CATEGORIE
da Anonima per Anonimo
Gregor o Pete ti hanno detto qualcosa di me?»
«Non una parola in quattro anni. Mi hanno chiesto solo un parere su come te la saresti cavata, tra l’attentato e AK. Poi più niente.»
Davis abbasso lo sguardo nel bicchiere. «L’uomo che ti ha aggredito. Perché ha detto quella cosa?»
«Quale cosa?»
«Quella cosa sul figlio, la mamma e la moglie. Secondo te che cosa aveva in mente?»
«Il mio psichiatra mi ha detto che cercava di giustificarsi. Di scusarsi. Sapeva che quello che stava facendo era sbagliato e stava cercando di tra-sferire il senso di colpa da qualche altra parte. Forse è così. Non so.»
«Lo hanno mai preso?»
«No.»
«Credi che lo riconosceresti?»
«Lo pensavo. Sono passati dieci anni ormai. Lui è cambiato. Il ricordo che ho io di lui è cambiato. Credo di averlo invecchiato nella mia mente, così è sempre di quel tanto più vecchio di me. Non sono sicura che l’uomo che ho qui dentro», e si batté un dito sulla fronte, «somigli ancora molto al farabutto vero.»
«Hai mai la sensazione di dover fare qualcosa, qualsiasi cosa?»
«In che senso?»
«Per trovarlo. Per fargli provare quello che hai provato tu.»
«È proprio in questo che sta la peculiarità del violentatore, Davis, io non posso fargli provare quello che ho provato io. Potrei ammazzarlo e avrebbe comunque avuto lui la meglio su di me. Sai come succede in quei film dove ci sono quei cat¬tivi sopra le righe, quei sadici che compiono atti indicibili. Alla fine, l’eroe di turno, magari un poliziotto, lo incastra e all’ultimo momento lo uccide. Lo butta giù da una finestra, lo riduce a pezzettini con l’elica di un fuoribordo o cose del genere. Lo detesto. Non sopporto quando il cattivo muore. Io credo che sia molto peggio dover convivere con ciò che si è fatto.»
«Sì», annuì Davis. «Be’, io convivo ogni giorno con quello che ha fatto.» Alludeva naturalmente all’assassino di Anna Kat, ma per Joan quell’uomo e lo stupratore di Houston erano la stessa cosa: il Male personificato.
«Il male occupa spazio», disse. «Quando gli uomini che lo commettono, e se vuoi un giorno ne discutiamo, ma si parla quasi sempre di uomini e non di donne… quando gli uomini che commettono un atto malvagio muoiono, lasciano un vuoto, nel quale qualcun altro finisce risucchiato. Uccidere il responsabile non uccide il male. Un altro prende il suo posto. Il male è una costante fisica. Come la gravità. Il meglio che possiamo fare è cercare di mantenere noi stessi e le persone che amiamo dalla parte buona.»
«Mamme, figli, mogli», elencò Davis. «Sai che cosa veramente non riesco a mandare giù? Non tanto il chi, quanto il perché. D’accordo, voglio che l’assassino di AK sia punito, ma potrebbe essere uno fra mille mostri ugualmente intercambiabili. Non sopporto il pensiero che non ci fosse una ragione. Un movente. Che AK sia morta solo perché qualche ex detenuto di passaggio in città aveva bisogno di scaricare un istinto. Non mi servirebbe nemmeno sapere come si chiama, se potessi solo guardarlo negli occhi e cercare di capire perché lo ha fatto. Perché è dovuto succedere.»
«Davvero sarebbe abbastanza?» domandò Joan scettica.
«Non lo so», rispose lui. «Se si potesse davvero combattere contro il male, tu non lo faresti? Non ti sentiresti tenuta a farlo? A qualsiasi costo?»
Lei gli posò una mano sul braccio. «Esistono prezzi troppo alti, Davis.»
Lui tacque, ma non era d’accordo.
Guilfoile Kevin – Il creatore delle ombre
2 settembre 2012
Categoria: Frasi di libri
© 2001-2021 by SCRIVILO - Tutti i diritti riservati
p.iva 01436330938