Carta Bianca

da Maurizio per Pulce

Se ne andò quella sera. Zitta, in lacrime come se le fosse caduto il mondo addosso.
Disse “Ti amo”, un ti amo in un singhiozzo, in un sussulto del cuore. E ancora ricordo quelle lacrime, ancora non riesco a scordarmi quel sapore, ancora penso a quell’ultimo bacio, rubato come si rubano le rose in un giardino, rubato al vento, al sole, al mondo.. Ed ora secco.
Se ne andò, silenziosamente tornò in casa… Ed io, corsi via. L’auto era fredda e accesi il riscaldamento, la musica era così alta da non sentire il rumore del motore, da non sentire perfino il mio respiro. Ricordo, andai veloce quella sera, sperando riuscissi a schiantarmi contro un muro lungo quelle curve che ormai conosco a memoria, ma ora, non importa più, non dovrò più percorrerle.
Ricordo ancora il silenzio dei giorni successivi, la rabbia, il rancore, l’odio, l’amore. Ricordo ogni emozione, ogni sentimento, ogni sensazione che mi ha portato fino ad oggi, fino a quest’attimo in cui ho iniziato a scrivere.
A volte penso di non dover stare fermo qui, a guardare il tempo che mi scorre tra le mani e passare dall’oggi al domani senza farmi un po’ male, e penso che non dovrei star qui a pensarla, ad amarla, odiarla, rispettarla nel silenzio, e nonostante tutto volerle ancora bene. La proteggerei per sempre se io fossi un Angelo, ma purtroppo non lo sono.
Anzi, sono fatto in carne ed ossa e questo manco le piace.
Ho dato un po’ tutto in questi anni di noi, ho dato il mio tempo, ho dato le mie braccia, il mio petto, il mio cuore, il mio anulare.. E soprattutto ho dato la mia fiducia, il mio amore, il mio tutto.
E non mi pento di averle dato tutto ciò, ma ero quel che ero, ed ora sono quel che sono solo grazie a lei.
Si, ho provato a dimenticare, ho provato a fumare tutto quello che avevo, a bere tutto quello che potevo, a stare lontano coi pensieri, a stare lontano un po’ da tutto,
Ma al massimo riesco a stare lontano da me stesso, perdendomi nei pensieri, fissando il mondo che scorre dal finestrino, e quel che vedo è il tempo, il tempo che mi scorre affianco a 150Km/h e
se solo potessi tirare il freno a mano e bloccare tutto, scenderei e me ne andrei, dove non lo so, ma di certo passerei da te prima di sparire per sempre.
A volte vorrei solo che il mio cuore fosse un pianeta, vorrei fosse Giove, bombardato da Asteroidi, meteoriti, grandissimo e spettacolare, per niente solido, vitale e mortale per tutti, ammirato ed odiato, vorrei solo che venisse bombardato così forte, che di lui, non rimane altro che cenere che vortica nello spazio.
Voi mi direste di andare avanti, che la vita continua, che ce ne sono altre.. Ma lei, lei è rara come sono rare poche cose.
E così me ne andai, me ne andai ricordandole per l'ultima volta quanto fosse speciale per me, e non ci vedemmo più.

12 ottobre 2012

Categoria: Carta Bianca

da primula

Perché questo addio così doloroso!!!! Se non è passato troppo tempo (solo alla morte non c'è rimedio) Mi addolorano queste storie, perché sciupare la vita di un'amore così grande, ne vale la pena!!!! PERCHé.

15 ottobre 2012

da Amal

Mi dispiace tantissimo.pulce come la chiami tu è fortunata ad avere un ragazzo come te sperò che io un giorno sarò così fortunata...ciao ;)

27 ottobre 2012 - Chieti

da Maurizio

magari "Era fortunata" ^_^ ...

3 novembre 2012