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da stellakbrilla per Andrea
Pensavo di essere il tuo qualcuno e invece ero solo il tuo chiunque. Potevo essere io oppure io oppure io e sarebbe stato lo stesso – potevo essere un’altra e forse non sarebbe stato lo stesso ma in fondo sì. Ti vedevi, quando ti specchiavi nei miei occhi? Mi vedevi? Penso a tutte le volte che ci siamo infilati gli occhiali da sole per girare tra i campi, che fossero di grano o di grana, o di contadini o di turisti, ovunque ci facevamo strada armati di falce, ovunque finivamo per tagliarci la pelle di foglie o di facce – penso a tutte le volte che ci siamo infilati gli occhiali da sole aspettando la notte perché per quanto fossero lunghe le nostre ombre solo nel buio avevamo riparo. E mi guardavo nelle tue lenti e sapevo di essere bella perché mi ci stavi trasformando nello spazio tra i tuoi occhi e i miei, e sfilati gli occhiali chiudevo gli occhi per annegare nell’apnea dei tuoi baci e se invece ti avessi guardato – se avessi avuto il coraggio di guardare – avrei capito di essere sola, di essere solo il tuo chiunque – non avrei creduto di essere il tuo qualcuno, non ti avrei creduto. Chiunque poteva celarsi nel sipario dei miei capelli, chiunque poteva nascondersi nella curva della mia schiena – credevo di essere sola sotto la mia cascata nera, credevo che tu solo la volessi nuotare perché mia; credevo che avresti riconosciuto e scelto le mie onde tra tutte le onde, e invece stavi solo cercando un fiume da navigare, un fiume nel quale tuffarti talmente potente da farlo esondare, un fiume da cui abbeverarti fino a scoprirne i sassi segreti del fondo, foderartici il cappotto e morire portandomi con te – non perché fossi io, non perché fossi qualcuno. C’ero, e questo è bastato. C’ero e non sono riuscita a farmi bastare di essere il tuo chiunque perché tu eri il mio qualcuno, c’ero e quando non ci sono voluta essere più mi sono avvolta i capelli intorno al polso per tagliarli e liberarmi dalle promesse che non ti ho fatto e che pure ho mantenuto. Pensavo di essere grande abbastanza da colmare il tuo vuoto, pensavo che chiunque non avrebbe potuto farlo, qualcuno sì: io. Sapevo di essere il tuo qualcuno ma non sono riuscita a insegnartelo, eri un alunno distratto, guardavi fuori della finestra cercando il chiunque di cui non avresti avuto bisogno se mi avessi ascoltata – vorrei perdonarmi per tutto quello che non ho saputo, per tutto quello che non ho capito, per avere creduto di essere il tuo qualcuno – per avere creduto che tu avessi bisogno di qualcuno e non di chiunque, per non essere stata capace di essere chiunque, farmi trovare diversa ogni volta che ho gettato la testa all’indietro per scoprirmi il viso, offrirti il collo, per non essermi saputa accontentare di essere chiunque e non qualcuno, per non essere riuscita a essere qualcuno che non ti avrebbe fatto sentire la mancanza di chiunque.
5 ottobre 2012 - Catanzaro
Categoria: Delusioni
da Chiunque
Probabilmente..quella Chiunque..vale molto più di quanto tu possa immaginare per lui...Per te potrà essere una qualunque... per lui..è il suo Mondo. A giocare con il fuoco..prima o poi ci si scotta.
6 ottobre 2012
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