha portato a nessuna crescita in quei campi, quello degli hobby, quello sociale e dell’evoluzione personale perché poi anche in quelli bisogna applicarsi. In pratica sono rimasto con le solite quattro risorse nell’impossibilità di fare qualsiasi cosa. Mi sono accorto solo più tardi di aver fatto un errore gravissimo mollando tutto alla ricerca di chissà quale soddisfazione altrove. Sono rimasto tagliato fuori e demotivato. Mi sono trovato male a partire da un hobby senza pensare prima alle cose essenziali perché se uno deve usarle quelle quattro risorse le usa per cose utili tipo lo studio, un corso di formazione, il lavoro. Mi sarei sentito ancora più fallito se non avessi dato la priorità a queste cose. Il fatto che adesso ogni volta che ricomincio da queste cose essenziali scopro di avere talmente poche energie da non poterle impiegare per nessuna altra cosa. E’ come avere una coperta troppo corta che da qualche parte deve farti prendere freddo… e ogni volta devo fare i conti con questo bisogno terribile di vivere non solo il lavoro, ma anche le relazioni, di ricevere un po’ d’affetto, di divertirmi. Il guaio è che anche per queste ultime cose bisogna avere una base d’impegno personale, di lavoro, interessi ecc. e in tutte queste cose non so come destreggiarmi perché non trovo abbastanza energie o forse ne ho ma poi mi risulta un’impresa concentrarle allo scopo. Succede che inizio magari lavorando la mattina e poi intanto che trovo la giusta disposizione il tempo finisce e/o finiscono le energie e le altre attività vanno a farsi benedire. In qualsiasi modo sembro destinato a fallire perché se m’impegno al massimo in un’unica attività questa mi riesce anche benissimo ma poi ritorno sui miei passi e mi viene da rinunciare perché facendo una sola cosa che vita sarebbe? Ritorna la solita tormentosa mancanza di libertà, vita, affetto e lascio tutto per ritornare alla base famigliare. Infatti se in qualche modo devo soffrire e fallire perché fare più cose insieme non mi riesce è meglio che mi goda quel poco che c’è, la famiglia e l’affetto, e mettiamoci pure il tanto disonorevole non far nulla. Così per ora vivo meglio, mi dico, perché a parità di condizioni adesso ho sicuramente più vantaggi immediati. Tanto nella vita non c’è nulla di certo. Magari mentre ti stai sfacchinando per lavorare ad un futuro ti viene una malattia, fai un incidente e finisce che non ti sei vissuto niente. So che è un ragionamento del tutto insensato ma rimane qualcosa di terribile contro cui combattere perché deriva da esperienze vissute, da sofferenza provata attimo dopo attimo sulla tua pelle. E’ stata una modalità appresa per reagire allo stress eccessivo. Lo so che nemmeno così si è felici ma almeno si soffre meno che altrimenti. Forse dovrei trovare una via di mezzo. Sarebbe giusto fare così perché magari nel frattempo s’impegna in un’attività essenziale qual è il lavoro uno trova pure il modo per dosare meglio le energie e riesce a fare più cose e ad avere anche affetti, amicizie e così via. Questa è la condizione a cui vorrei arrivare. Ciò presuppone, però, che ci sia prima un periodo di sacrificio simile a quello trascorso in cui uno comincia del tutto sprovveduto e può impegnarsi solo magari a trovare un lavoro o per portare a termine una formazione ecc. un periodo che non si sa quanto durerà. Però rimane che uno dovrebbe vedersela con se stesso, con la solitudine, e fare altri sacrifici su sacrifici; ed è proprio facendo sacrifici e vedendomela contro tutte le altre necessità mi sono scottato e adesso non riesco più a trovare una via d’uscita. Se potessi mettermi in testa che più di tanto non posso, che, se voglio sopravvivere, devo imparare a non pretendere davvero nulla, forse ce la farei. Ma come far fronte all’eventualità che forse quel periodo tanto sperato in cui si riusciranno a conciliare più cose forse non ci sarà mai? Qualcuno potrebbe dire che non ci vuole nulla a trovarsi della compagnia con cui uscire, magari stesso all’interno delle conoscenze maturate in famiglia, con eventuali colleghi ecc. e che, una volta che uno si è messo a posto, può costruirsi le sue relazioni contando su queste risorse preesistenti e preimpostate. Ma, da ciò che sappiamo io e te, non è così facile come lo sarebbe per qualcun altro perché ho un po’ il ruolo dell’”anticonformista” in famiglia e fuori. Quindi ci sarebbe un alto rischio di rimanere soli o comunque di costruirsi un sacco di relazioni di comodo senza nessuna base vera. E questo pensiero è talmente intollerabile che mi passa la voglia di fare qualsiasi cosa. So bene cosa significa impiegare anche l’anima in un progetto e poi trovarsi con un nulla di fatto. E’ una sensazione terribile anche peggiore che non iniziare proprio a provarci e restare lì a guardare la tua vita scorrere mentre ci si gode quel poco che si ha. Dico queste cose per riconfermare quello che dicevi tu. Il problema sta anche nella famiglia che asseconda la paura del futuro ma se non si risolvessero questi dubbi, se trovassi ad essi una giustificazione valida, mi renderei immune anche da quella dannosa accondiscendenza. Le paure non sono solo fantasmi senza nessuna base reale. Il pericolo di realizzarsi solo in un campo materiale rimanendo soli esiste eccome. Lo dico perché conosco i miei percorsi mentali, i miei modi di reagire e ho visto finora a che risultati sono in grado di portare. Un futuro da solo sarebbe la cosa più orrenda per me che come te non considero quasi nulla le cose materiali. L’unica speranza sarebbe che questi modi di fare inefficaci che mi hanno causato quel fallimento portandomi in questa situazione di solitudine e disincanto si modifichino con l’esperienza. Mi servirebbe capire come e con quali energie.
Scusami se ho fatto questo lungo discorso incentrato solo su di me. Era solo per farti capire come la penso e cosa mi porta a questa situazione. Di mio odio la pigrizia. Mi piace essere impegnato in qualcosa che mi motiva, che sento importante. Purtroppo se mi viene a mancare la motivazione principale, ovvero una realizzazione consona a me, ad aspirazioni che mi appartengono, allora mi passa la voglia di far tutto, tiro i remi in barca, e lascio che la corrente mi trasporti. Il bello è che questa mancanza di volontà non è affatto intenzionale. Non è l’accidia di chi, stanco di uscire tutte le domeniche per andare a vedere la partita, decide di rimanere a casa a vedere la tv. Io non ho deciso nulla, anzi vorrei darmi da fare comunque anche se il futuro rimane incerto come d’altronde avviene per tutti. Tuttavia, mi basta guardare al passato e mi torna il terrore che tutto ciò si ripeterà comunque, che non vivrò mai, che mi aspetteranno solo cose peggiori comunque faccia. Ti scrivo queste cose per sapere cosa ne pensi, per trovare una soluzione insieme. So di starmi rendendo vulnerabile, di star mettendo a nudo dei pensieri personali e che probabilmente verrò giudicato per questo. Ma sono talmente stanco di lottare contro di essi senza trovare una soluzione che a questo punto non m’importa più di nulla.
27 febbraio 2012
da Norma
Posso solo dirti che queste paure, come già ti avevo scritto, le hanno tutte le persone che hanno visto le vite spezzate da lavori finiti male, da amori finiti. E' il grande dolore della fatica vanficata dall'insuccesso. Il problema tuo come di tutti è fermarsi a pensare. pensare troppo paralizza. Si rimane fermi a quel dolore e basta. Agire, signifa fai, qualsiasi cosa che ti passa in testa pratica, fai. Mentre agisci la paura si calma e gli eventi si aggiustano da sè, se sei un anticonformista, puoi continuare ad esserlo pur facendo pur agendo rimani te stesso e guarda avanti, quando ti volti indietro muori.
29 febbraio 2012
da Norma
X Dialog. Ciao, volevo solo chiederti una cosa:" hai null'altro da fare che commentare le mie vicissitudini? Spero ti sia divertito abbastanza, spero per te qualcosa di tuo per divertirti."
29 febbraio 2012
© 2001-2021 by SCRIVILO - Tutti i diritti riservati
p.iva 01436330938