Pensieri

da Anonimo

Tornare senza sapere come l’avrebbe presa è stato un gesto che è costato energie emotive; non parlo di coraggio perché ad un certo punto i sentimenti diventano talmente forti che sei costretto a dirlo; parlo di rischio, di esporsi alle critiche, di mettere un attimo se stessi e l’orgoglio da parte in nome di qualcosa di più prezioso; fu per questo che un giorno suonai a quel citofono non sapendo nemmeno se abitasse ancora lì; sapevo di rischiare perché non eravamo in buoni rapporti, ma quella voglia di poter significare qualcosa per lei, qualsiasi cosa, anche essere uno con cui si è ristabilita un po’ di confidenza è stata più forte di qualsiasi vergogna o timore. E’ andata bene, lei sembrava aperta al dialogo, ascoltava ciò che avevo da dire senza mettere in gioco le divergenze passate. Mi sono sentito risollevato e del tutto felice di poter finalmente avere una possibilità. Poi è andata male, a causa di questioni irrisolte si è realizzato ben poco di quel che speravo. Ci stavamo male tutt’e due e allora ho preferito chiuderla; non avrebbe avuto senso continuare così; ci voleva uno stacco che fosse anche un arrivederci. Mi è costato portare in superficie ciò che non si voleva ammettere, ci ho sofferto prima, durante e dopo è stato ancora peggio. Nonostante questo non ho dato uno stacco netto, sarebbe stata la cosa migliore da fare andar via perché dimenticassimo entrambi, ma sono rimasto a mie spese emotive per starle vicino, per aiutarla a capire le ragioni e speravo inconsciamente che insieme trovassimo una soluzione migliore di quella passata. Mi è costato accettare di frequentarla in presenza di altri, amici e aggiunti, anche subendomi quelle critiche che conoscevo. Soffrivo e continuavo perché c’era lei che valeva questo sforzo. Restavo lì, esponendomi, solo perché felice di stare con lei, di poter avere il mio posto. Era pesante come situazione eppure finché ho potuto ho fatto la fatica di sopportarla. Ma sono diventato sempre più restio a esprimermi, sempre più generico. Anche parlando del più e del meno non ho mai detto cose che non sentivo come mie o non pensavo. Facevo e dicevo come sentivo. Alla fine però ci stavamo male un po’ tutti così ho preferito smetterla sempre rinunciando a qualcosa, perché avrei perso lei e sapevo che non sarebbe stato facile. Lei vedeva la sua sofferenza, ma forse non faceva caso alla mia. Forse dovrei fare un po’ come lei che si sfoga. Farei bene lo so, sarebbe una liberazione prima di tutto per me, forse così si accorgerebbe che fa del male anche a me. Ma proprio non mi va giù il fatto di sfogarmi con uno a cui tengo, nin vorrei mai ferire. Non so forse saranno modi di vedere diversi? Sicuramente perché non dubito che un po’ di bene me ne abbia voluto. Starle lontano fa male, c’è sempre la voglia di parlare, di significare, di diventare qualcosa. Per questo l’ultima cosa che le ho detto giorni fa è stata che trovando un modo che permettesse di stare insieme in modo sereno sarei tornato. Non le ho detto che stavo tornando perché sono consapevole che nello stesso modo sarebbe solo un ripetersi di ciò che era già accaduto. Le parlerò di queste cose appena posso e per il resto lascerò a lei la scelta. Se posso fare qualcosa di buono ci sarò. Altrimenti fa niente; dimenticheremo o almeno ci proveremo.

8 aprile 2012

Categoria: Pensieri