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da Anonimo
da Pleo
Mi ricorda una citazione di un caro scrittore:essere significa:essere incastrati. Comunque non avete mai pensato che la vostra concezione di "fortuna" sia un pò figlia dei nostri tempi? Discoteca nel weekend, viaggi all'estero, una nutrita rete sociale, la rubrica piena, lo shopping in compagnia...So che quando si è soli ti pare che gli altri stiamo sempre meglio di te, che la loro è una vita piena e la vostra (nostra) sia mutilata, disagiata e disadattevole;ma a volte ho scoperto la serenità nelle piccole cose, nei quotidiani gesti;come la passeggiata con il cane o una sigaretta dopo un caffè. Pare assurdo, ma credo che la nostra visione delle cose sia pesantemente influenzata da quello che velatamente ci costringono ad essere. Vuoi un pò star meglio?Intanto elimina facebook, che è solo deleterio in questi casi. Provo un rancore profondo per i social network perchè creano la falsa gioia dell'amicizia. Non è in facebbok che la potrai trovare.
Per il lavoro...la questione è già diversa e non puoi farci nulla.Sono tempi molto difficili...c'è gente che si è vista una vita, propria e della famiglia, spezzata improvvisamente a causa di un licenziamento "necessario". A me questo fa salire una rabbia incalcolabile verso tutte quei laidi porci che si permettono di sentenziare alla tv in nome del bene sociale, parlando di sacrifici e doveri. Loro, che con i propri stipendi potrebbero sfamare famiglie intere. Ma a che serve avvelenarsi il sangue?Possiamo solo sperare che le cose prima o poi migliorino sotto questo punto di vista. Se la cosa in minima parte potrebbe consolarti, vedi che non sei il solo
ciao
17 gennaio 2013
da Anonimo
Pleo,
Condivido in larga parte ciò che hai scritto. Indubbiamente siamo anche trascinati a desiderare una felicità che ci viene imposta nelle sue forme e nei suoi modi di realizzazione, dalla società in cui viviamo.. d'altronde, noi è in questa società che viviamo, e quindi è normale subirne l'influenza, sarebbe anomalo il contrario. Sì, è possibile trovare gioia ascoltando un brano musicale, guidando la macchina senza una meta, gustando un buon dolce.. io sono uno che non se ne sta in casa a lagnarsi, cerco di crearmi sempre nuove conoscenze, sono andato al mare da solo, e comunque sono stato bene perché magari mi sono goduto una bella nuotata, sono andato a correre da solo, da ragazzo uscivo in bici da solo, ho passato tre capodanno da solo, l'ultima volta in particolare, sono stato a firenze, ho incontrato un ragazzo che conoscevo e che era insieme a due ragazze e mi sono unito a loro... ma è stata anche qui pura casualità. Certo io mi sono buttato, e mi piace ricordare quel capodanno, come una delle mie tante sortite lanciate contro l'isolamento che puntualmente torna a cingermi d'assedio anche dopo periodi più o meno lunghi, quando magari già iniziavo a dimenticarlo. Quel che voglio dire è che a me non importa avere tanti "amici" su facebook, né la rubrica piena di numeri.. mi amareggiano le foto che vedo lì più che altro perché penso alle troppe ore, ai tanti giorni, alle intere stagioni già trascorse della mia vita, che non torneranno più e che io non ho vissuto come vorrei. C'entra poco il condizionamento sociale, però, con la nostalgia di una giovinezza troppo presto passata, troppo a lungo solitaria, di tante tappe vissute troppo tardi, e mai pienamente appaganti.. avrei amato ad esempio vivere l'esperienza dell'interrail, visitare tappa dopo tappa il sud dell'Italia, avere compagni di viaggio avventurosi.. come ora mi piacerebbe trovare una compagna con cui passare un bel weekend romantico lontano da casa.. non voglio la discoteca, o necessariamente la settimana bianca, no, vorrei semplicemente un po' di normalità ogni tanto.. poi continuerò a leggere, ad ascoltare musica, ad incantarmi di fronte ad un tramonto, a nuotare nel mare estivo vibrante di luce, a perdermi nell'ascolto delle onde burrascose.. ma certe esperienze mancate, resteranno sempre incise in me come indelebili rimpianti.
19 gennaio 2013
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